DON BACKY: immensità di un grande autore

“Lo spettacolo di stasera è una cosa molto particolare. Nel primo tempo, insieme al mio primo gruppo, I Fuggiaschi, rifaremo i pezzi che proponevamo agli inizi della nostra carriera, dopodichè subentra il mio gruppo attuale, col quale proseguirò lo spettacolo, dal momento in cui I Fuggiaschi decisero di intraprendere la carriera da solisti. Ma ci saranno parecchie sorprese, aneddoti, immagini che ripercorrono momenti della mia carriera. Una cosa teatrale, se così si può dire. Diversa dal solito”.

E così è stato.

Un recital, la storia di un uomo, di un artista, di una una persona “umile e meravigliosa”, come lo definisce giustamente l’amico Toni Campa.

Una vita artistica raccontata attraverso le sue canzoni, in rigoroso ordine cronologico, condita da gustosi aneddoti, retroscena e curiosità, spesso sconosciuti al grande pubblico, che hanno reso lo spettacolo al Teatro Gioiello, unico ed indimenticabile.

Il tutto magistralmente orchestrato dalla sapiente regìa proprio di Toni Campa che, smessi per un attimo i panni del promoter, si cala perfettamente nel ruolo di regista dello show, pescando a piene mani dal suo background di consumato cineasta e dal proprio preziosissimo archivio musicale.

Attraverso domande, provocazioni, suggerimenti, crea di fatto uno show senza eguali, show che si apre con due video: “Sognando” interpretato da Mina e “L’Immensità” nella versione di Gianna Nannini.

Poi Don Backy sale sul palco, insieme a I Fuggiaschi, “...dopo cinquant’anni esatti...” e la musica diventa un modo per ripercorrere le tappe della vita artistica di uno dei più grandi compositori contemporanei: si parte naturalmente con “La storia di Frankie Ballan” per arrivare a “L’amore” ultimo brano inciso con il gruppo.

Maurizio, Charlie, Giorgio, Rinaldo, Claudio e Mario, I Fuggiaschi appunto, regalano al numerosissimo pubblico presente, le atmosfere tipiche degli anni ’60, quando gli strumenti erano tali, “elettrici” e basta, e la musica si ascoltava col giradischi, rispolverando, soprattutto nella bellissima “Cara”, il suono dell’Organo Hammond, attraverso il “Key-B Organ”, strumento che ci riporta a timbriche in perfetto stile Procol Harum, che naturalmente fanno luccicare gli occhi a chi, come me, è nato ascoltando quel tipo di sonorità.

E’ poi la volta di un interessante siparietto, ospite Emanuele Bertelli, eroe suo malgrado del programma televisivo “Ti lascio una canzone”, che ha interpretato “L’Immensità”, brano presentato proprio durante il talent di Antonella Clerici.

Rapido cambio di strumentazione, il Trio che accompagna da qualche anno Don Backy sale sul palco e tutto è pronto per la seconda parte del recital, che si apre proprio con “L’Immensità”, finalmente, permettetemi di sottolineare, eseguita dall’autore con una intensità inarrivabile per chiunque altro.

Ancora una manciata di brani tra cui “Canzone” dove Don racconta la verità sulle vicende relative alla fuoriuscita dal “Clan Celentano” dopo il Festival di Sanremo del 1968, “L’artista” e “Vent’anni”, veri e propri manifesti della vita musicale e non solo dell’artista toscano.

Un commosso ricordo di Franco Califano, con una strofa di “L’ultimo amico va via” e dopo quasi tre ore volate tra musica e parole, cala il sipario.

Abbiamo avuto la fortuna di assistere ad uno show unico ed indimenticabile, fortemente voluto da Toni Campa, che, stanco ma soddisfatto, mi dice con una punta di orgoglio: “...stasera abbiamo aperto una nuova strada...”.

Prima del recital, ho scambiato qualche impressione con Aldo, alias Don Backy: persona umile, disponibile e arguta, come pochi altri.

Don Backy, un rapporto con Torino che non vuole interrompersi...

