Torino - Alle Molinette il primo intervento in Jet ventilation compiuto in Italia

In broncoscopia rigida su un paziente che presentava particolare difficoltà della gestione rianimatoria

In sala operatoria arriva un nuovo sistema di ventilazione per pazienti che devono essere sottoposti ad un intervento chirurgico sulle vie respiratorie che apre nuove prospettive di intervento e soprattutto garantisce una migliore sicurezza per il paziente e un atto operatorio del chirurgo ai massimi livelli. Si tratta della Jet ventilation, un innovativo sistema di ventilazione che agisce contemporaneamente al lavoro diagnostico e terapeutico del chirurgo toracico.

Quello dei giorni scorsi è stato il primo intervento in Italia in broncoscopia rigida su un paziente, già sottoposto a trapianto polmonare e colpito da una malattia alla trachea, che presentava una particolare difficoltà della gestione rianimatoria. Su questo caso è stata impiegata la Jet ventilation in una sala operatoria dell'Otorinolaringoiatria universitaria, diretta dal professor Roberto Albera, dell'ospedale Molinette della Città della salute di Torino.

 

IERI E OGGI DELLA VENTILAZIONE

 

Se in passato, nel corso di un intervento chirurgico sulle vie respiratorie attraverso il broncoscopio rigido, ovvero un tubo della lunghezza di 50-60 centimentri circa e un centimentro di larghezza, il chirurgo eseguiva l’intervento e l’anestesista ventilava il paziente attraverso lo stesso canale di lavoro, con conseguenti complicazioni - limitazioni nei tempi chirurgici e nelle possibilità gestionali delle complicazioni – oggi si è di fronte ad una rivoluzione: la ventilazione ad alta frequenza (jet).

I chirurghi toracici possono eseguire contemporaneamente ventilazione e procedure broncoscopiche e chirurgiche in un broncoscopio rigido o un laringoscopio modificati.

Infatti il canale di lavoro, sempre libero per le procedure necessarie in comfort e sicurezza, è affiancato da due tubi di due millimetri di diametro, uno alla sinistra e uno alla destra, che ventilano il paziente e monitorano i piccoli volumi di ventilazione ad altissima frequenza d’aria.

Così, mentre lo pneumologo Paolo Solidoro ha eseguito l’intervento alla trachea, la dottoressa Elisabetta Cerutti usava in anestesia generale la jet ventilation.

«E' un'applicazione innovativa – spiega la dottoressa Cerutti - che permette di effettuare in contemporanea, in un broncoscopio rigido o un laringoscopio modificati,  ventilazione e procedure broncoscopiche e chirurgiche».

 

LE CARATTERISTICHE VINCENTI DELL’INNOVATIVO DISPOSITIVO

 

«Il buon esito dell'intervento apre la strada ad un ampio utilizzo, di almeno un centinaio di procedure annue, anche a carico di pazienti non trapiantati o provenienti da altre strutture ospedaliere regionali - spiega lo pneumologo Paolo Solidoro -. Possibili campi di applicazione sono infatti la rimozione di corpi estranei tracheobronchiali, la gestione delle fistole o delle stenosi tracheobronchiali in pazienti oncologici, il posizionamento di protesi nelle vie aeree, argomenti non necessariamente di pertinenza trapiantologica».

Il professor Luca Brazzi, direttore del Dipartimento di Anestesia ha concluso: «Si è trattato dell’ennesima occasione di coniugare differenti eccellenze del nostro ospedale, dall’endoscopia toracica, al trapianto polmonare, alla gestione operatoria. Gestendo oculatamente le risorse a disposizione, il lavoro d’equipe riduce rischi e complicanze delle procedure a beneficio del paziente».

 

                                                                                                       Liliana Carbone

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 08/11/2015