Il massacro di Parigi

Opinioni italiche

Venerdi 13 novembre ero in Francia. Ho potuto seguire con attenzione, per ore, i programmi televisivi delle maggiori reti televisive d’oltralpe. Sono giunte da tutte le parti del mondo e da tutti i capi di stato che contano le profferte di solidarietà e di partecipazione alla tragedia che ha colpito la nazione francese.

Unico assente nel coro il premier italiano Matteo Renzi, e nessuno ha citato nei vari telegiornali la nostra nazione.

François Hollande ha subito parlato di caccia serrata ai terroristi e di immediato blocco delle frontiere. Ma da buon tartufo socialista, malato come il nostro Renzi di annuncite acuta, ha fatto i soliti inutili proclami. Infatti, in barba al blocco delle frontiere, domenica alle ore quattordici, rientrando in Italia da Ventimiglia, ho potuto constatare che non vi era nessun controllo.

Rientrato in Italia, ho appreso dai talk show televisivi i soliti luoghi comuni.

Ho sentito dire che ci sono due Allah, uno buono ed uno cattivo, che ci sono due tipi di islam, uno moderato e l’altro sanguinario, e che i terroristi di Parigi non sono veri musulmani.

Ma nessuno di loro per i benpensanti di sinistra può essere definito bastardo, anche se è uno schifoso tagliagole.  Ho sentito anche dire che la colpa di questi massacri è della Francia, che non ha saputo integrare tre dei sei milioni di arabi che vivono li.

Si è fatto vivo il vecchio tuttologo Umberto Veronesi (l’uomo che si era fatto un nome come ginecologo, importando in Italia da Marsiglia l’intervento di qudrantectomia) per sproloquiare che “occorre da parte nostra uno sforzo pacificatore….

Hanno fatto sentire la loro sgradevole voce i Pisapia ed i Gino Strada, che sostengono come al solito che il problema è un altro, perché il pericolo vero è rappresentato dal proliferare degli xenofobi.

Ho sentito il cocco bello di Renzi, Dario Nardella, sindaco di Firenze, affermare, in questo tragico frangente, che occorre inviare nel califfato i caschi blu dell’ONU con il compito di proteggere i ruderi storici.

E ci sono quelli che, come il solito petulante Ivan Scalfarotto vogliono denunciare Libero perché ha definito bastardi gli assassini di Parigi. Gli fa eco il santorino Travaglio che accusa Libero di insultare gli islamici ed è con lui il gracidante Greco che conduce Agorà, affermando che l’unico problema è quello di non cadere nella xenofobia e nel razzismo.

Non  poteva certo mancare nel tragico contesto la voce del cardinal Bagnasco che, memore dell’invito divino “porgi l’altra guancia,” auspica il dialogo. Con chi voglia però dialogare il vecchio prete rimane un grande mistero.

Ineffabile, come sempre, la risposta del ministro degli interni Angelino Alfano. Il brav’uomo ha schierato la polizia davanti alle moschee, lui dice, per evitare ritorsioni.

Raggelante infine la risposta di Torino all’eccidio di Parigi. Il compagno sindaco della città, Piero Fassino ha proposto di dedicare il prossimo Salone del Libro alla cultura araba.

Per tutta la sinistra (el pueblo unido) e per le reliquie di scelta civica, rappresentate dal Liprandi, i morti sono morti ed il male da combattere ora è senz’altro e solo l’anti-islamismo.

 

 

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Articolo pubblicato il 20/11/2015