(sorride, ndr)”...Assolutamente si. Qui ho mosso i primi passi della mia carriera artistica, ancora da diletante. Qui ho avuto modo di incidere i miei primi due 45 giri, assolutamente autoprodotti, con una piccola etichetta che stava in Via San Donato al numero 7, si chiamava “Rainbow Records”. Il primo di questi due dischi, capitò nelle mani di Adriano Celentano, che stava formando il Clan, gli piacque la canzone che avevo inciso e mi mandò a chiamare. In un certo senso tutto è nato qui a Torino, anche perchè quel 45 giri, fu il primo che incisi per il Clan, “La storia di Frankie Ballan”. Poi, da Torino partì anche il primo Cantagiro e io debuttai proprio qui, nella prima tappa, arrivando poi secondo nella classifica finale. Quindi...Torino è casa mia...anche con il mio primo gruppo, I Fuggiaschi, frequentavamo “l’Hollywood” e altre sale, poi, negli ultimi anni sono  tornato spesso ad esibirmi al Le Roi, da quando lo ha preso in gestione Toni Campa”.

Don, lei qualche giorno fa, ha pubblicato su Facebook una lettera aperta a Carlo Conti, riguardo al Festival di Sanremo. Vuole parlarne? Premesso che condivido in pieno il suo pensiero.

“Posso ribadire questo:  a me ha dato molto fastidio la risposta che hanno dato ad un arrangiatore, tra l’altro qui di Torino, che ha presentato un brano per l’ammissione. Tra l’altro io sono 44 anni che non partecipo a Sanremo e forse sarebbe stato il caso di farmi un invito, magari extra concorso, visto che ci sono stati la Nannini e Il Volo con “L’immensità”. Magari meritavo un piccolo riconoscimento. Comunque...la risposta di Carlo Conti è stata che quest’anno non vuole vecchi cantanti. Al che, ho ritenuto la frase altamente offensiva, ma anche un po’ razzista, tutto sommato, una specie di apartheid musicale. Cioè, i cantanti di una certa età, sia artistica che musicale, non hanno più il diritto di esprimere la loro arte? E chi ti dice che quelli di oggi sono più graditi di quelli di ieri? Rapper e compagnia bella a Sanremo? Chi ti ha dato il successo quando facevi “I migliori anni”?...I rapper o i cantanti degli anni ’60-’70?...Forse che son morti tutti quelli che guardavano quella trasmissione? Non pensi che, anche solo per una serata gradirebbero vedere e ascoltare noi della “vecchia generazione”? Magari abbiamo qualcosa da proporre, meglio degli ultimi anni di Sanremo, dove non è uscito un successo che è uno, a parte Il Volo, l’anno scorso”.

Sono praticamente le stesse cose che mi dicevano Livio dei Camaleonti e Pietruccio dei Dik Dik, giusto un anno fa, proprio al Le Roi...

“Discriminazione musicale...tu (Carlo Conti, ndr) non ti puoi permettere di dire:”i vecchi cantanti”...i vecchi cantanti una mazza!...Abbi pazienza...io sono un cantante attuale, ho scritto testi come “Pregherò” nel 1962, quando certe cose non esistevano, si ascoltava per radio “Papaveri e papere”, ho scritto “Sognando” nel 1971...conosci qualcosa di quello che ho fatto negli ultimi vent’anni? No! E allora come fai a dire che son vecchio? Son più giovane io di tutta sta baraonda che fa finta di essere moderna, solo perchè fa il rap e si fa i tatuaggi nel collo. Ma mi faccia il piacere! La musica è un’altra cosa! Caro Carlo Conti, quando presentavi con quei bei riccioloni neri al “Giglio Bellavita” a Firenze, allora non dicevi che ero vecchio...”

Mi spiace averla fatta arrabbiare, anche se vedo con piacere che il sangue toscano...

“...no...non mi arrabbio più ormai...(sorride, ndr)”.

D’accordo...mi dica cosa fa Don Backy da domani, viste le sue varie attività: musicista, pittore, scrittore...

“Ho fatto un cd molto particolare che si intitola “A noi piacevono gli Everly Brothers”. Ho preso cinque canzoni mie degli anni ’50, e cinque del mio chitarrista di allora, Alberto Senesi, e le abbiamo riarrangiate sullo stile degli E.B. cantandole a due voci. Questo disco si trova solo sul mio sito “ www.donbacky.it ”. Poi sto preparando un disco con pezzi nuovi, che uscirà molto presto”.

Don, la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e mi permetto di salutarla, augurandole ancora tanta, tanta musica.

“Grazie. Buona musica anche a te”.

Il titolo di questo articolo non è farina del mio sacco, ma l’ho spudoratamente copiato proprio da Toni Campa, so che non me ne vorrà e lo ringrazio di cuore: lui i titoli e gli slogan non li sbaglia mai...


Le bellissime foto sono di Tina Rossi Photographer.


Stay always tuned !!!

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 27/11/2015