Francesco De Gregori tra furto e amore per Bob Dylan

Il nuovo disco del cantautore romano è già primo nelle classifica di vendita. Il suo Instore Tour di promozione è passato anche da Torino

“Forse sarà il diavolo o forse sarà Dio, ma devi sempre servire qualcuno”. Questa frase è parte di una strofa del nuovo cd di Francesco De Gregori. Un disco non di inediti, ma di cover. In questo caso il cantautore romano “serve” Bob Dylan traducendo e reinterpretando 11 suoi brani in un omaggio il cui significato viene perfettamente sintetizzato dal titolo dell’album stesso: “Amore e furto”.

Un ‘amore’ appunto, sbocciato nel cantautore romano nei confronti Dylan, fin da ragazzino: “Lo ascoltavo prima ancora di sapere l’inglese in effetti. Pian piano mi interessavo sempre di più alla sua musica e traducevo passo per passo le sue parole”. Una traduzione fedele che si può riscontrare anche in questo cd in cui De Gregori non ha voluto snaturare i pezzi, effettuando l’inversione di lingua scrupolosamente, quasi parola per parola.

La domanda che sorge spontanea e forse più scontata è sei mai i due artisti si siano incontrati. Il Principe la racconta così: “C’è stato un breve dialogo in camerino anni fa. Un incontro di quelli che non lascia niente in particolare a nessuno. C’è chi dice che mi bevemmo un bicchiere di vino assieme, ma io questo aneddoto non lo ricordo. Abbiamo poi diviso il palco la scorsa estate a Lucca, ma non ci siamo incrociati soprattutto per motivi di sicurezza”.

Forse non un incontro strabiliante come si poteva aver pensato nel nostro immaginario, ma in linea con quello che è lo stile un po’ scanzonato di un cantautore. La stima di De Gregori verso Dylan ha avuto il suo apice per quanto riguarda il periodo intorno al 1965: “In quegli anni ebbe la conversione elettronica. I puristi del folk non lo compresero e lo fischiarono al Newport Festival. Non potevano accettare che il loro massimo esponente si presentasse in versione rockettara”.

Eppure i cambiamenti sono parte integrante, se non dominante, della vita di un’artista. E i cambiamenti di De Gregori sotto, non solo il profilo musicale, ma su tutto ciò che la musica circonda sono evidenti, anche perché, come lui stesso afferma: “Siamo fatti di cellule che muoiono e nascono in continuazione. Sarebbe contro natura quindi rimanere sempre uguali e non sperimentare mai. Questo anche come nel caso di Dylan a Newport. Certo, alcuni cantanti non cambiano mai, ma facendo così prendono in giro i loro fan e anche loro stessi. Non bisognerebbe dare alla gente quello che la gente vuole, perché solo con la sperimentazione uno si può migliorare, ma anche creare un gruppo di persone che ti seguirà in ogni strada con questa coerenza”.

‘Amore e furto’ è già balzato in testa alle classifiche dei dischi più venduti in Italia. Il singolo apripista dell’album è ‘un angioletto come te, traduzione di ‘Sweethaert like you” che è stata eseguita dal vivo anche alla presentazione del disco alla Feltrinelli di Torino, così come Servire Qualcuno, alias ‘Gotta serve somebody’ e Non è buio ancora, ovvero ‘Not dark yet’.

Le canzoni che hanno fatto la storia della musica contemporanea come Blowin the wind, Like a Rolling Stone o Mr. Tamburine non sono state toccate. Ed in effetti la traduzione in italiano di questi mostri sacri sarebbe potuta risultare una scialba imitazione. Il plebiscito di critica e pubblico non è certo una sorpresa, ora non resta che attendere quale sarà l’ennesimo cambiamento del cantautore romano, il prossimo innamoramento, che magari produrrà un disco di inedito o chissà, ancora un altro ‘furto’.

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Articolo pubblicato il 21/11/2015