Moira Orfei

Il ricordo di un ammiratore

Appresa la notizia della morte di Moira Orfei molti quotidiani le hanno dedicato quello che in gergo giornalistico viene definito “Il coccodrillo” (biografia aggiornata di personaggi viventi, pronta per la pubblicazione in caso di decesso).

Quasi tutti hanno giustamente ricordato gli episodi più significativi delle sua vita, le sue straordinarie capacità professionali di interprete dello spettacolo circense, tanto da meritarsi il titolo di Regina del Circo.

Non da meno le sue qualità di attrice protagonista di molti film di genere sotto la direzione di registi eccellenti come Pietro Germi e Dino Risi.

Nata e vissuta nell’ambiente del Circo, dotata di una bellezza travolgente, abilissima domatrice (la chiamavano Moira degli Elefanti), sapeva accattivarsi le simpatie del pubblico per la sua intensa e appassionata recitazione.

Durante lo svolgimento dello spettacolo non si sapeva se ammirare di più la sua fermezza e la sua determinazione, travestite da grazia e tenerezza che esprimeva verso i pachidermi con zuccherini offerti a conclusione di ogni numero, oppure se abbandonarsi all’incantesimo che promanava dalla sua figura sensuale, dolcissima e mai volgare. Molte sono state anche le immagini di lei pubblicate, sia quelle dell’ età giovanile sia quelle della sua seconda attività intrapresa quando il mondo del Circo le aveva già attribuito larga popolarità.

La più famosa delle sue fotografie, che ritrae le sue grazie posteriori mentre cammina in piazza Duomo a Milano, è stata addirittura esposta al Guggenheim di New York !

Poi, in età più matura, la sua prorompente bellezza, cristallizzata in una fotografia apposta sui caravan del Circo e sulle locandine degli spettacoli,  ha fatto il giro del mondo fino ai nostri giorni.

E se quella fotografia che la ritrae pesantemente truccata, con i nerissimi capelli raccolti sulla nuca, gli occhi cerchiati di nero e le labbra di color rosso smagliante atteggiate ad un sorriso allegro e coinvolgente appare oggi superata perché fuori dai canoni della moderna figura femminile da prima pagina, nondimeno da essa traspare tutta la sua schietta gioia di vivere mantenuta fino al termine della sua vita.


Ed è proprio alla sua abilità e a quella sua gioiosa, vibrante sensualità, trasmessa con grazia e con accattivante candore ai suoi ammiratori,  che è dovuto, depurato da ogni riferimento cronachistico, il mio personale, modesto “coccodrillo” in suo onore.

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Articolo pubblicato il 27/11/2015