Torino, la Consulta delle Elette incontra Rita El Khayat

Due importanti incontri, non rituali, promossi dalle donne elette nelle assemblee elettive

Il Consiglio regionale del Piemonte ha ospitato venerdì scorso un incontro d’eccezione, promosso dalla Consulta delle Elette.

Il Presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, insieme alla presidente della Consulta delle Elette Stefania Batzella, ha accolto a Palazzo Lascaris Rita El Khayat.

“La tutela dei diritti delle persone, la lotta contro le discriminazioni e la violenza di cui lei si occupa da sempre - ha affermato il presidente Laus - sono anche i principi posti alla base dell’operato del Consiglio regionale e proprio per questo motivo abbiamo recentemente fondato qui il Comitato Diritti Umani”.

Stefania Batzella, presidente della Consulta Elette, ha a sua volta ricordato “Il Piemonte è stata la prima regione a costituire, vent’anni fa, la Consulta delle donne elette, anche questo è uno strumento per rendere più semplice la strada lunga e tortuosa che in Italia si deve ancora compiere per una completa affermazione dei diritti delle donne”.

Poco dopo, nell’Aula consiliare di Palazzo Lascaris la scrittrice magrebina Rita El Khayat, una delle più note intellettuali del Marocco, medico psichiatra, psicanalista e antropologa, candidata al premio Nobel per la pace nel 2008, ha poi tenuto  una prima conferenza pubblica sulla propria multiforme esperienza di vita ed in particolare sulla condizione della donna nei paesi arabi.

“Nel mondo persiste una disparità troppo grande nei confronti delle donne – ha affermato la scrittrice – mentre nei paesi nordici le donne godono dei loro diritti, in Afghanistan le donne vengono ancora uccise a colpi di pietra. Questa schizofrenia porterà nel tempo ad una crisi devastante da cui forse scaturirà finalmente un nuovo equilibrio”.

La politica italiana, divisa tra due concezioni opposte delle etnie, dovrebbe trarre un prezioso insegnamento da questa testimonianza. A sinistra tengono banco coloro che accettano tutto ciò che proviene dal fanatismo islamico che opprime le donne con la schiavitù del velo ed altre angherie perpetrate all’interno della famiglie.

Per essere falsamente democratici, s’ impongono anche agli italiani la modifica di tradizioni e stili di vita, per allinearci alle negatività dell’Islam. Tipico l’esempio della rimozione del Natale e dei simboli della Natività dalle scuole, oltre ad ogni riferimento alla religione cattolica ed alla modernità, perpetrato passivamente anche da Sindaci, presidi e insegnanti.

Dal lato opposto si propugnano derive xenofobe che negano valore ad ogni espressione degli immigrati, senza cercare di considerare o distinguere singoli aspetti della vita e delle richieste formulate da costoro, oltre all’inserimento pacifico nelle nostre comunità.

Rita El Khayat ci ha invece fornito la preziosa testimonianza  di una donna avviata sin dall’infanzia allo studio della cultura classica, sino a raggiungere traguardi non comuni nel mondo accademico internazionale e ci ha indicato un messaggio diametralmente opposto, perché nei Paesi dov’é prevalso uno stimolo culturale, anche la Politica ha fatto propri i principi di parità dei sessi  per tendere ad una società con pari diritti.

Rita El Khayat è oggi considerata una delle più importanti intellettuali del Marocco e dell’intera area del Maghreb. Ha scritto una quarantina di opere sulla psichiatria e sulla condizione esistenziale delle donne nel mondo arabo, molte delle quali pubblicate anche in Italia. Candidata per ben due volte al Premio Nobel per la Pace, detiene molti primati nel suo Paese: prima donna psichiatra, prima donna medico del lavoro, prima voce femminile e produttore presso l’emittente televisiva marocchina ed il centro cinematografico marocchino. Nel 2006 le è stata conferita la cittadinanza italiana onoraria.


Nel corso della sua testimonianza vissuta e partecipata, ha dimostrato come nel suo  Paese d’origine, sin dagli anni 60 del secolo scorso la donna venne progressivamente liberata da quelle schiavitù formali e sostanziali che la relegavano ad un ruolo subalterno, non riconoscendole alcun diritto. La sua presenza non ci ha inteso rappresentarci un mondo islamico retrivo, bensì atto a confrontarsi con le culture aperte e tolleranti.

“Questo pomeriggio ho avuto l' onore di conoscere una donna straordinaria e appassionata che lotta da sempre per i diritti e la libertà delle donne contro l' estremismo islamico”, ci ha dichiarato Stefania Batzella, presidente della Consulta regionale delle Elette,.
“Un modello da seguire e un' occasione davvero unica e preziosa di crescita e di arricchimento.
Grazie di cuore Rita El Khayat! Ha concluso”.

La seconda occasione di incontro con la scrittrice magrebina si è svolta  sabato 7 novembre a Rivoli, alle ore 16, presso la casa del Conte Verde (via Fratelli Piol). Tema dell’incontro: “L’evoluzione del ruolo della donna in campo artistico e culturale nello scenario degli ultimi 40 anni”. Hanno partecipato all’incontro Stefania Batzella, presidente della Consulta Elette. Moderatore la giornalista Stefanella Campana.

 


Gli incontri con Rita El Khayat, promossi dalla Consulta regionale delle Elette del Piemonte e dal Comitato Diritti Umani, sono a cura dell’associazione Polbert Cinéma.

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Articolo pubblicato il 10/11/2015