Cronaca dai quartieri di Torino - A Porta Palazzo contro il terrorismo
Maurizio Marrone e Marc Andre Domergue al gazebo di Porta Palazzo

Conferenza congiunta di Fratelli d'Italia e Front National nel cuore del mercato

Un gazebo affollato da Italiani e arabi copti a fronte di una decina scarsa di anarchici tenuti a distanza dalle Forze dell'Ordine, così si è svolta l'iniziativa comune Fratelli d'Italia - Front National nel mercato di Porta Palazzo, il cuore multietnico di Torino contro il terrorismo islamico.

"In questo quartiere sono ancora attive moschee salafite e legate ai Fratelli Musulmani, dopo gli atti di guerra a Parigi è intollerabile".

Queste le parole di Maurizio Marrone, Capogruppo di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale in Comune di Torino e Regione Piemonte nel corso della conferenza che si è tenuta presso il mercato di Porta Palazzo per ricordare i gravi fatti di Parigi della scorsa settimana.

Marrone ha anche affermato che

"in città governate da noi non ci sarà spazio per covi di integralisti che odiano l'Italia è l'Occidente. Lo ribadiamo qui insieme al Front National che con Marine Le Pen sta conquistando la fiducia dei Francesi con le nostre stesse parole d'ordine per la sicurezza nazionale e la difesa della nostra identità culturale".

Marc Andre Domergue, Consigliere comunale e metropolitano per il Front National a Nizza che ha risposto  positivamente all'invito di Maurizio Marrone con la presenza al gazebo, ha  aggiunto:

"Ho presenziato oggi a Torino, accanto a Maurizio Marrone e Vincenzo Macrì di “Fratelli d’ Italia”, dopo le azioni barbare che hanno colpito Parigi: città di ideali, diritti umani e di una solidarietà fondata su valori occidentali.  L’unione europea trasforma le nostre nazioni in province servili per il controllo delle loro economie e della loro sicurezza. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che la guerra ideologica e teologica, che colpisce la Francia e il Belgio, coinvolgerà a breve anche i nostri vicini".

Domergue ha anche affermato che Francia e Italia devono riprendere il controllo della loro sicurezza attraverso la soppressione degli accordi di Schengen e delle loro economie attraverso una graduale uscita dall’euro.

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Articolo pubblicato il 19/11/2015