Pino, "Un angelo vero" che ci manca, assai

E’ già passato un anno.

Ricordo come se fosse adesso la notizia fulminante, inaspettata, tremenda.

Ricordo come se fosse adesso il pc che si accende, il foglio di word intonso, le mani ferme sulla tastiera e le lacrime che scendono.

E’ già passato un anno.

Le sensazioni sono più o meno le stesse di dodici mesi or sono, ma adesso è il momento di scrivere, anche se vi confesso che non è affatto facile.

E allora mi tuffo nei ricordi, anzi, “nel” ricordo: Torino, Settembre 1982, Festa Nazionale dell’Unità, Parco Italia ‘61.

Pino Daniele in concerto.

Esperienza indimenticabile.

Uno dei più bei concerti a cui ho assistito, e sono stati tanti, credetemi.

Era il tour promozionale di “Vai mò”, quarto disco del musicista partenopeo, di li a poco sarebbe uscito “Bella ‘mbriana”, di cui venne presentata un’anteprima.

All napoletan band” quella sera ad accompagnare il grande Pino: Rino Zurzolo al basso, James Senese al sax; Joe Amoruso alle tastiere ed il pezzo forte dell’ensamble…Tullio De Piscopo alla batteria, Tony Esposito alle percussioni e Karl Potter (napoletano d’adozione) ai timbales-congas.

Spettacolo puro.

Non vi dico l’assolo dei tre ritmici e non vi dico il feeling creato da tutta la band.

E naturalmente Pino in gran spolvero, sia con la voce che con la chitarra.

Insomma un gran concerto ed un gran successo di pubblico.

Vi state forse chiedendo se quella sera ho incontrato l’artista: no, non l’ho mai incontrato di persona, purtroppo, e vi garantisco che avrei avuto tante cose da chiedere, ma è mancata l’occasione.

Certo, l’ho rivisto in concerto parecchie altre volte, prima e dopo i problemi di salute, ma le performances, per lo meno a mio giudizio, non sono mai state pari a quella sera di Italia ‘61: Pino si è sempre accompagnato con musicisti di valore assoluto, Alphonso Johnson primo fra tutti, ma il feeling creato quella sera dai “napoletani” è stato davvero unico, irripetibile.

Un cosa mi è rimesta impressa di quel concerto: “Yes I know my way”.

Durante l’esecuzione, ricordo di aver chiuso gli occhi e soprattutto verso la fine del brano, limitandomi ad ascoltare, senza guardare il palco e mi è sembratoAncora di ascoltare Carlos Santana…ma ci avete mai pensato…il rock latineggiante del chitarrista messicano, unito alla base ritmica, piena di contaminazioni mediterranee dei tre percussionisti di quella sera, sommata alla chitarra di Pino ???

Da addetto ai lavori, rappresenta semplicemente un sogno, purtroppo rimasto tale.

E’ già passato un anno.

Ciao Pino, ci manchi, assai.


Stay always tuned !!!

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Articolo pubblicato il 04/01/2016