Un percorso interculturale nella capitale per venti studenti del Liceo “Carlo Botta” di Ivrea (Torino)

L’università americana fondata nel 1971, la letteratura dei grandi romantici inglesi e il Giubileo, con la personale accoglienza di Monsignor Giacomo Ceretto

Fonte: Ufficio Stampa del Liceo Classico e Internazionale “Carlo Botta”


L'università americana fondata nel 1971, la letteratura dei grandi romantici inglesi e il Giubileo, con la personale accoglienza di Monsignor Giacomo Ceretto: seguendo questo percorso si è articolato il viaggio di un gruppo di venti studenti del Liceo Botta accompagnati dai docenti Patrizia Barone e Roberto Garetto, e un rappresentante degli “Amici del Botta”, l’ex studente Stefano Zordan, specializzando all’Università di Harvard presso la Divinity School negli Stati Uniti d’America.

Partiti da Ivrea nel primo pomeriggio di giovedì 17 dicembre, hanno raggiunto la capitale e il bed & breackfast a Viale Trastevere, a pochi passi dal Ministero dell’Istruzione. Visitano da subito i luoghi di Gioacchino Belli e di Trilussa nel cuore di Trastevere.

Il giorno successivo il gruppo era atteso presso l’Università americana “John Cabot” dove l’attendeva un seminario articolato su due conferenze: la prima sulla presentazione dei corsi universitari e la seconda sulla presentazione dei nuovi concetti di economia che illustrano come un’idea giovane e innovativa può diventare un’opportunità di business.

Coinvolti direttamente, una rappresentate degli studenti del Botta ha letto un proprio elaborato: si tratta di Sara Gazzetto, di Vestigné che frequenta al Botta la 4G. Ha fatto un intervento con un testo di scrittura creativa in estemporanea e in lingua inglese.

Lasciata l’università, con la quale il Botta avvierà una serie di attività partecipando ai futuri laboratori di scrittura e lettura, gli studenti eporediesi hanno visitato la casa-museo dei poeti John Keats e Percy Shelley sulla scalinata di Piazza di Spagna.

Questo “field – lab” è stato particolarmente significativo per l’esperienza diretta con i luoghi e i materiali del Romanticismo, dall’arredo alle lettere dei poeti.

Poi puntata al Museo di Roma in Palazzo Braschi dove il gruppo ha potuto visitare le collezioni permanenti e una mostra di storia contemporanea.

Attraverso Piazza Navona hanno raggiunto il chiostro del Bramante e hanno potuto ammirare gli affreschi di Raffaello Sanzio.

Sabato ultimo giorno, erano attesi da Monsignor Giacomo Ceretto, canonico di S. Giovanni in Laterano, originario di Borgo d’Ale, che li ha accolti personalmente nella basilica, accompagnandoli in viaggio emozionante nei luoghi normalmente non aperti al pubblico del grande monumento.

Si è intrattenuto con gli studenti con grande affetto e generosità, conversando di storia, architettura e fede.

Dopo i saluti il gruppo si è spostato alla Scala Santa, raggiungendo in ginocchio, come vuole il rituale cattolico, la cappella sancta sanctorum.

Un altro grande momento di emozione che ha prodotto negli studenti il desiderio di fissare un pensiero:

C’è un tempo per le nostre Tradizioni e Fede. // Non ci siamo piegati alla paura. // Ci siamo inginocchiati davanti alla Storia e, per molti di noi, davanti al Sacro.

Milena Salvato che risiede a Cascinette, spiega che il gruppo ha proseguito il percorso: “papale del Giubileo raggiungendo S. Pietro, vedendo l’albero di Natale, il presepe e il colonnato del Bernini e terminando così il percorso del Giubileo”.

Francesca Niosi, di Pont Saint Martin, ricorda: “Siamo tornate verso piazza Colonna e abbiamo avuto un momento libero per pranzare e camminare nel centro ammirando i ‘palazzi del potere’ della Repubblica”.

Continua Sofia Deiro di Cuorgnè: “Siamo stati anche alla Galleria Alberto Sordi dove abbiamo ammirato la colonna Traiana e palazzo Chigi e abbiamo visto una Roma addobbata per le feste natalizie. Ci siamo anche sentiti più vicini al nostro spirito patriottico e mi hanno fatto riflettere tutti quei giovani soldati armati per la sicurezza”.

Marta Doria di Chiaverano conclude: “Così abbiamo completato il nostro percorso e siamo tornati a Piazza Venezia,  ricordata durante la Seconda guerra mondiale nella mostra di Palazzo Braschi e ci siamo veramente sentiti più vicini alla storia del nostro Paese”.

Per tutti il commento finale è unanime: “Siamo state felici di aver intrapreso un percorso così ricco di informazione, storia e cultura in così poco tempo”.

 

Dott. Fabrizio Dassano

Ufficio Stampa del Liceo Classico e Internazionale “Carlo Botta”

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Articolo pubblicato il 23/12/2015