Torino - Crostacei come protesi per riparare lesioni

Dal mare arriva un contributo a dir poco sensazionale

 

Dal mare arriva un contributo a dir poco sensazionale per la microchirurgia del sistema nervoso periferico: dal guscio dei crostacei si ricava un biomateriale di origine naturale, che si chiama chitosano, un polissacaride, che viene utilizzato come protesi per riparare le lesioni dei nervi. Entro la fine dell‘anno queste speciali mini protesi artificiali, già impiegate da sei mesi in Europa e che hanno la forma di piccoli tubi, saranno disponibili anche in Italia, utili nella cura delle lesioni nervose e verranno utilizzate dai microchirurghi del Cto della Città della salute.

 

UNA TERAPIA NATURALE ED ECOMPATIBILE

 

Il nervo cresce di un millimetro al giorno all’interno del tubicino fino alla sua completa formazione e a scioglimento della protesi.

«Si tratta di una terapia del tutto naturale ed eco-compatibile che ricicla gli scarti della pesca di crostacei, come granchi o gamberetti – spiega il professor Pierluigi Tos, responsabile dell'unità operativa di microchirurgia del Cto –. Queste mini protesi fornendo alle fibre nervose un tunnel attraverso il quale ricrescere assicurano un recupero funzionale dei nervi lesionati paragonabile a quello degli innesti autotrapiantati. Le protesi sono del tutto assorbibili dall'organismo in sei mesi, un anno e senza alcun tipo di controindicazione o rischio di rigetto. Al momento ciascuna protesi è in grado di coprire una lesione fino a 3 centimetri, ma la ricerca è orientata a coprire lesioni fino a 6 centimetri». 

 

 

I SUCCESSI DELLA MICROCHIRURGIA

 

 

Si stima che siano oltre 200mila le lesioni all’anno in Europa causate per incidenti sul lavoro, sulla strada o anche in casa e circa il 5-10%, pari a 10-20mila casi, potrebbe beneficiare di queste protesi.

Le stesse mini protesi artificiali ai crostacei saranno uno dei temi in discussione al 26esimo congresso nazionale della Società italiana di microchirurgia (Sim), dal 26 al 28 novembre a Torino.

Il congresso tratterà di tutte le tecniche microchirurgiche in uso. «La tecnica microchirurgica, grazie all'ausilio di mezzi ottici di altissima precisione, ha fatto passi da gigante negli ultimi 15 anni e permette oggi la ricostruzione e il recupero funzionale di lesioni incurabili solo fino a pochi anni fa, in tutti gli ambiti della chirurgia – conclude il professor Tos, anche presidente Sim -. Sempre più raffinata, la microchirurgia oggi è in grado di suturare lesioni impiegando fili molte volte più sottili di un capello e potendo suturare vasi con un diametro inferiore a mezzo millimetro».

 

 

                                                                                              Liliana Carbone

 

                                                                     

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 06/12/2015