Banche, le nuove regole Ue sui salvataggi rischiano di ritorcersi sui governi.

Essere informati è fondamentale e "Civico20" fa la sua parte.

Le nuove regole europee sulle crisi bancarie, nate per mettere fine a spettacolari salvataggi fatti con soldi pubblici, stanno già avendo contraccolpi politici per i timori che alla fine colpiscano piccoli e inesperti investitori.

La Direttiva sul risanamento e risoluzione delle crisi (Brrd), pienamente operativa dal primo gennaio prossimo, coinvolge azionisti, creditori e perfino grandi depositanti prima che possano essere utilizzati soldi pubblici per salvare una banca.

La direttiva è stata una parte centrale della risposta che l'Unione europea ha dato alla crisi finanziaria globale, che ha visto utilizzare centinaia di miliardi di euro di soldi pubblici per salvare banche in dissesto come la britannica Royal Bank Bank of Scotland e la tedesca Commerzbank.

A pochi giorni dal debutto delle nuove regole, le preoccupazioni di un elevato costo politico ed economico nell'imporre perdite ai piccoli risparmiatori stanno montando, con il caso italiano del salvataggio di quattro banche medio-piccole che sta offrendo un esempio di come le cose possano andare storte. Circa 10.000 italiani hanno perso soldi per aver investito nelle obbligazioni delle quattro banche salvate lo scorso mese. Un pensionato si è suicidato dopo aver visto andare in fumo i suoi risparmi.

In Europa alcuni stanno già chiedendo che le nuove regole possano essere introdotte con maggiore gradualità e il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha detto che dovrebbero essere applicate con consapevolezza. Il governo italiano sta cercando il modo di compensare i risparmiatori di una parte delle perdite, sostenendo che ad alcuni di loro potrebbero essere stati venduti in modo scorretto prodotti rischiosi come le obbligazioni subordinate. I titolari di questi strumenti finanziari in caso di bancarotta vengono ripagati solo dopo gli obbligazionisti senior.

"Se agli investitori retail vengono vendute in modo scorretto obbligazioni subordinate, allora ci sono motivi per contestare che il nuovo regime finisca semplicemente per spostare il costo dai contribuenti ai piccoli risparmiatori", ha detto Jonathan Herbst, un partner dello studio legale Norton Rose Fulbright a Londra.

Usare soldi pubblici per rimborsare questi investitori andrebbe contro lo spirito, se non contro la lettera, delle nuove regole - che vogliono proprio evitare di usare i soldi dei contribuenti - e potrebbero creare un precedente per futuri interventi di salvataggio.

Questo rischierebbe di lasciare i governi ancora appesi alla possibilità di dover condividere futuri salvataggi, rafforzando quel circolo vizioso tra credito e finanze pubbliche che aveva aggravato la crisi della zona euro.

Gunnar Hokmark, un membro svedese del Parlamento europeo che ha guidato la formazione delle nuove regole, ha detto che non dovrebbero essere ammesse eccezioni per gli obbligazionisti. Darebbe alle banche più margine per comportamenti scorretti.

"Questa legge ... è un modo per ridurre l'onere sui governi e forzare azionisti e investitori ad essere più vigili sulle banche in cui stanno mettendo soldi", ha detto il politico di centro-destra.

La Commissione europea ha detto che i problemi in Italia sono stati causati dalla scarsa comprensione da parte degli investitori o dal fatto che non hanno ricevuto spiegazioni sufficienti sui rischi connessi ai loro investimenti, non quindi dalle nuove regole.

L'Italia, dove le banche hanno fatto a lungo affidamento sul grande risparmio privato del Paese per collocare il proprio debito, sta valutando se vietare la vendita di obbligazioni subordinate agli investitori retail.

L'Inghilterra ha già proibito la vendita a questo tipo di clienti di titoli Additional Tier 1, che possono essere convertiti in azioni a determinate condizioni.

Potrebbe comunque servire di più per proteggere completamente i consumatori.

I fondi pensione e altre forme di risparmio gestito detengono una parte rilevante di attività che possono essere usate nei salvataggi bancari.

Mentre queste posizioni sono prese da professionisti, è questione aperta se gli investitori finali siano adeguatamente informati dei rischi collegati e se dovrebbero essere esposti a questi rischi per questo tipo di asset.

Certo, ridurre troppo il numero dei potenziali compratori potrebbe anche danneggiare l'economia, alzando il costo di raccolta per le banche e riducendo la capacità di erogare credito.

"Quando è una grande banca commerciale ad essere soggetta al bail-in... potresti finire con l'avere un grosso problema, con l'uomo della strada che rischia di perdere tutti i suoi risparmi", ha detto Frederic Lacroix, partner dello studio legale Clifford Chance a Parigi. "O proibisci l'investimento o aumenti la trasparenza su questi strumenti".

Francesco Canepa e Francesco Guarascio (Reuters)

 

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Articolo pubblicato il 23/12/2015