Mattarella, l’esordio misurato del Presidente per il nuovo anno.

Nel primo augurio il Presidente della Repubblica sceglie i temi del cittadino.

Pochi, a dire il vero morivano dalla voglia di ascoltare il nostro Presidente della Repubblica, ospite, come di consueto, delle Tv nazionali per l’auguri d’inizio d’anno. Una nota diffusa dall’Ansa alle 9,41 di ieri, c’informava sul set casalingo scelto dal Presidente per apparire meno invasivo e retorico davanti agli schermi mentre gli italiani sono attovagliati, ha forse contribuito a far lievitare gli ascolti.

Dal 1949 in poi, gli auguri per il nuovo anno, inaugurati dall’ineguagliabile Presidente Luigi Einaudi, ci hanno presentato scenari diversissimi. Ricordiamo l’austera serietà dei primi Presidenti; Giovanni Gronchi, Antonio Segni e Giuseppe Saragat, che attestavano come il duro lavoro degli italiani, dagli imprenditori ai lavoratori di ogni genere, aveva contribuito  a far crescere sullo scenario internazionale,  la considerazione per un Paese uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale,  complice anche la nostra creatività e l’affermarsi del “miracolo economico”.

Sono poi seguiti gli anni delle lotte sindacali, dell’instabilità politica e del terrorismo. Se isoliamo il Quirinale dalle vicende governative, in momenti anche difficili per l’Italia, la carica, anomala per le attribuzioni che la nostra costituzione le assegna, era ricoperta da personalità di grande spessore politico, culturale ed umano che seppero veramente rappresentare un punto di riferimento ed a volte di Unità per la Nazione.

Ci riferiamo in modo particolare a Sandro Pertini ed a Francesco Cossiga che a volte, forse uscendo dalle strette demarcazioni costituzionali, seppero indicare una via i uscita a situazioni che gli storici dovranno ancora doverosamente ricostruire.

Ci asteniamo dalla disamina di contenuti , azioni, comportamenti e ruoli effettivamente ricoperti dai tre ultimi Capi dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Non vogliamo indulgere a frasi ad effetto ed a giudizi affrettati e partigiani. Era ed é indiscusso comunque il loro carisma.

Tornando all’esordio di  Sergio Mattarella Presidente, lo scenario non era certo trionfale, con quel suo aspetto da scolaro attempato che recita una lezione, con lo sguardo dubbioso di chi ha sempre paura di sbagliare.

Ma, a prescindere dalla forma, il Presidente si è concentrato sui problemi che affliggono gli italiani e c’è stato qualche spunto da cogliere ed evidenziare ascrivendolo a suo favore.

Ha cercato innanzitutto di rivolgersi al Paese reale, evitando le frasi fatte ed i trionfalismi del politichese. Per la prima volta, discorrendo dell’immigrazione, ha voluto tirare in ballo la lentezza dell’Europa e l’inadeguatezza delle politiche sin qui seguite anche in Italia.

Ritorna poi sul tema spinoso dell’accoglienza, ma, a più riprese afferma che coloro che delinquono italiani o stranieri che siano, vanno fermati e puntiti.  Così per la difesa della Lingua, della cultura e delle tradizioni italiane. Frasi rese ancor più incisive dalla visione del Presepe Cristiano allestito alle sue spalle, quale emblema della nostra civiltà. Se poi, da domani anche Renzi e l’ecumenico Alfano lo seguissero, ciò potrebbe rappresentare  un’inversione di tendenza rispetto al buonismo straripante.

Frasi fatte invece nel rispolverare la retorica del Mezzogiorno depresso e delle mancate occasioni dei giovani del sud rispetto a quelli delle altre regioni.

Sulla mancanza di lavoro, sulla disoccupazione giovanile e di coloro che in età più avanzata hanno perso il lavoro è stato realista, così pure quando parla dell’indigenza e degli anziani in precarie condizioni di salute e privi di adeguata assistenza.

Se usa il linguaggio del cittadino,  dimentica però che alcune delle cause del malessere sociale, dipendono da politiche sbagliate o da interventi limitati e miopi nell’azione del Governo.

Non sono mancate dichiarazioni a favore sul ruolo sempre crescente che le donne rivestono in Italia, per superare il gap che ci separa dai Paesi dell’Europa. Così pure i riferimenti alle Forze Armate particolarmente impegnate a difenderci dal terrorismo ed a garantire la nostra sicurezza, ma è mancato purtroppo il ricordo e l’impegno a porre fine alla cattività dei nostri due marò vittime della giustizia Indiana.

Altri aspetti trattati, dall’inquinamento, all’evasione fiscale, alla mancanza della tutela del suolo e del patrimonio artistico, che dipendono dalla scarsa collaborazione del cittadino, con l’azione tutoria del Governo.

Il riferimento di Mattarella al Giubileo della Misericordia voluto fermamente da Papa Francesco , affinché anche alla Società Civile giunga un messaggio di convivenza pacifica e di difesa della dignità di ogni persona, unisce l’etica con l’impegno di ogni cittadino per contribuire a risolvere le tante carenze e negatività della nostra Società.

Se anche il Governo riuscisse a tradurre in pratica l’appello di creare maggior coesione tra gli Italiani, questo messaggio non risulterà un esercizio retorico, ma potrà rappresentare un volano positivo anche per i molti che in silenzio svolgono il proprio lavoro ed esercitano un ruolo positivo per la Società.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 01/01/2016