La “Torino noir” vista e narrata da Milo Julini

L’avvocato e la signorina si azzuffano per l’eredità, a Capodanno

Affezionati Lettori di questa mia rubrica di “Civico20News”, nell’imminenza del 25 dicembre avrei voluto stupirvi con qualche intrigante racconto di un vero “delitto di Natale” avvenuto in Torino.

Ma la realtà mi forniva soltanto squallide storie familiari maturate in ambienti moralmente degradati, oppure “esecuzioni” di appartenenti al mondo della malavita.

Allora, sempre restando nel periodo delle festività, ho rivolto la mia attenzione ad una notizia riguardante il Capodanno del 1952, appartenente alla serie evergreen dei “Parenti serpenti”.

La vicenda è narrata nella Cronaca Cittadina de “La Nuova Stampa” del 1° gennaio 1952, su tre colonne, con l’eloquente titolo «La zia non è ancor morta / e già si picchiano per l’eredità» e col significativo sommario «I protagonisti: un avvocato e una signorina - La zuffa / Intervento di un carabiniere nella stanza della moribonda» (m.j.). 

 

In un alloggio signorile di via della Rocca verso le ore 22 di ieri si levavano alte grida mescolate a rumore di cristalli e vasellame infranti.

Un sottufficiale dei carabinieri che abita all’ammezzato dello stabile, allarmato del frastuono infernale, saliva al piano di sopra, entrava nell’alloggio e trovava impegnati in una furibonda colluttazione un signore sulla quarantina ed una giovane donna.

Quest’ultima aveva la faccia tutta insanguinata; tuttavia, anziché calmarsi, continuava a scagliarsi contro l’uomo graffiandolo, strappandogli i capelli e tirando calci.

Il sottufficiale durava fatica a dividere i due contendenti ed a ridurli alla ragione. Quindi ingiungeva loro di seguirlo alla vicina caserma Podgora.

Dall’interrogatorio è risultato che origine della furibonda lite è stato un testamento.

L’avv. Luigi R., di 37 anni, e la signorina Malvina S., di 33, i protagonisti dell’increscioso episodio, sono cugini.

Entrambi sono gli unici nipoti di una signora settantenne che vive sola nell’alloggio di via della Rocca dove è avvenuta la lite.

Costei è proprietaria di un patrimonio in beni mobili e immobili valutalo ad una decina di milioni. In queste ultime settimane la signora si era ammalata piuttosto seriamente ed allora le visite del due nipoti si erano fatte assai più frequenti del solito.

Tra i due, fra cui da tempo non correva buon sangue, l’imminenza dell’eredità aveva acuito ancor più i vecchi rancori.

Ieri sera l’avvocato si era recato in via della Rocca per porgere alla zia gli auguri di fine d’anno. Entrato nell’alloggio si soffermò nel corridoio poiché udì delle voci provenire dalla camera da letto.

- Luigi è un donnaiolo: spende tutte le sue sostanze in facili avventure; si sussurrano cose poco benevoli su di lui.

L’avvocato riconobbe subito la voce: era quella della cugina. Si precipitò come un fulmine nella stanza, schiaffeggiò sonoramente la donna.

Riavutasi dallo stupore, essa reagì con estrema violenza e la stanza dell’inferma fu teatro di una furiosa lite: il provvidenziale intervento del sottufficiale dell’Arma impedì che degenerasse in peggio.

- Contro mia cugina sporgerò subito denuncia - ha dichiarato egli - per lesioni e per calunnia: è evidente che essa mi diffamava per indurre la zia - che è ormai agli ultimi suoi giorni - a privarmi della mia parte di eredità.

All’ospedale San Giovanni il dottor Vasario ha riscontrato alla donna la frattura di uno zigomo e all’uomo contusioni multiple ed ecchimosi guaribili in una decina di giorni.

 

“Parenti serpenti”, certamente. Ma viene alla mente un altro evergreen, la telenovela “Anche i ricchi piangono”. In ogni caso, Buon Natale! (m.j.).

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Articolo pubblicato il 24/12/2015