Oggi scrivono tutti, ma proprio tutti. Quante volte lo abbiamo sentito ripetere, se non addirittura affermato anche noi, quando il nostro vicino di casa, o il barista che ci prepara abitualmente il caffè la mattina, ci hanno invitato alla presentazione del loro libro, romanzo, saggio o raccolta di poesie appena pubblicata. In questo mare magnum di autori è possibile che uno solo fra i tanti possa raggiungere la notorietà; gli altri dapprima saranno contenti di essere riusciti a vendere alcune copie del sudato libro, poi non resterà loro che cercare una sistemazione in casa, o in cantina, delle copie residue, adeguatamente protette.
E' servito a qualcosa tutto ciò? Certo. Gli psicologi hanno dimostrato che un risultato, solo in apparenza fallimentare, si è rivelato assai utile all'equilibrio psico-fisico dello scrittore, sia pure dilettante. Lo sforzo computo dall'autore, gli ha permesso di trascorrere molte ore del suo tempo libero impegnando la mente in una attività che, come molti svaghi, consente di isolarsi dalle proprie preoccupazioni ritraendosi temporaneamente dalle inevitabili avversità quali le tristezze e lo stress, da cui siamo quotidianamente afflitti.
Inoltre, a differenza di altri metodi utilizzati per estraniarsi per brevi periodi dai propri problemi, come lo sport o qualsivoglia altra attività fisica, si è giunti alla conclusione che la scrittura esercita una notevole attività terapeutica. Si tratta infatti di un esercizio mentale attivo che consente alle persone che decidono di scrivere, di sperimentare una maggiore felicità, godere di migliore salute e di incrementare la propria produttività.
Questi effetti vengono potenziati quando vengono riportate, sotto forma di diario, le proprie difficoltà e quando si riesce a creare un archivio scritto dei sogni e dei propri ricordi. Prende così corpo un testo in cui viene a trovarsi la propria storia personale; rileggendo in un tempo successivo quanto scritto nel corso degli anni, non si potrà fare a meno di meditare su quanto si è cambiati, su come si è usciti da determinati situazioni. In una semplice raccolta di pensieri è contenuto l'iter della propria crescita personale, ripercorribile rapidamente.
Al semplice riportare i propri pensieri sulla carta, ci si può rendere conto che è più facile affrontare i sentimenti personali più nascosti, nella posizione privilegiata di unico osservatore. Una volta scritti in un quaderno, o in un qualsiasi editor di testo, si arriva ad avere l'esatta comprensione dei propri stati d'animo, quali questi siano stati o quali siano nel preciso momento in cui si scrive. La chiara visione della situazione in cui si trova colui che rilegge la descrizione dei suoi problemi, gli consente di intravedere con chiarezza una via d'uscita assai più facilmente che non seguendo i consigli offerti dalle persone da cui è circondato.
Questo può aprire la porta a intraprendere azioni che possono fare la differenza. E' molto positivo, per chiunque, avere la coscienza di essere l'autore della storia e di esserne l'attore, piuttosto che un semplice attore di questa.
Gli stati di malattia traggono un gran beneficio dall'utilizzo della scrittura., in particolare proveranno un gran sollievo le persone a cui è stato diagnosticato un cancro, specie quelle che non si perderanno d'animo e decideranno di descrivere quotidianamente quanto avviene nella loro vita, quali siano i cambiamenti determinati dalla malattia, annotando soprattutto quelli che a loro sembreranno piccoli miglioramente ma attraverso i quali è dato avere un barlume di speranza.
Dal punto di vista psicologico, la scrittura permette al paziente di affermare la creatività di fronte alle sue paure. Nel diario della sua vita vi potrebbero essere richiami al passato. In questo il paziente può rintracciarvi un risvolto poetico, oppure vi potrà essere una benefica commozione rileggendo di errori commessi, forse irrisolti, oppure ormai risolti da tempo. Potrebbe essere sviscerata una storia complessa tale da evidenziare la genesi dei problemi di salute, legati alla vita sociale, ad errori finanziari, a delusioni legate alla sfera sentimentale e così via.
Il semplice riconoscerli sarà già un notevole passo avanti per loro rimozione. Potrà portare più facilmente il soggetto a rompere ogni indugio e a chiedere aiuto, quel'aiuto che, fino a quel momento, non era riuscito ad ottenere.
Questo tipo di comunicazione , a cui viene dato il nome di 'scrittura espressiva', o 'terapia di divulgazione scritta', può pertanto avere la potenzialità di aiutare a guarire sia mentalmente che fisicamente. Sono stati compiuti esperimenti, in cui i partecipanti hanno descritto i loro pensieri e sentimenti legati ad un evento stressante per un massimo di 20 minuti nell'arco di tre o quattro sessioni di scrittura, in cui sono state riportate, per la maggior parte, esperienze traumatiche.
In questi gruppi sperimentali si sono osservate una migliore salute fisica, un migliore funzionamento del sistema immunitario, ed una riduzione dei di giorni di riposo a causa di malattia. E' un esercizio utile per estrapolare il meglio di ciò che siamo e presentarlo al mondo come una forma di medicina. In ognuno di noi vi può essere una poesia, o una storia da cui deriva tutta la nostra esperienza.
L'affondare i pensieri nei meandri più profondi del nostro io costituisce così un dialogo interiore unico capace di richiamare alla mente emozioni passate, di riviverle mentre si scrive e soprattutto di riconoscerle, elemento questo dunque di fondamentale importanza, indispensabile per il processo di rimozione e per la sucessiva risoluzione del problema da cui una persona è afflitta.
illustrazioni tratte da:
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https://janetglaser.files.wordpress.com/2012/01/keep-calm-and-write-something.jpg
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Articolo pubblicato il 30/11/2015