Alcune riflessioni durante una tranquilla passeggiata pomeridiana nella città dei morti di Torino

Non si ha notizia di civiltà che non abbia reso omaggio ai defunti. Vi sono prove che, fin dalla più remota preistoria, gli abitanti seppellivano i morti in modo rituale ponendo accanto a loro alcuni doni, per lo più oggetti utilizzati in vita dal defunto, affinché potessero continuare ad usarli nella nuova dimensione, nel mondo in cui sarebbe finita la persona chiamata ad abbandonare questa vita terrena. 


E' diffusa in tutto il pianeta la speranza, oserei  quasi la certezza supportataCIMIT1 dalla propria fede per chi crede, di continuare la vita altrove , in altri modi in altri spazi, di certo in luoghi più sereni rispetto a quelli che si è costretti a lasciare alle spalle.  Di certo più l'uomo invecchia, più avverte la consapevolezza che, mentre ora passeggia per il cimitero, il caro defunto avverte la sua presenza in quel luogo ed è anche conscio del fatto che più passa il tempo, più si avvicina l'ora in cui toccherà a lui essere dall'altra parte e  ricevere la visita dei propri cari.

Tutti sappiamo che fin da quando è apparsa una nuova vita, questa vivrà accanto a noi. Assisteremo alla sua crescita  e allo svilupparsi di un neonato che diverrà un elemento attivo della nostra esistenza per giorni, mesi e anni. Ma, inevitabilmente  arriverà  un giorno in cui quel corpo morirà.  La vita che era venuta, non sappiamo da dove, è passata nell'invisibile aldilà e con angoscia noi ci chiediamo: da dove era venuta? Perché era qui? Dove è andata?

Secondo la filosofia dei Rosacroce,  Max Heindel, autore della "Cosmogonia dei Rosacroce",  ci presenta una intrigante visione del mondo, permettendoci di immaginare come  possa essere la dimensione eterica in cui ci si muoverà una volta abbandonati gli ambienti fisici in cui siamo rimasti fin dal giorno della nostra nascita, per recarci  nei mondi superiori. Questi  sono la sede delle cause e delle forze; noi non possiamo veramente comprendere questo mondo inferiore se non conosciamo nulla degli altri, invisibili e  incomprensibili ai più, come la luce e i colori lo sono per il cieco e non ci rendiamo conto delle forze e delle cause di cui tutte le cose materiali sono solo gli effetti.

Se un cieco potesse acquistare la vista, vedrebbe la luce ed i colori. I nostri sensi sono ciechi ai Mondi superfisici. Se potessero essere attivati con metodi adatti, essi pure potrebbero contemplare questi regni che, al momento, ci rimangono nascosti. Per quanto strano ciò possa apparire, i Mondi superfisici, i quali sembrano essere ai più soltanto un miraggio o qualcosa di meno sostanziale ancora, sono molto più reali del mondo materiale tangibile. Per ogni parte di questo ve ne è una eterica   e gli oggetti che vi si trovano sono molto più duraturi e indistruttibili degli oggetti del Mondo Fisico.

Oggi riusciamo a cogliere molti particolari in più rispetto alle generazioni da cui siamo stati preceduti, siamo molto meno "ciechi". Siamo a conoscenza di stadi della nostra vita inimmaginabili dei tempi passati in virtù di nuove possibilità che abbiamo per  osservare il mondo. La nostra vista è amplificata di milioni di volte, grazie alla microscopia elettronica che ci consente di osservare la vita fin dai primi istanti della sua comparsa nel mondo fisico.E' verosimile che, con il tempo, acquisiremo strumenti idonei a poter esplorare il mondo invisibile, allo stesso modo cui,oggi, siamo in grado di osservare e catalogare microbi infinitamente piccoli di cui si poteva sospettare l'esistenza, senza potere cognizione della loro forma.  


MORIl primo stato visibile dell'embrione umano è quello di una piccola sfera di sostanza soffice o gelatinosa, simile all'albume, o chiara dell'uovo che prende il nome di "morula", in virtù della sua forma, che ricorda, appunto, una mora. In questo globulo gelatinoso si possono osservare diverse particelle di materia più densa e in queste è contenuto, in potenza, la persona che verrà a svilupparsi . Le particelle della morula aumentano gradualmente di volume e densità, finché vengono a contatto le une con le altre. I vari punti di contatto si trasformano lentamente in articolazioni o giunture, e così si forma gradatamente una distinta intelaiatura di materia più densa, cioè uno scheletro.

Durante la formazione di questa intelaiatura, la circostante materia gelatinosa si accumula e cambia forma finché si sviluppa quel grado di organizzazione conosciuto col nome di feto. Questo aumenta di volume e di consistenza e sviluppa i suoi organi fino al momento della nascita. Allora comincia la prima infanzia.

CIMIT 2Questo processo di consolidamento continuerà per tutta la vita. L'essere attraversa le varie fasi dell'infanzia, dell'adolescenza, della maturità e della vecchiaia; ciascuna di queste fasi è caratterizzata da un crescente grado di densità e di solidità. Le ossa aumentano di densità e di solidità, così come i tendini le cartilagini, i legamenti, i tessuti, le membrane, i rivestimenti e perfino le sostanze stesse dello stomaco, del fegato, dei polmoni e degli altri organi. Le articolazioni divengono rigide ed asciutte.

Esse, nel muoversi, cominciano a scricchiolare, perché il liquido sinoviale che le purifica e le ammorbidisce, diminuisce di quantità e diventa troppo spesso per adempiere la sua funzione. Il tutto continuerà fino a quando  sopraggiungerà il cambiamento che conosciamo come  morte. Un evento che riporterà l'essere nel mondo invisibile. Una porta che si apre per passare dall'altra parte permettendo di continuare a vivere, sia pure con differenti modalità , in un mondo etereo, come insegnano tutte le religioni che invitano i loro fedeli a ricongiungersi con i loro cari con il pensiero, compiendo una visita al loro sepolcro.

VIALEIl processo di secolarizzazione che ha accompagnato la nostra società negli ultimi decenni, ha portato a una diminuzione sostanziale della presenza dei fedeli nelle chiese, ma  a giudicare dall'affollamento di questi giorni dei cimiteri, non sembra che sia stata influenzata l'abitudine ancestrale di ricordare i morti e partecipare alla liturgia del 2 novembre, la data in cui questi sono ricordati.

Nonostante le mutazioni del nostro modo di vivere, legate ad un implemento notevole delle conoscenze tecnologiche, nulla sembra  in grado di influenzare la forza enorme, avvertita  fin dalla preistoria legata al culto dei morti. Questa ha occupato, affascinato e interessato l'umanità intera che sente, oltre al legame con il passato, la presenza accanto a se di energie ancora vitali nonostante la loro scomparsa dalla dimensione fisica in cui tutti  siamo costretti, nostro malgrado, a rimanervi solo temporaneamente.

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Articolo pubblicato il 02/11/2015