Maruggio (TA) - Musica, arte e gusto con il vino “Primitivo” protagonista

Seconda edizione del “Primitivo Jazz Festival”

Il 3 e il 4 gennaio dalle ore 18 è in programma a Maruggio la seconda edizione del “Primitivo Jazz Festival” che si svolgerà nel chiostro dell’ex convento di S. Maria delle Grazie, oggi sede del municipio.

Sotto la direzione artistica di Umberto Summa, questa edizione promette di lasciare un ricordo unico attraverso un percorso multisensoriale in cui il Primitivo sarà il fil rouge e  l’antico chiostro la cornice.

Si fa risalire la struttura al XVI secolo quando fu costruito dai frati minori osservanti che ebbero l'autorizzazione da papa Clemente VII il 6 aprile 1534,  ultimandolo nel 1575.

Il chiostro presenta affreschi seicenteschi, alcuni dei quali riproducono scene delle vite di san Francesco d'Assisi, sant'Antonio da Padova, san Pasquale Baylon, san Bernardino da Siena, e al centro del chiostro è presente un pozzo sormontato da una statua di Sant'Antonio con il Bambino.

Musica, arte e gusto verranno combinate in un mix di suggestioni per fare vivere le emozioni sensoriali del primitivo, vitigno e vino dell’area jonico tarantina.

Accanto ai produttori, vi saranno diversi artisti noti a livello locale e nazionale, che stimoleranno i sensi.

L’artista salentina Arianna Greco tenterà di sedurre la vista con il suo lavoro “live” proposto su tela  utilizzando come colore il vino, naturalmente primitivo.

Le proposte musicali del pianista William Greco e del contrabassista Marco Bardoscia, noti jazzisti del panorama nazionale, delizieranno l’udito.

Tra le aziende, “Trullo di Pezza”, incanterà l’olfatto con “Profumi del vino e dell’olio” e il gusto con l’abbinamento di “Vino e Cioccolato”.

Tra i protagonisti in scena, “Trullo di Pezza” sarà presente con i suoi vini da primitivo, “Li Curti” (Doc Manduria) e “Mezza Pezza” (IGP Salento).

Simona e Marica Lacaita, le due giovani sorelle alla guida di “Trullo di Pezza”, che saranno   presenti alla degustazione del 3 gennaio, hanno subito aderito con convinzione alla manifestazione perché, entusiasmano

“queste nuove modalità di raccontare il vino del vitigno autoctono dell’area in cui siamo produttrici. È stimolante e coinvolge il pubblico in un’esperienza che va ben oltre la semplice degustazione”

ha riferito Simona.

E  Marica ha aggiunto:

“soprattutto offre un’opportunità per avvicinare anche chi non ha grande attrazione verso il vino. Un’occasione speciale anche per noi produttori perché possiamo spiegare la nostra esperienza sul campo e in cantina in una prospettiva meno tecnica e più emozionale”.

 

 

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Articolo pubblicato il 02/01/2016