Le ricette della Signora Toku - delicato racconto giapponese sulla vecchiaia e la marmellata

Un'anziana e gioiosa signora con un passato doloroso risolleva la grigia esistenza di un uomo e di una ragazza, nel film che ha commosso Cannes

Anno: 2015

Titolo originale: An

Paese: Giappone, Francia, Germania

Durata: 113 minuti

Genere: Drammatico

Regia: Naomi Kawase

Soggetto: Durian Sukegawa (romanzo), Naomi Kawase

Sceneggiatura: Naomi Kawase

Cast: Kirin Kiki, Masatoshi Nagase, Kyara Uchida

 

In una Tokyo movimentata e in piena fioritura dei ciliegi, Sentaro manda avanti faticosamente un chioschetto di dorayaki, tipici dolcetti giapponesi. A rompere la monotonia solitaria di questo piccolo mondo silenzioso arriva l'anziana Toku, che si propone calorosamente per un lavoro temporaneo, nonostante una deformazione alle mani. Malgrado la ritrosia di Sentaro, l'insistenza della donna è tale e la sua marmellata di fagioli rossi (la an del titolo originale) talmente squisita e migliore di quella industriale che usa, che l'uomo finisce per assumerla.

Da questa singolare svolta, la vita dei due e quella di Wakana, giovane studentessa in fuga da una madre assente, verrà inondata di colore e tenue gioia, il negozio sboccerà come i fiori di ciliegio, finché il drammatico passato dell'entusiasta signora e i ciechi pregiudizi di una società ottusa mineranno la nuova felicità.

 

Commuovendo pubblico e critica, Le ricette della Signora Toku ha aperto la sezione Un Certain Regard alla 68esima edizione del Festival di Cannes. La regista Naomi Kawase, premiata a Cannes nel 2007 per Mogari No Mori, altra favola malinconica sulla vecchiaia, dirige il film con delicatezza e sensibilità, lasciando spesso la parola alle immagini, più che agli attori.

 

La natura infatti altro non è che uno dei personaggi della storia, a partire dall'incipit nell'incolore città illuminata dai ciliegi in fiore; Toku conversa amabilmente con i fagioli rossi, li ascolta e li ringrazia per concederle di creare la sua deliziosa marmellata, poi, uscita dal negozio stremata ma felice, saluta le foglie degli alberi che stormiscono nel vento. Molte immagini hanno un sapore quasi documentaristico, laddove la macchina da presa insiste su un gruppo di alberi fruscianti o un campo di fagioli accarezzato dal sole.

 

Lungi dall'essere annoverato nel filone dei film di cucina, (errore in cui si può facilmente cadere soffermandosi sulla traduzione italiana del titolo), non è la solita vicenda di chef nevrotici dal cuore d'oro, casalinghe disperate che si rifugiano in blog di ricette o una delle tante commediole pseudo-romantiche infarcite di torte kitsch. È soprattutto una dichiarazione d'amore alla vita e ai suoi piccoli piaceri, e allo spettatore sembra quasi di avvertire l'aroma della marmellata preparata con cura e pazienza da Toku.

 

Un passato difficile, l'isolamento e la voglia di riscattarsi legano tre personaggi all'apparenza molto diversi, ma che il coraggio e la lotta contro il pregiudizio renderanno più forti, in un'opera che fa della calma, della lentezza e della pacatezza le sue armi più forti, esemplificate alla perfezione dal volto sorridente della protagonista Kirin Kiki. Una tragica e sconosciuta pagina della storia giapponese verrà alla luce verso il finale; finale, se vogliamo, prevedibile, ma non per questo meno incisivo, non guasta questo piccolo film in punta di piedi, profondamente giapponese ed emozionante, la cui ultima immagine è libertà allo stato puro.

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Articolo pubblicato il 22/12/2015