I nuovi "padroni" rinnegano il passato
Ultima strage a Parigi (foto ansa.it)

La strage di Parigi conferma un grave pericolo per l'umanità intera

Parlare oggi di ciò che è accaduto a Parigi la scorsa notte è difficile perché ogni tragedia sollecita un commento  equilibrato  da parte degli organi di informazione.  

Nello stesso tempo, ogni tragica notizia vuole, ed in ciò c’è da riflettere profondamente ed attentamente, l’immediatezza della comunicazione che spesso si riduce in una sterile competizione fra i vari redattori delle stesse testate, come pure di tutte le altre, nel voler affermare la propria personalità, il proprio “io descrittivo”.

Or bene, il tragico evento di cui ho detto nelle prime righe è, per dirlo alla francese, un déjà  vu, una triste prosieguo del disegno criminoso perpetrato dalla peggiore stirpe: i terroristi. Tragici strumenti, questi ultimi, di interessi politico commerciali che ambiscono al dominio assoluto, alla prevaricazione di chi non la pensa nella stessa maniera, all’intolleranza verso una società che si evolve al di fuori di parentesi religiose e di razza.

Già, perché se andiamo indietro nella storia ci accorgiamo che questi sono gli effetti scatenanti delle più grandi tragedie alle quali non si è saputo, o peggio ancora voluto, porre argine. Ed i fatti di oggi lo dimostrano, come pure mettono in luce la debolezza di chi difende i diritti democratici da chi ostenta il proprio credo in maniera violenta ed assolutamente intollerabile.

Ma sappiamo bene che il fenomeno della macchia d’olio non trova più ostacoli sufficienti alla sua inesorabile propagazione. Individuare ora le responsabilità in proposito è assolutamente grottesco e trasuda di un modus operandi, calcolato nei minimi dettagli, che ha nel fanatismo, religioso in primis, il migliore alleato.

Oggi tutti si dichiareranno contro la violenza,  forse anche coloro che ne sono gli artefici, lanciando anatemi e scomuniche che alzano il livello emozionale del momento ma che non producono, come già in passato, gli effetti desiderati.  

Certo non si può nascondere che le politiche messe in campo in alcune nazioni, Italia in primis, a proposito dell’immigrazione hanno mostrato nel tempo falle irreparabili, quelle che portano all’affondamento di una “barca” ingovernabile perché priva di un valido timoniere.

Ma qui si innesca un’altra diatriba che va al di là dei confini: quelli violati in nome di una falsa solidarietà che non garantisce dignità sufficiente a chi arriva da lontano fuggendo da persecuzioni e quant’altro, ma ugualmente a chi approfitta della situazione per infiltrarsi nelle varie nazioni e architettare i propri atti criminosi.

Il gioco perverso delle responsabilità coinvolge perciò tutti, soprattutto quella che si definisce “Società Civile” e chiude spesso gli occhi negando l’evidenza dei fatti. E dobbiamo purtroppo constatare e tragicamente accettare che non esiste tecnologia in grado di scaturire la soluzione all’attuale degrado che rischia di annullare opere e  vite umane sacrificate sull’altare della democrazia.

Oggi, più che mai, mi sento italiano e desidero proseguire il mio cammino della vita nel profondo rispetto di chi l’ha costruita combattendo con ogni forza, e con ogni strumento, chi invece della vita altrui non manifesta la benchè minima considerazione.  

 

                                                                                     Massimo Calleri

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 14/11/2015