Attentati Parigi, la Camera Usa blocca il piano per accogliere i rifugiati

Obama ha formalmente minacciato il veto

Votata anche da 47 democratici, la legge approvata dalla Camera dei rappresentanti Usa prevede una stretta sui profughi siriani e iracheni, che prima di essere accolti come rifugiati dovrebbero passare severissimi controlli delle agenzie di sicurezza

Con i voti di tutti repubblicani, e di 47 democratici che hanno sfidato la minaccia di veto di Barack Obama, la Camera dei rappresentanti Usa ha approvato la legge che bloccherà l’ingresso nel Paese di profughi siriani ed iracheni che non hanno passato severissimi controlli delle agenzie di sicurezza.

 

Anche se la legge deve ancora passare al Senato, dove incontrerà una resistenza maggiore da parte della minoranza democratica, il suo passaggio bipartisan alla Camera è una brutta sconfitta per la Casa Bianca.

«E’ offensivo pensare che vogliamo stigmatizzare i rifugiati, ma se leggiamo il disegno di legge si trova un semplice processo di controllo da aggiungere a quello esistente», si è difeso Sean Patrick Maloney, uno dei democratici che ha votato in favore della legge affermando che l’amministrazione non è riuscita a spiegare in modo efficace perché avrebbe dovuto votare in modo diverso.

 

«E’ in gioco la sicurezza nazionale»

I leader, i candidati e i governatori repubblicani nei giorni successivi agli attacchi di Parigi, hanno insistito sulla necessità di evitare di esporre l’America al rischio che militanti dello Stato Islamico riescano ad entrare nel Paese con i 10mila profughi che Obama si è impegnato ad accogliere.

«Se le nostre forze di sicurezza e l’intelligence non potranno verificare che ogni persona non è una minaccia alla sicurezza, non dovrebbero essere accettati», ha detto lo Speaker Paul Ryan affermando che è «in gioco la nostra sicurezza nazionale».

 

Il veto di Obama

La legge prevede che un rifugiato potrà entrare nel Paese solo dopo aver avuto il via libera dall’Fbi, dal dipartimento per la Sicurezza Interna e la Direzione nazionale dell’Intelligence.

Per Obama questi controlli ulteriori non «forniranno nessuna significativa garanzia di sicurezza per il popolo americano», ma di fatto l’obiettivo di questi lunghi e complessi controlli è quello di bloccare del tutto il programma di ingresso dei rifugiati.

Per questo Obama ha formalmente minacciato di porre il veto - se questa verrà approvata dal Senato ed arriverà quindi alla sua firma - contro una misura definita contraria ai valori americani perché finirebbe per non accogliere persone che fuggono da guerra e terrorismo.

 

Clinton si allontana dal presidente

Sembra invece prendere le distanze dalla strategia di Obama la candidata democratica Hillary Clinton, secondo cui bisogna intensificare la campagna contro lo Stato Islamico, con un numero maggiore di raid e di aerei, anche di alleati, che vi partecipano.

In un discorso pronunciato oggi al Council of Foreign Relations a New York, la candidata democratica ha dunque sottolineato la necessità di rafforzare l’azione anche se si è allineata con il presidente nell’escludere l’invio di forze di terra.

«E’ arrivato il momento di avviare una nuova fase ed intensificare ed allargare i nostri sforzi per schiacciare l’aspirante califfato e negare allo Stato Islamico il controllo del territorio in Iraq e Siria - ha detto l’ex segretario di Stato - e questo inizia con una campagna aerea della coalizione più efficace, con più aerei degli alleati, più raid e una lista più ampia di obiettivi».

Fonte: Corriere della Sera.

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Articolo pubblicato il 19/11/2015