Firmato l’accordo sulla Libia per un Governo di Unità Nazionale.

Per l’ONU firma impossibile senza la Conferenza di Roma.

 

Nel pomeriggio del 17 dicembre 2015 è stato sottoscritto a Skhirat l’accordo per la creazione di un governo di unità nazionale da parte dei delegati di Tripoli e Tobruk. Quasi un miracolo, se pensiamo che sino a pochi giorni fa le due fazioni si accusavano a vicenda di genocidio.

Secondo il rappresentante ONU Cobler la firma sarebbe stata impossibile senza la Conferenza di Roma, che ha saputo radunare le diverse istanze e le molte personalità di entrambi gli schieramenti che hanno dato vita ad un Comitato di Presidenza con 6 tra premier e ministri precedentemente indicati dalle Nazioni Unite. Degno di nota e novità assoluta il fatto che alla cerimonia erano presenti le associazioni delle donne libiche che hanno salutato la firma con il canto dell’inno nazionale libico.

Questo Comitato dovrà presentare una lista di ministri che costituiranno il futuro Governo del Paese, che entro i successivi 40 giorni dovrà insediarsi a Tripoli e partire con piena attività.

Per il nostro  ministro degli Esteri Paolo Gentiloni , “la cerimonia di Skhirat è un impegno solenne per aiutare il popolo libico; ora è prioritario ampliare la base di consenso al nuovo governo libico nato a Skhirat in Marocco”. "L'Italia è pronta a fare la sua parte - ha ribadito il ministro - per dare stabilità e sicurezza al Paese”. Ma ha poi aggiunto che "oggi è stato fatto un primo passo, ma sappiamo che il cammino sarà pieno di ostacoli e che il nuovo governo non avrà vita facile". Per Gentiloni "l'Italia, l'Unione Europea e gli altri Paesi coinvolti in questa lunga trattativa sono tutti pronti a fornire il proprio contributo.   

Fornire il contributo significa anche un impegno militare in Libia che da parte italiana è allo studio da mesi; il generale dell'Esercito Paolo Serra, consigliere militare delle Nazioni Unite in Libia, da settimane lavora per creare un contesto di sicurezza tale che a Tripoli effettivamente si possa schierare il nuovo governo e non un simbolo fantoccio che porterebbe in brevissimo tempo alla ripresa degli scontri.

Dobbiamo inoltre ricordare che a parte i due contendenti “Tripoli e Tobruk”, sono presenti nel Paese diverse milizie rappresentanti di gruppi autonomi che vanno dagli islamisti ai laici, estremamente pericolose e incontrollabili, che saranno forse la spina maggiore per il nuovo governo.

Il caso ha voluto che questo storico accordo venisse alla luce il 17 dicembre proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario della nascita delle primavere arabe con la prima rivolta in Tunisia, appunto il 17 dicembre 2010.

Speriamo sia un buon auspicio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 18/12/2015