Progetto nati a bordo

Stage formativi per gli Ufficiali della Marina

Di fronte  ad uno dei più importanti flussi migratori della storia recente, che si sta consumando nelle acque del Mediterraneo, le unità navali italiane chiedono aiuto per gestire al meglio e a livello sanitario le emergenze che questi viaggi della speranza richiedono, soprattutto le donne in gravidanza. Perché non solo sono tante quelle che hanno bisogno di assistenza nel corso della “dolce attesa”, ma fino ad ora sono stati tanti i parti affrontati a bordo di barconi e navi.

Questa è la ragione che ha spinto una decina di ufficiali medici neolaureati ed abilitati della Marina Militare a partecipare presso l’Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Maria Vittoria di Torino allo stage formativo di secondo livello in ambito materno infantile per imparare la corretta gestione delle emergenze ostetrico-ginecologiche a bordo delle Unità navali italiane. Perché i numeri del dramma migratorio parlano chiaro. Le donne migranti sono circa il 48% del totale dei migranti a bordo delle unità navali e negli ultimi 12 mesi sono state 6 le nascite a bordo.

Ufficializzato ieri mattina in presenza dell’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, del capo dell’ispettorato di Sanità della Marina Militare l’ammiraglio ispettore Enrico Mascia e del direttore generale dell’Asl To 2 Fabio Aberti, lo stage formativo “Nati a bordo” partirà a febbraio 2016 a titolo gratuito.

"Gli ufficiali medici saranno affiancati dai nostri specialisti nei turni di servizio diurni e notturni, in reparto,  sala parto, sala operatoria e al pronto soccorso ostetrico ginecologico e lo stage sarà integrato da lezioni teorico-pratiche dalle emergenze ginecologiche alla rianimazione neonatale" 

ha spiegato il dottor Flavio Armellino, primario di Ostetricia e Ginecologia.

Perché far partorire un donna in barca non è come all’ospedale.

"Ho portato in salvo molte donne in gravidanza valutando le necessità del caso durante il lavoro a bordo, insieme ai miei colleghi, ed è uno sforzo enorme - ha spiegato il dottor Luca Bello, ginecologo del Maria Vittoria e ufficiale medico e promotore del progetto - I nostri ufficiali hanno bisono di medici esperti".  

"L’impegno della Marina militare e delle organizzazioni che la affiancano è grande e continuo"

ha detto orgoglioso l’ammiraglio Mascia.

"Siamo molto gratificati dalla collaborazione dell’Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Maria Vittoria, centro di III livello per la patologia materno infantile e centro di eccellenza per la chirurgia ginecologica mini-invasiva, con la Marina Militare in questo progetto formativo  commenta il Direttore Generale Alberti perché, sia migrante o militare, la donna a bordo delle nostre Unità Navali necessita di un trattamento della patologia ostetrico-ginecologica secondo l’attuale gold-standard diagnostico-terapeutico".  

E soddisfazioni sono arrivate dall’assessore Saitta:

"La comunità piemontese dà un contributo al grande tema di questa migrazione biblica e lo fa attraverso la Marina che si trova in prima linea a gestire le emergenze. Contribuire ad offrire delle competenze più adeguate vuol dire che questa comunità si fa carico di un problema con un atteggiamento di grande responsabilità".

           

                                                                                              Liliana Carbone

 

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Articolo pubblicato il 25/10/2015