Malvagie al potere #8: la spietata regina dei Franchi che mai provò rimorsi

Intrighi, violenze, torture e una sfilza interminabile di omicidi. Eppure questa donna resse uno Stato e lasciò al proprio erede un regno prospero

Fredegonda (VI secolo), era una fanciulla tanto bella quanto ambiziosa: appena giunta al servizio della famiglia sovrana come dama di compagnia, ha da subito l'obiettivo di infilarsi nel letto del re per prendere il posto della sua consorte.

Ovviamente Chilperco, considerato dagli storici uno dei sovrani merovingi più sanguinari e spietati, non disdegna affatto le attenzioni di questa giovane e scaltra pulzella: il talamo del re è presto raggiunto, ma per giungere alla corona serve altro.

La furbissima dama di compagnia convince la regina a battezzare lei stessa la sua bambina appena nata, non essendo a disposizione alcuna madrina di rango adeguato. Qui casca l'asino: la sovrana, Audovera, non sa che per il diritto canonico questa pratica è assolutamente vietata, in quanto la madrina da quel momento diviene sorella dei genitori e se essa dovesse avere rapporti carnali con il padre della bimba commetterebbe incesto, con conseguente scomunica e annullamento del matrimonio.

Questo la perfida Fredegonda lo sapeva bene e non perde occasione per avvisare il re appena tornato a palazzo: così la trappola si compie perfettamente; madre e figlia si rifugiano in un convento, dove resteranno nascoste per anni.

Tuttavia il sovrano che per natura è orgoglioso oltre ogni modo, non può accontentarsi della bella Fredegonda che sì proviene da una buona famiglia, ma non sarebbe una sposa adatta come lo è stata per suo fratello, Brunechilde, moglie onesta e di sangue reale.

Potrebbe essersi trattato dunque di un complotto ideato dal sovrano con l'aiuto della sua amante per estromettere una moglie imposta, ormai logorata dalle continue gravidanze e che guarda caso ha una sorella maggiore ancora disponibile? Gli storici non hanno abbastanza elementi per poter rispondere con chiarezza a questa domanda.

Quello che è sicuro è che in ogni caso il sovrano propose alla sorella maggiore della moglie del fratello uno straordinario morgengabe (il dono del mattino seguente alla notte nuziale): un terzo delle sue terre, comprese le città di Bordeaux, Limoges, Cahors, Béarn e Bigorre, che resteranno alla giovane anche in caso di divorzio o vedovanza. Il padre della promessa, manco a dirlo, accetta la proposta.

Chilperco soddisfatto per la prestigiosa conquista, assicura alla sua sposa fedeltà assoluta e liberandosi delle favorite, riempie di attenzioni la nuova consorte. Ma come già la novella sposa ha potuto intuire, la virtù di Chilperco è “mobile qual piuma al vento” e infatti dopo pochi mesi il sovrano torna tra le braccia dell’amante.

La nuova sposa non è docile come la precedente: minaccia di tornare in Spagna ed è disposta ad abbandonare anche il suo dono di nozze. Un abbandono che se messo in atto si sarebbe una bruciante umiliazione, specie per un uomo tanto orgoglioso quanto Chilperco.

Casualmente, la mattina del 567 la donna è trovata morta, strangolata nel sonno. Il sovrano per qualche giorno mostra dolore e tristezza, ma poco dopo finisce per sposare la sua amante. Tutto a posto dunque?

Neanche per sogno. Brunechilde grida allo scandalo: da questo avvenimento scaturirà una guerra civile che, anche se in un primo tempo parve sedata da un accordo nel quale Chilperco si impegnava a cedere il morgengabe alla cognata, durerà invece trent’anni.

Nel 573 Fredegonda chiusa nella città assediata dagli uomini del fratello di suo marito, partorisce un bimbo; il momento non è certo dei migliori e la donna non sa se abbandonare o lasciar morire il bambino per mettersi in salvo senza quel peso. La sovrana capisce tuttavia che è certamente più utile eliminare il problema alla radice: affida a due fedelissimi l’incarico di uccidere il cognato.

Spogliata di tutte le sue ricchezze la vedova Brunechilde viene rinchiusa con le figlie in un convento, riuscendo però a mettere in salvo il suo unico, piccolo, figlio maschio. Avviene poi l’impensabile: la bella vedova e colui il quale la scortò al convento (figlio di primo letto di Chilperco) si innamorano e scappano insieme: la donna riesce a riconquistare il regno per il suo unico figlio.

Ancora una volta ci pensa Fredegonda a prender in mano la situazione; grazie a questo pretesto liquida tutti i figliastri e quando i suoi due figli muoiono, accusa l’ultimo figlio di Audovera che dopo pesanti torture viene pugnalato a morte. Stessa fine riserva anche alla madre Audovera, ancora potenzialmente pericolosa per la sovrana che nel dubbio fa violentare l’ultima figlia di Audovera di modo che, disonorata prendesse il velo.

Nel 584 Fredegonda partorisce un altro bambino, poco dopo Chilperco morirà assassinato di ritorno da una battuta di caccia. Probabilmente per mano della moglie che tuttavia senza il suo protettore non se la passerà bene, soprattutto quando il cognato superstite nominerà suo erede il nipote che le muoverà battaglia. L’indomabile sovrana però lo sconfiggerà clamorosamente, stando addirittura alla testa dei suoi uomini.

La sovrana che mai conobbe il sentimento del rimorso, resse con fermezza lo Stato e morì comodamente nel suo letto, lasciando al figlio un regno prospero e una vendetta da compiere contro la persistente Brunechilde: il figlio della defunta sovrana la farà catturare, torturare e, infine, attaccare per un braccio, una gamba e i capelli alla coda di un cavallo selvaggio che al galoppo fa a pezzi il corpo dell’ormai anziana regina.

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Articolo pubblicato il 01/12/2015