Il villaggio Leumann di Collegno ( To). Valido esempio di urbanizzazione diventato ecomuseo

Nel XIX secolo un imprenditore di origine svizzera avverò il suo sogno di un villaggio industriale a misura d' uomo

Il Villaggio Leumann nasce dall’idea di un illuminato imprenditore di origine elvetica, Napoleone Leumann, che trasferì l’azienda di famiglia da Voghera a Torino beneficiando delle convenienti agevolazioni che offriva il capoluogo piemontese, reduce del contestato trasferimento della capitale prima a Firenze e poi a Roma.

 

All’epoca, infatti, la città di Torino concedeva terreni a prezzo politico e agevolazioni fiscali, con l’intento di ricreare un nuovo ruolo di riferimento che compensasse la perdita del lustro, della centralità e delle importanti funzioni di una capitale. Inoltre un’ampia offerta di manodopera specializzata a costi ridotti completò il processo di attrazione di capitali e imprenditori contribuendo a fare di Torino la nuova capitale dell’industria.


La scelta cadde appunto sul vasto lotto di terra (circa 60.000 metri quadrati) nelle campagne circostanti il piccolo paese di Collegno, alle porte di Torino. Qui nel 1875 Isaac Leumann e il figlio Napoleone decisero di installare un nuovo sito produttivo che lavorasse il cotone, a differenza del precedente stabilimento di Voghera che trattava il lino. Fondamentale nella scelta del luogo fu anche la presenza di canali irrigui e la vicinanza di una nuova, moderna infrastruttura: la ferrovia che, correndo lungo l’asse dell’attuale Corso Francia, consentiva un rapido collegamento con Torino, la vicina Rivoli ma anche la Val di Susa e la Francia, attraverso il nuovo tunnel del Frejus.

 

Il Cotonificio Leumann sarà destinato ad un crescente successo sino a diventare un’azienda di notevoli dimensioni e prestigio. Tuttavia Napoleone Leumann non creò soltanto un’industria con un annesso nucleo residenziale, bensì un’area ben definita in cui lavoro, famiglia, tempo libero, istituzioni sociali e previdenziali erano strettamente connessi fra loro, formando un contesto socialmente evoluto ed efficiente.

 

L’organizzazione urbanistica, l’architettura degli edifici, le istituzioni sociali e i servizi assistenziali in esso creati fanno del villaggio un organismo che pone al centro dei suoi obiettivi una maggiore qualità di vita delle maestranze, sia sul lavoro che nella vita privata, con concreti vantaggi riscontrabili anche nell’ottima qualità che caratterizzò i prodotti del Cotonificio Leumann

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Esempi di villaggi analoghi sorsero nel medesimo periodo anche in Lombardia e in Veneto, ma il Villaggio Leumann è forse l’esempio più esteso, completo e funzionale, tale da divenire un’interessante testimonianza di carattere storico, culturale e architettonico.
Malauguratamente, nei primi anni settanta la crisi occorsa al settore tessile portò alla progressiva chiusura del glorioso Cotonificio Leumann. La sorte dell’intero villaggio sembrò compromessa dallo spettro della speculazione edilizia, ma una tempestiva e consapevole operazione di mantenimento ha permesso di conservarlo pressoché intatto, nonostante la crescente e disordinata urbanizzazione circostante.

 

La proprietà degli immobili è divenuta proprietà del comune di Collegno, che ne ha garantito la salvaguardia, nonché una regolare assegnazione delle abitazioni restanti, secondo la graduatoria legata all’edilizia popolare.


Il
complesso, realizzato tra il 1875 e il 1907, in stile Liberty dall’ingegner Pietro Fenoglio, è costituito da due comprensori residenziali a latere dell’ex stabilimento tessile, estendendosi per circa 60.000 metri quadrati e ospitava originariamente circa un migliaio di persone tra operai, impiegati e relative famiglie. Esso comprende ancora al suo interno 59 villini e case divisi in 120 alloggi, ciascuno provvisto sin dal principio di servizi igienici annessi e un giardino condiviso al piano terreno.
Attorno alle abitazioni vennero gradualmente realizzati anche gli edifici necessari ad una piccola comunità, ovvero: la scuola elementare, una palestra, i bagni pubblici, una chiesa, una cooperativa alimentare, una piccola stazione ferroviaria, un albergo e il Convitto delle Giovani Operaie. Inoltre, all’interno dello stabilimento vi trovavano luogo la mensa ma anche un ambulatorio, un asilo nido, un ufficio postale e un circolo sportivo.

 

Il villaggio è attualmente ancora abitato da alcuni ex dipendenti del Cotonificio Leumann e, complessivamente, da circa un centinaio di famiglie. Un recente restauro ha riportato agli antichi splendori le strutture Liberty più caratteristiche del villaggio come alcuni edifici dell’ex stabilimento, la scuola elementare e la Stazionetta. Inoltre il Villaggio Leumann è stato elevato a Ecomuseo sulla Cultura Materiale della provincia di Torino.

 

È sede di un Centro di Documentazione, di saltuarie rappresentazioni espositive, teatrali ed è regolarmente visitabile da scolaresche e da comitive come esempio, con Crespi d’Adda e Schio, di villaggio operaio conservato integralmente.
Nel 2009 è stata realizzata la Casa-museo.
Ricostruzione di una casa dell’epoca di Napoleone Leumann, fondatore dell’omonimo villaggio operaio alle porte di Collegno. Il progetto della casa museo, curato dall’architetto torinese Alessandro Mazzotta, è il primo tentativo in Italia di valorizzare la realtà domestica di un villaggio operaio e approfondisce la conoscenza sul tema delle condizioni di vita nei borghi industriali di nuova fondazione su matrice paternalistica.

 

Il cotonificio

Operai alla Leumann

Nel Cotonificio Leumann si effettuavano le lavorazioni di tessitura, tintura e finissaggio. La fabbrica fu attiva a pieno regime per quasi un secolo, dal 1875 fino al 1972 quando, in seguito ad una grave crisi del settore tessile, venne notevolmente ridimensionata. Continuò la propria attività fino alla chiusura avvenuta nel 2007.

- Dati recuperati grazie a Wikipedia


 

 

 

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Articolo pubblicato il 20/11/2015