Saluzzo (CN). Prosegue con successo il “Bodoni Scienza”

Interessante e seguita conferenza del dottor Andrea Dematteis

Giovedì 3 dicembre si è tenuta nell'Aula Magna del Liceo Bodoni, nell'ambito della manifestazione “Bodoni scienza”, una conferenza serale intitolata “Il ritorno dei grandi mammiferi nelle valli saluzzesi”. E’ la presentazione dal carattere prettamente faunistico e biologico, che ben si accosta con gli interessi e gli argomenti trattati dai liceali, che sono accorsi in gran numero per prendere parte a tale attività, nonostante l'orario, stimolati sia dal tema discusso sia dalla storia dell'oratore.

Il dottor Andrea Dematteis, infatti, è veterinario, si interessa di fauna selvatica e fa parte del “Centro Ricerche sulla gestione della fauna selvatica”, dunque opera una professione poco nota agli studenti.

Il relatore esordisce con la descrizione della professione da lui svolta e coltivata fin dall'età giovanile, chiarendo alcuni dubbi e permettendo ai ragazzi di partecipare con semplicità all'intera conferenza. In particolar modo si è venuti a conoscenza dello specifico ruolo occupato dall'oratore nel suo contesto faunistico, cioè di protettore della fauna, tramite censimenti, cura in caso di malattie o di vigilanza in merito alla riproduzione.

L'assemblea ha inoltre esaminato la storia faunistica del Saluzzese, indagando e discutendo sulla presenza di determinati animali nei boschi nostrani durante il secolo scorso, i quali hanno subito, in meno di cinque decadi, un processo di estinzione e ricomparsa, e le relative cause e conseguenze, tutto ciò in modo multimediale e a diretto contatto con il pubblico studentesco, che ha fortemente apprezzato l'interazione, ad esempio quando ha potuto “mettere mano” su due palchi di cervo di notevoli dimensione, utilizzati dal veterinario per definire le differenze fra i diversi tipi di cervidi abitanti le nostre vallate.

Dunque, durante il corso della serata si è trattato ogni sorta di argomento riguardante la fauna, dalle descrizioni prettamente biologiche, l'habitat di sopravvivenza, i metodi di caccia, fino al clima, il relativo cambiamento e gli effetti che potrebbe comportare sugli animali piemontesi.

Non sono mancate le curiosità, che hanno divertito ed interessato gli ascoltatori, come ad esempio la situazione dello stambecco nel passato, visto come animale demoniaco a causa di due ossa formanti una croce presenti nell'apparato valvolare, anticamente definito come simbolo esoterico e simboleggiante il male e che ne ha causato una forte riduzione nelle nostre montagne, oppure molto apprezzate sono state le foto del Monviso, sia recenti che del secolo scorso, rappresentanti il cambiamento climatico e gli effetti causati sui ghiacciai.

Gli studenti bodoniani sono allenati a dover collegare e mettere in relazione ogni disciplina studiata ed in tale conferenza hanno avuto modo di mettere in pratica ciò, in quanto dalla scienza e biologia si è passati, frequentemente, anche alla storia. Infatti al fine di capire le cause dell'estinzione e del ripopolamento il Dr. Dematteis ha spiegato la storia piemontese ed il suo relativo diritto politico, confrontandolo con quello tedesco: la Germania infatti non ha subito l'estinzione degli animali proprio grazie al suo particolare sistema legislativo, che evitava una frammentazione e dunque il disboscamento dei suoi territori.

Degna di nota è anche la discussione sorta attorno alla figura dei predatori, che hanno ripopolato le zone piemontesi in modo autonomo, ma che sovente non risultano essere compatibili con l'ambiente alpino: lupi ed orsi talvolta determinano una riduzione troppo drastica del numero delle specie animali da loro cacciate, mentre la lince, felino che non è ancora ricomparso nel Saluzzese, permetterebbe una maggiore salvaguardia anche di tutti gli altri mammiferi.

Ciò è avvalorato dalla tesi dell'oratore, il quale è convinto che l'uomo ed i grandi mammiferi si siano evoluti assieme durante il corso dei millenni e che, dunque, non ci possa essere spazio per un altro predatore troppo violento, come i sopracitati.

Una conferenza particolarmente interessante, che non lascia alcun dubbio nel pubblico e che, anzi, ha permesso di approfondire un tema sovente non trattato e, soprattutto, esaltando la bellezza della nostra regione ed in particolare della nostra provincia, che anno dopo anno tende a diventare sempre più verde e popolata dalla fauna autoctona.

Andrea Borghi, 3^D

liceo Scientifico G.B. Bodonia

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Articolo pubblicato il 09/12/2015