Torino - “La ricreazione è finita. Scegliere la scuola e trovare il lavoro”

Roger Abravanel e Luca D’Agnese hanno scritto un libro dal titolo vagamente minaccioso

“La ricreazione è finita. Scegliere la scuola e trovare il lavoro” è il nome del volume presentato nell’incontro organizzato del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale di Torino, in collaborazione con Yes4To e con il patrocinio della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo.

Roger Abravanel e Luca D’Agnese hanno scritto un libro dal titolo vagamente minaccioso: “La ricreazione è finita”. Non a caso, sotto il titolo minaccioso, il sottotitolo promette una via di uscita: “scegliere la scuola trovare il lavoro”. 

Un saggio dedicato ai temi della scuola e della ricerca del lavoro, attraverso un’analisi rigorosa ed un vademecum di consigli pratici che spiega come la formazione scolastica sia in grado di offrire ai ragazzi opportunità concrete per costruire il proprio futuro personale e professionale.

Il libro è un meticoloso manifesto contro il pessimismo, rivolto ai molti ragazzi in cerca di lavoro.

La tesi contenuta è che la scelta della scuola, soprattutto di quella superiore, sia importante nell’orientamento al lavoro, ma non solo. Tale scelta influenza infatti anche la propria formazione e la costruzione del proprio carattere personale.

Il volume è pieno di suggestioni accattivanti, di punti di vista inconsueti, molto vicino al sentimento  che tiene in vita i ragazzi più combattivi ed intraprendenti di fronte ad una prospettiva, quella del lavoro, che spesso non c’è e quando si manifesta è tutt’altro che agevole.

L’idea è che il periodo tra i 20 e i 30 anni non va sprecato e che sia opportuno fare come il giocatore di scacchi. Costui quando inizia la partita, non si chiede come arriverà a dare scacco matto, ma piuttosto come conquistare una posizione forte, che gli consenta di difendersi, non lo esponga a rischi eccessivi e, soprattutto che gli dia le massime opportunità.

Questo deve essere l’atteggiamento di chi si prepara al lavoro e, più in generale, alla vita da adulto.

Del rapporto fra education e  lavoro hanno discusso, insieme all’autore Roger Abravanel, il presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marco Gay con Cristina Tumiatti, presidente dei Giovani Imprenditori torinesi, la presidente Provinciale dell’Associazione Nazionale Presidi Stefania Barsottini, il coordinatore Yes4To Barbara Graffino, il capo segreteria tecnica del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Luccisano, la presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia di Sanpaolo Anna Poggi e Davide Canavesio di Torino Strategica.

Cristina Tumiatti ha evidenziato come il punto centrale nel percorso formativo di un individuo sia la sua personale responsabilità, la capacità di essere imprenditore di sé stesso, un concetto che in Europa si insegna già all’asilo.

Secondo la presidente, a Torino, città ove tecnologia innovazione e imprenditorialità convivono da sempre in modo fervido, il Gruppo Giovani ha dato vita ad O.G.G.I, l’Officina del Gruppo Giovani Imprenditori che giovedì inaugura la sua terza edizione, ( www.ggi-academy.it), un format in cui i ragazzi talentuosi che vogliono avviare un’impresa si confrontano con imprenditori  di successo e con le loro storie imprenditoriali, nonché con i temi portanti del fare impresa nel mondo attuale.

Un progetto che affianca ed integra quello denominato TalenTO  portato avanti da  giovani imprenditori e professionisti torinesi nell’ambito di Yes4TO, per favorire una nuova cultura del lavoro attraverso un percorso formativo non convenzionale basato sull’incontro, sulla condivisione, sui giochi di ruolo nonché sulle visite in azienda per toccare con mano la realtà produttiva.

Marco Gay ha sottolineato che la scuola dovendo formare i giovani al futuro, deve essere capace di trasmettere non solo "sapere" ma anche "saper fare".

“Da imprenditori, sappiamo che la maggior parte dei ragazzi che entrano in azienda, pur con molti talenti e conoscenze, non ha praticamente mai fatto un’esperienza di lavoro durante il percorso di studi” ha riferito.

I dati poi certificano che solo il 4% dei giovani sotto i 30 anni è riuscito a conciliare studio e lavoro, mentre in Germania, Regno Unito e Francia si arriva a oltre il 20%.

Per questo, il presidente crede che l'alternanza scuola-lavoro sia una svolta culturale e sociale importantissima, perché porta questa percentuale al 100% in tre anni. Perché supera il paradigma che “prima si studia, poi si lavora” affermando, finalmente, che il lavoro è il principale strumento di realizzazione umana. Perché è occasione reale per trasmettere competenze trasversali, valutare i talenti e premiare il merito.

“Ecco perché – ha concluso - come Giovani Imprenditori contribuiremo al massimo a trasformare l'alternanza da buona idea a ottima pratica, aprendo le nostre aziende agli studenti, perché da domani si possa dire ai ragazzi: non importa chi sei ma cosa sai e, soprattutto, cosa sai fare”.

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 06/12/2015