Le banche che possono scatenare un effetto domino sulle altre in caso di crisi finanziaria

Una lista stilata dal Financial Stability Board ( FSB) nell' ambito G20

"Troppo grande per fallire" è  una frase che è diventata per molti  il leit motiv nelle famiglie, a proposito della crisi finanziaria che colpì anche   le banche, che furono sottoposte alla verifica delle istituzioni finanziarie nei rispettivi Paesi, nel tumulto economico che iniziò nel 2008.


I salvataggi con i fondi cosiddetti “ salvastati” nel 2008-2009 hanno fornito una rete di sicurezza per il sistema bancario globale, diventato fatiscente e pericoloso per tutto l' andamento dell' economia globale e nazionale. Con molte critiche degli oppositori a questo tipo di aiuto agli istituti di credito, il salvataggio di diverse ed importanti banche nazionali ebbe inizio, fino a comportare una spesa complessiva di oltre cento miliardi di euro.


In risposta a questa crisi, la più grande dalla Seconda Guerra mondiale, i Paesi del G20 hanno quindi istituito il Financial Stability Board, un “cane da guardia” globale per le istituzioni finanziarie. Uno dei suoi compiti è quello di individuare le banche che non possono andare in fallimento senza causare un effetto domino.


Il FSB prevede che detti fondi di stabilità debbano andare alle banche di rilevanza sistemica, o GSIB.


Nella tabella qui di seguito riportata, le banche sono divise in segmenti, con riferimento alle esigenze di cassa che dovrebbero compensare le eventuali perdite. Se queste ultime sono superiori a quelle stabilite dal Financial Stability Board, basate su quanto sia importante la banca per il sistema finanziario globale, essa è forzata alla revisione di bilancio. Più alto è il numero, più importante è la banca in questa sistemazione fissata da FSB, e più capitale sarà richiesto per potere operare sul mercato.

 

Nella parte “ tranquilla” della tabella compare Unicredit Group, che ha il valore più basso = 1, ed è l'unica banca italiana ad essere considerata in questa lista delle banche che potrebbero scatenare un effetto domino sulle altre banche.


Si noti che compare il Credit Agricole, sempre con valore 1, che in Italia vanta il possesso di CARIPARMA.

 


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Articolo pubblicato il 28/11/2015