Susa (TO) - Punto nascite addio?
L'ospedale di Susa

Manifestazione popolare domenica con un sindaco bizzoso e i cittadini esasperati

Come preannunciato domenica pomeriggio a Susa si è tenuta una manifestazione organizzata dal comitato a difesa della salute pubblica.

In apertura ha preso la parola Monica Montabone che ha tristemente ricordato come a pochi giorni di distanza dalle giornate a difesa dell’Infanzia ed in ricordo della Carta dei diritti del Fanciullo firmata nel 1924 e contro la violenza sulle donne, a Susa si chiuda il punto nascite e la presenza, nel Pronto Soccorso del presidio pediatrico e ostetrico ginecologico.

 Così donne e bambini saranno, a dispetto delle parole e delle ricorrenze, particolarmente indifesi, tenendo sempre presente la dislocazione della valle che si snoda sino a Claviere, senza contare le vallate laterali, flagellate dal maltempo nella stagione invernale, con strade notoriamente insicure e mezzi di trasporto pressoché assenti, soprattutto nei giorni festivi e nelle ore serali.

Un cittadino di Cuorgné, ove il punto nascite è già stato soppresso, ha dimostrato come il day service, sbandierato come rimedio dall’assessore Saitta ai sindaci della valle, sia di scarso funzionamento per le modalità e la ristrettezza degli orari.

Ha poi preso la parole Stefania Batzella, consigliere regionale del M5S, reduce da accesi scontri avvenuti, nel corso dell’ultimo anno, con l’assessore Saitta e con un ulteriore, generoso e appassionato intervento nel corso della seduta del consiglio regionale del 24 novembre.

Senza mezzi termini Batzella ha tirato in ballo i sindaci della Valle. Costoro in primavera avevano depositato un ricordo al Tar contro la chiusura del Centro nascite. Ricorso successivamente ritirato davanti a promesse d’interventi sostitutivi da parte dell’assessore Saitta.

Sentendosi tirato in ballo interviene poi il sindaco di Susa Sandro Plano. Accolto da un paio di contestatori, perde le staffe ed inveisce con frasi volgari nei confronti degli organizzatori della manifestazione e in primis di Stefania Batzella, accusata di non aver fatto un c….  Plano cerca , seppur sommerso dai fischi di spiegare di essere stato , durante gli anni della sua sindacatura sempre a difesa del benessere dei propri concittadini.

 In questo frangente, la giunta regionale ha illustrato ai sindaci che con la chiusura dei punti nascite con un volume inferiore ai 500 parti all’anno, si stava solamente applicando una legge statale, e loro si sono adeguati.

 I fischi continuano, Plano conclude rapidamente. La stessa veemenza la usa con il sottoscritto, che intendeva civilmente consentirgli di esporre il suo pensiero e gli impegni che si sarebbe assunto nell’immediato futuro: mandato” a fare in c…”.

Forse in democrazia non è prevista l’educazione, quale requisito per ottenere una carica pubblica?

Maggior concretezza ha contraddistinto l’intervento del sindaco di Borgone di Susa, Paolo Alpe, che ribadendo le “costrizioni subite dal sindaci da parte di Saitta, ha manifestato la volontà di riaprire il discorso con la regione non appena si sarà esaminato il contenuto e le deroghe previste dal decreto Lorenzin, a favore del mantenimento dei punti nascite nelle zone disagiate.

Ha poi concluso la prima parte degli interventi Alberto Perino, leggendario esponente dei NO TAV.

Perino ha sdrammatizzato le scaramucce e il disappunto dei manifestanti per gli accessi all’ospedali impediti da un cordone di carabinieri schierati in assetto anti sommossa e le “giustificazioni dei sindaci sul loro operato”.

Le responsabilità ha proseguito Perino “Sono del PD e portano i nomi di Chiamparino e Saitta. E’ nei loro confronti  che i cittadini devono protestare, manifestare e ricordarsi alle prossime scadenze elettorali”.

 E’ poi seguito un corteo pacifico per le strade di Susa, con l’ascolto di ulteriori testimonianze d parte di madri che hanno partorito all’ospedale e di cittadini. 

Sul comportamento del sindaco di Susa, Stefania Batzella ci ha dichiarato “Non c' è un limite alla vergogna... che cosa abbiamo fatto? Abbiamo sempre sostenuto il punto nascite e il buon funzionamento dell' ospedale. Siamo stati sempre accanto ai cittadini e abbiamo portato le richieste nelle sedi competenti e non abbiamo mai preso accordi contro la volontà popolare.
Continueremo le nostre battaglie fino a quando le nostre voci verranno ascoltate”.

La protesta non sarà una fase a se stante.

 Come già ci aveva dichiarato nell’ultimo consiglio regionale , Batzella, non appena potrà leggere ed approfondire i principi sostenuti dal decreto Lorenzin tornerà alla carica. A questo punto come si comporteranno i sindaci della Valle Susa?

Si batteranno a difesa dei propri concittadini o prevarrà l’ordine di scuderia proveniente dal PD?

 Civico20 continuerà, in modo trasparente, a seguire la vicenda.

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 30/11/2015