Armiamoci e partite

All'indomani degli attentati di Parigi un Europa senza strategia può assicurare la sicurezza dei suoi cittadini ?

Ci risiamo, un altro attentato, altri "deeply concerned" del politically correct, nuove dichiarazioni farneticanti di chi gioca a spararla più grossa, e tra un paio di settimane si tornerà a parlare di De Luca in Campania e del Governo Renzi, perché ci piaccia o no l'Italia è questa, una nazione che da un ventennio almeno ha perso di vista l'importanza della politica internazionale ed i giochi politici si riducono a scaramucce interne per l'occupazione delle poltrone.

Dovremmo, specialmente i nostri politici, imparare che in questi casi prima di parlare bisognerebbe azionare il cervello o comunque aspettare almeno 48 ore prima di dire cose insensate ed invece assistiamo al festival delle idiozie, spesso con la motivazione politica di raggranellare un voto in più.

Salvini dice "per risolvere il problema isis bisogna togliere le sanzioni alla Russia, chiudere le frontiere e bombardare i mussulmani", un vero genio della strategia. Il novello generale Patton ci dice che per combattere l'isis dobbiamo allearci con chi bombarda l'FSA, gli unici che stanno realmente sparando a quelli del califfato. Inoltre questo genio ritiene che chiudendo le frontiere saremo al sicuro senza prendere in considerazione il fatto che gli autori di questi atti sono sempre cittadini con passaporti europei. UN GENIO

Un altro genio che era stato addirittura indicato come aspirante Presidente della Repubblica Italiana, Romano Prodi, dice che dobbiamo allearci con Russia e Cina e convincere Russia e America ad inviare soldati in medio oriente per fare la guerra.. Fatemi capire.. attaccano l'Europa e sono Russia e America che devono mandare i loro ragazzi a morire nel deserto ??

Non parliamo di Di Battista che suggerisce il dialogo con l'isis. Per fortuna l'Italia nel consesso internazionale conta come il due di picche e quindi le dichiarazioni dei nostri esponenti politici valgono come le battute di Zelig.

Parigi però ci insegna alcune cose che se non capite rischiano veramente di complicare il nostro futuro. Innanzitutto la matrice, quello di Parigi è un attacco isis, le modalità sono quelle della guerriglia, la più brutale e quella meno organizzata o perlomeno con una logistica basilare. Il fatto che tre kamikaze non siano nemmeno riusciti ad entrare in uno stadio ma si siano fatti esplodere all'esterno provocando un solo morto invece di migliaia, la dice lunga su quanto basso sia il loro grado di penetrazione nei sistemi di sicurezza. Jenny a' Carogna riusciva a far entrare allo stadio bombe, bastoni e tric e track, mentre questi non sono nemmeno riusciti a passare i tornelli..

Questo è uno di motivi che mi hanno fatto scrivere nei giorni precedenti che l'abbattimento del charter russo sui cieli dell'Egitto non poteva essere opera dell'isis.

Tali attacchi hanno dimostrato anche l'impreparazione della civiltà occidentale ad affrontare una guerra. Mentre all'interno del locale venivano giustiziati ad uno ad uno gli spettatori, fuori i reparti speciali dovevano prima di intervenire provare ad intavolare una trattativa in quanto il protocollo di intervento e le regole di ingaggio prevedono questo. Si è perso tempo, e vite umane, sull'altare della democrazia. Hollande sembra aver capito questa volta la lezione introducendo lo stato di emergenza che tradotto significa che tutte quelle regole vanno a farsi benedire e che la polizia ha in questo momento carta bianca.

E' importante capire questo perché "a la guerre comme a la guerre", cioè non si può affrontare un nemico simile con le regole del tempo di pace, è necessario che attaccanti e difensori giochino ad armi pari. Sarà questo un nuovo banco di prova per l’Europa perché se queste modalità operative non verranno adottate da tutti gli Stati membri ma si procederà invece in ordine sparso il messaggio dato sarà devastante per la nostra società.

L’Italia è uno dei primi Stati canditati a non seguire le orme della Francia e dopo il cordoglio di rito si ricomincerà con uno degli sport nazionali più amati dai magistrati, il “Daje allo sbirro”. Ricordiamoci infatti che in Italia abbiamo avuto Procuratori che hanno indagato personale dei servizi di sicurezza per le modalità di intervento nel caso Abu Omar o che rilasciamo (e gli diamo il permesso di soggiorno) un tunisino indicato dal Governo della Tunisia come un associato al gruppo di fuoco del Bardo. Che abbiamo centinaia di migliaia di persone straniere con un CV criminale di pagine e pagine e che le misure cautelari a cui vengono sottoposti sono l'obbligo di firma. Ricordiamoci che i Giudici sono sempre inclini ad indagare poliziotti se non hanno seguito scrupolosamente tutte le modalità di intervento, così succede che durante le manifestazioni dobbiamo assistere sempre a gruppi organizzati che attaccano con bastoni e petardi gli agenti schierati che a loro volta se reagiscono devono poi passare ore a scrivere verbali sul perché hanno dato una manganellata.

Il pericolo è prima di tutto interno, abbiamo una struttura sociale che protegge chi delinque e mette sulla graticola chi ci dovrebbe difendere, abbiamo un numero elevato di stranieri mussulmani di cui solo una piccolissima parte si immolerebbe per la causa della Jihad ma che se però continuiamo a fare confusione indicando TUTTI i mussulmani come nostri nemici, probabilmente favoriremo il proselitismo interno anche tra coloro che oggi sono nostri pacifici vicini di casa.

Non abbiamo conoscenza dei fatti reali che avvengono nel mondo Arabo, la nostra politica li usa per scopi interni ma non offre alcun spunto di analisi. Non ho sentito parlare nessuno nell'ultimo mese della brutalità degli attacchi russi in Siria, delle centinaia di morti innocenti civili provocati dai raid che non colpiscono l'isis ma instillano nella popolazione il terrore (quindi anche questo è terrorismo) con l'unico scopo di andare ad ingrossare i flussi migratori verso l'Europa. C'è forse differenza tra l'attacco di ieri ed il bombardamento delle case dei civili a Homs o a Ldid ? Amnesty International e Human RightWatch nei giorni scorsi hanno pubblicato i video di questi massacri denunciandone con forza l'atrocità ma questa volta non hanno avuto cassa di risonanza come in altre occasioni, sono stati silenziati. Nessuno dei nostri tuttologi che vivono grazie alle comparsate in TV si è posto questa domanda ?

Chiunque ha visitato un teatro di guerra sa benissimo quale sarebbe la risposta della popolazione se gli si chiedesse cosa ne pensa di Parigi, ti direbbero che gli dispiace per le morti innocenti ma che dà loro è la routine giornaliera questa..

O ci si rende conto che siamo in guerra e utilizziamo quegli strumenti di cui ci si dota in guerra oppure l'alternativa è quella di fare armi e bagagli e trovarsi un posto più tranquillo dove vivere i prossimi anni, lasciando qui i nostri cari politici ed i tuttologi di turno che giornalmente urlano “Armiamoci e partite !!”

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Articolo pubblicato il 15/11/2015