MARCO MASINI, una Cronologia piena di emozioni

25 anni insieme...il nostro miracolo”.


La scritta appare sul titantron alla fine del concerto, e racchiude tutta l’essenza del “Cronologia Tour”: venticinque anni di carriera, praticamente le nozze d’argento con la musica e soprattutto con il pubblico, festeggiati dal 12 Aprile, con l’esordio a Mestre, al 19 Dicembre con la chiusura a Ferrara.


Un tour trionfale che ha visto l’artista toscano ben due volte protagonista nella nostra città, sempre al Teatro Colosseo; un tour che ripropone, in strettissimo ordine cronologico, tutta la sua carriera musicale, raccolta tra l’altro in un triplo “best” uscito immediatamente dopo la partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo.

Festival che, a parere mio, poteva tranquillamente chiudersi lì, con un unico vincitore assoluto. Il brano infatti è di un'originalità che da tempo mancava sul palco dell'Ariston, una melodia resa unica da quel crescendo di batteria, accompagnata da quell' incalzare di parole che danno l'impulso a muoversi, iniziare a camminare, correre e poi immaginare persino di poter avere delle ali da spiegare e alzarsi in volo su tutto e su tutti.

Un inno alla vita, un invito alla speranza, una poesia che racchiude il senso dell'amore. Maturità assoluta di un uomo volante.


E il concerto comincia alla grande, proprio con una tostissima “Che giorno è”, seguita a ruota da alcuni inediti presenti nella raccolta, e “Io ti volevo”, tratto dall'album "La mia storia piano e voce" densa di significati soprattutto per chi scrive.


Poi, come nella cronologia di un motore di ricerca, comincia il percorso a ritroso, denso di ricordi, di citazioni e di aneddoti, raccontati da Marco con semplicità e naturalezza, come si fa con gli amici, magari davanti ad un bicchiere di vino.

Il tempo è il protagonista assoluto di tutto il concerto, il “fil-rouge” che unisce una canzone all’altra.

Il tempo che fa sedere Marco e la band, tutti per terra, davanti ad un fuoco, come si faceva ai “nostri” tempi sulle spiagge, e non è un gioco di parole, chitarre acustiche in mano, per cantare col pubblico un medley da brividi: “Raccontami di te”, “Fino a tutta la vita che c’è”, “Scimmie”, “L’amore sia con te” e “Principessa”.

Lo spettacolo prosegue e il tempo quasi vola tra una canzone e l’altra, e al primo ritornello di “T’innamorerai” il pubblico, che non ce la fa più, si alza e si riunisce sotto il palco per cantare a squarciagola “Vaffanculo”.

E’ meraviglioso vedervi sotto il palco con me, ma è altrattanto meraviglioso vedervi tornare ai vostri posti, anche per rispetto di chi è rimasto seduto”, chiede Marco e mentre, a malincuore, i fans più scatenati tornano a sedersi, ci racconta del suo amore per il blues, la sua “ancora di salvezza”, che introduce una versione proprio “bluesata” di “Malinconoia”, l’apice di tutto lo show. Una versione che mi ha fatto rivalutare il modo di ascoltarla e di capirla.

 

Poesie in versi e note, vestite in jeans e panciotto, che per più di due ore accompagnano 25 anni di ricordi e di emozioni.

 

E a proposito di emozioni e ricordi..."sarebbe bello vedere sui muri della mia città il cartellone del prossimo film di Francesco Nuti", malinconico riferimento ad un grande artista, assente dalle scene ormai da troppo tempo.  Riferimento e pensiero che condivido appieno, con la stessa intensità e nostalgia. E allora "Sarà per te" mi commuove e in cuor mio ripenso a Caruso Paskoski di padre polacco...


E’ ancora tempo per una manciata di canzoni, tra cui “Ci vorrebbe il mare” e “Caro babbo”, per voce e piano, dove i lucciconi si sprecano e si arriva a “Disperato”, brano con cui Marco vinse Sanremo Giovani nel 1990: la cronologia è terminata, il tempo purtroppo è scaduto e il concerto volge al termine.

Ma il pubblico ne vuole ancora: “10 anni” è l’unico bis, una canzone che racchiude tutta la sua storia artistica, e non solo, e che celebra, nel migliore dei modi, il rapporto del cantautore fiorentino con il proprio pubblico.

Una nota di merito alla band, oliata a dovere e che ha supportato davvero alla grande il front-man: Massimiliano Agati, batteria, Cesare Chiodo, basso, Antonio Iammarino, tastiere, Alessandro Magnalasche e Stefano Cerisoli, chitarre.

Una piccola nota a margine: prima di salutare definitivamente il pubblico, Marco ringrazia dicendo...”Torino è una città che amo molto e nella quale torno sempre volentieri, una città che sento mia e per questo mi sento di dire, con tutto il cuore...FORZA TORO!!!”.

Che posso dire...Marco “1 di noi”...

 

Un caloroso ringraziamento a Tina Rossi Photographer per le bellissime foto.

 

Stay always tuned !!!

 

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Articolo pubblicato il 14/12/2015