La “Torino noir” vista e narrata da Milo Julini

Il truffatore dai tacchi altissimi

Si narra che una coppia di sposini in viaggio di nozze provenienti da Settimo Torinese era andata fino a Torino e qui, seduti in un elegante caffè del centro, avevano ordinato il caffè. Quando il caffè venne loro servito, la zuccheriera conteneva zollette di zucchero che dovevano essere prese con una elegante pinzetta. Lo sposo, che vedeva per la prima volta un aggeggio del genere, esclamò, sorpreso “Parla pà! Si a Turin a l’han fin-a i cuciarin dopi!” (Però! Qui a Torino hanno persino i cucchiaini doppi!), convinto che fosse una forma di esibizionismo dei torinesi, oppure un difetto di produzione perché i due cucchiaini non erano stati separati. Qualcuno dice persino che abbia spezzato la pinzetta per zollette, dicendo trionfalmente al cameriere che lui aveva provveduto a rimediare al difetto produttivo…

In ogni caso gli abitanti di Settimo Torinese da allora sono stati fregiati del blasone popolare di “Cuciarin dopi”, cucchiaini doppi.

Nella Torino 1948, a Porta Palazzo, troviamo un’altra coppia di sposini, altrettanto sprovveduti, provenienti dal Pinerolese che sono abbindolati e spennati da un truffatore col gioco delle tre carte ma che riescono a recuperare i loro soldi grazie ad un insieme di fortunate circostanze.

Ci racconta queste avventure dei due sposini un articolo anonimo della Cronaca Cittadina de “La Nuova Stampa”, di domenica 29 febbraio 1948, intitolato «Dalle botti di una cantina / non usciva vino ma ladri» con il sommario  «La coppia in viaggio dì nozze truffata col gioco delle 3 carte - Il furto delle banane - Una bambina indica il nascondiglio» (m.j.).

 

Due sposini provenienti dal Pinerolese - Luigi G., di 29 anni e Pina B., di 23 - giungevano ieri l’altro a Torino, in viaggio di nozze. Dopo lungo peregrinare essi finivano a Porta Palazzo e qui, mentre acquistavano dei pacchetti di sigarette, venivano avvicinati da un tizio sulla quarantina, dal forte accento meridionale, con i ricciolini sin nel collo e un paio di scarpe di vernice nera col tacco spropositatamente alto.

Lo sconosciuto chiedeva loro con bellissimo garbo se mai essi avessero intenzione di guadagnare denaro a palate.

Al sorriso affermativo dei due, il meridionale apriva un ombrello, lo depositava a terra e li invitava a cimentarsi nel «gioco delle tre carte».

La sposina titubava, ma il G. puntava 5 mila lire e vinceva. Puntava altre 10 mila lire e vinceva. Entusiasmato, proseguiva, guadagnava ancora: poi d’improvviso il «crac»: tutti gli averi del giovane - 165 mila lire - passavano nelle tasche dell’imbroglione, il quale, chiuso l’ombrello, spariva rapidamente.

Denuncia - con un fiume di lacrime - alla P. S. Borgo Dora e immediate indagini.

Gli agenti incaricati delle ricerche erano favoriti da una singolare circostanza.

Un grave furto veniva ieri notte compiuto in uno «stand» di Porta Palazzo: un carico di banane e altra frutta per 100 mila lire. Alle 8, diffusasi la notizia del «colpo», molta gente si radunava nei pressi del magazzino: e tra la folla gli agenti riconoscevano - per i tacchi altissimi - il loro uomo.

Il  furfante a sua volta vedeva i tutori dell’ordine e si dava alla fuga per corso Regina Margherita. Gli altri dietro. Ad un tratto egli si dileguava.

Alquanto mortificati gli inseguitori si fermavano.

Ma decisamente ieri era la mattina delle combinazioni.

Quasi nello stesso tempo risuonava un grido: «Al ladro! Al ladro!» e si assisteva ad uno spettacolo ormai quotidiano: un giovanotto pedalava disperatamente, tallonato da un codazzo di persone inferocite.

Gli agenti si univano al gruppo e raggiungevano il ladro che, mollata la bicicletta, si era infilato in una cantina di via Consolata dov’è un magazzino di vini, e si stava nascondendo dentro una botte.

Ma mentre la pattuglia s’apprestava ad abbandonare il locale con l’arrestato, una bambina avvertiva il sottufficiale: - Ma è il secondo uomo che si nasconde qui.

- E l’altro dov’è?

- È la dentro... - e da un’altra botte spuntava, con le mani in alto, il meridionale dai tacchi alti.

Trasportato in Sezione costui è stato identificato per Salvatore Lo C. di Silvestro, di 42 anni, da Napoli. In tasca gli è stata sequestrata, quasi al completo, la somma sottratta al due sposini.

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Articolo pubblicato il 03/12/2015