Aumentati i casi di psicopatologia in adolescenza causati dall'uso smisurato di smartphone, internet e social Network

Sul questo delicato tema si sono interrogati nei giorni scorsi i medici della Neuropsichiatria infantile

Aumentano i casi di disagio tra gli adolescenti che incontrano già in tenera età la malattia psichiatrica, che porta il nome, tra le più diffuse, di anoressia, di bulimia, di depressione. Uno su sette ne è colpito. La condizione di disagio in cui vivono oggi i giovanissimi - conseguenza della crisi familiare, sociale e scolastica attuali - li spinge non solo ad isolarsi tra le quattro mura di una stanza, ma anche ad abbandonare la scuola, fenomeno che oggi interessa sempre di più bambini dai 10-11 anni, mentre un tempo erano gli studenti delle scuole superiori. E’ emergenza. La psicopatologia è un fenomeno che cresce, e secondo gli esperti la percentuale è raddoppiata negli ultimi dieci anni, arrivando a toccare picchi del 15 per cento, e a contribuire all’aumento c’è anche il sovrautilizzo di smartphone, internet e social network.

Sul questo delicato tema si sono interrogati nei giorni scorsi i medici della Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Regina Margherita in occasione del seminario “Un ponte tra ospedale e territorio” organizzato dai massimi esperti del settore, per fare il punto sulla deriva causata dalla realtà virtuale tra i giovani, sui rischi dei nuovi linguaggi virtuali e per proporre il progetto di reinserimento protetto dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, in fase di ripresa evolutiva, seguiti al Regina Margherita. L’evento, che si è aperto al Centro congressi “Molinette Incontra”, presso l’aula Magna Dogliotti di corso Bramante 88, è stato promosso dall’azienda ospedaliera universitaria Città della salute e della scienza di Torino – ospedale infantile Regina Margherita, dall’Associazione CasaOz Onlus, dalla Cooperativa sociale Mirafiori Onlus, dalla Scuola in ospedale della Regione Piemonte.

«Oggi l’uso dei social network da parte degli adolescenti è disseminante  – spiega la professoressa Pia Massaglia della Neuropsichiatria infantile -. La realtà virtuale recluta il loro tempo e gli spazi di gioco e di relazione, aumentando il loro isolamento; anche  se  si sentono sempre connessi, sono impoveriti di relazioni autentiche su cui si fonda la loro effettiva crescita, vivono nell’illusione che amore ed amicizie possano essere sperimentate, ma così non è. L'avvento dell'era di internet e degli smartphone ha facilitato inoltre la pratica dell'autolesionismo».

A salvarli dall’isolamento è un ponte tra ospedale e territorio. «Stiamo lavorando perché la già attiva rete terapeutica di accoglienza e di supporto multidisciplinare sia più omogenea a Torino e in Piemonte» spiega il professor Giorgio Capizzi, direttore della Neuropsichiatria infantile. «Il ricovero cura ma non guarisce certi disagi, ecco l’importanza di una rete più compatta che, costituita da punti di appoggio come centri diurni, gruppi di educatori, laboratori di arte, teatrali eccetera, consenta al bambino di tornare a casa ed alla vita sociale. Il ponte è la speranza di passare da una patologia grave ad un inserimento gestibile ed efficace nella società».

 

                                                                                                   Liliana Carbone 

 

 

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Articolo pubblicato il 22/11/2015