Svizzera, elezioni politiche: Vincono gli euroscettici

Trionfa Magdalena, la Marine elvetica

In Svizzera ha vinto l’Unione Democratica di Centro, più o meno il Front National rossocrociato. Trionfano Guglielmo Tell, gli orologi a cucù, la storica “diversità” elvetica? Certo, ma non solo. I risultati delle elezioni svizzere non si possono riassumere in qualche cartolina noiosa quanto banale.

Non si tratta di un voto semplicemente xenofobo o reazionario e nemmeno di un’affermazione dei cantoni interni germanofoni. Da Lugano a Basilea e persino a Ginevra e Bellinzona,  si è affermata una destra nazionalista ed euroscettica (plurinazionale e pluriconfessionale), moderna e spregiudicata.

L’UDC svizzera, non confondiamola con lo spettro di Casini, ha intercettato non solo i sentimenti delle vallate e degli alpeggi, ma soprattutto il voto dei ceti urbani più deboli e maggiormente minacciati dall’invasione.

La forte affermazione di Magdalena Martullo - Blocher — la “Marine Le Pen  svizzera” e vera “bestia nera” dei progressisti elvetici — è significativa.

L’Unione Democratica di Centro (UDC) ha ottenuto il 29,4 per cento dei voti e di conseguenza 65 seggi nel Consiglio nazionale (la camera bassa), 11 in più rispetto alle elezioni precedenti.

All’interno del Consiglio degli Stati (la camera alta) il Partito Liberale Radicale (PLR) ha ottenuto due seggi in più dell’UDC, ma occorrerà attendere i risultati dei ballottaggi previsti per le prossime settimane per avere dati più concreti.

La maggioranza all’interno dell’Assemblea federale (il Parlamento) comunque passa da una coalizione di centrosinistra a una maggioranza di destra. Gli effetti non saranno immediati sul Consiglio federale, cioè il governo, i cui sette membri con pari poteri sono eletti ogni quattro anni dall’Assemblea federale.

I risultati del Consiglio nazionale (200 seggi)

• Unione Democratica di Centro (UDC) – 29,4% – 65 seggi (+11)
• Partito Socialista Svizzero (PS) – 18,8% – 43 seggi (-2)
• Partito Liberale Radicale (PLR) – 16,4% – 33 seggi (+3)
• Partito Popolare Democratico (PPD) – 12,1% – 28 seggi (-1)
• Partito Ecologista Svizzero (I Verdi) – 7,1% – 11 seggi (-4)
• Partito Verde Liberale della Svizzera – 4,6% – 7 seggi (-5)
• Partito Borghese Democratico (PBD) – 4,1 – 7 seggi (-2)
• Partito Evangelico Svizzero (PEV) – 1,9% – 2 seggi
• La Sinistra (AL) – 1,2% – 1 seggio (+1)
• Lega dei Ticinesi – 1% – 2 seggi
• Movimento dei Cittadini Ginevrini – 0,3% – 1 seggio
• Partito Cristiano Sociale – 0,2% – 1 seggio

I risultati del Consiglio degli Stati (mancano i ballottaggi)

• Partito Liberale Radicale (PLR) – 8 seggi (+2)
• Partito Popolare Democratico (PPD) – 7 (-1)
• Partito Socialista Svizzero (PS) – 7 (+1)
• Unione Democratica di Centro (UDC) – 5

L’UDC, partito conservatore di destra ed euroscettico, ha vinto grazie a una campagna elettorale dedicata quasi esclusivamente al tema dell’immigrazione, con toni molto duri nei confronti dei migranti.

Un buon risultato dell’UDC era stato previsto ma non era scontato che potesse ottenere così tanti consensi e un numero di seggi senza precedenti nelle elezioni in Svizzera. Il Partito Liberale Radicale (PLR) ha guadagnato qualche seggio, mentre buona parte degli altri partiti ha perso consensi a partire dal Partito Socialista Svizzero (PS). 

Toni Brunner, capo dell’UDC, ha commentato l’esito delle elezioni dicendo che “gli svizzeri hanno voluto porre l’immigrazione al centro di queste elezioni e non sono d’accordo con gli altri partiti, con il governo e con il parlamento: noi sappiamo come gestire questa crisi dei rifugiati, mentre gli altri agiscono come se non fosse un problema”.

Il blocco di partiti che comprendono UDC, PLR, Lega e MCG ha ottenuto più di 100 seggi, mentre i partiti di centro si sono fermati a 45 seggi. La sinistra, quindi Verdi e PS, sono arrivati a 54. Il consigliere nazionale del PS, Andy Tschümperlin, non è stato rieletto e ha detto dopo il voto: “è un giorno difficile per me: è triste finire in questo modo la mia carriera politica”.

A differenza dell’UDC, il PS in campagna elettorale aveva sostenuto una linea più morbida e orientata verso l’accoglienza per la gestione della crisi dei migranti degli ultimi mesi.

Il Consiglio nazionale è la camera bassa del Parlamento in Svizzera (l’altra si chiama Consiglio degli Stati). Il Consiglio viene eletto tramite un sistema proporzionale fondato su 26 circoscrizioni, ognuna delle quali corrisponde a uno dei cantoni.

Non ci sono soglie di sbarramento e i cantoni che eleggono un solo deputato applicano un sistema maggioritario uninominale. Il Consiglio degli Stati è composto da 46 deputati e ha la funzione di bilanciare, almeno in parte, la predominanza dei cantoni molto popolosi come Vaud, Berna e Zurigo all’interno del Consiglio nazionale. Le due camere hanno stessi poteri, quindi una legge deve essere approvata da entrambi i rami del Parlamento per entrare in vigore.

«Nessun partito ha mai potuto contare su una squadra così ampia», ha analizzato l’agenzia di stampa svizzera Ats. In queste ore di vittoria i vertici dell’Udc hanno già richiesto un secondo seggio nell’esecutivo svizzero, composto da sette consiglieri federali (ministri) ripartiti tra i principali partiti e che il nuovo parlamento dovrà eleggere il 9 dicembre. Attualmente, l’Udc/Svp, pur essendo la prima formazione politica del Paese, ha un solo ministro.

I vertici nazionalisti spiegano la vittoria del loro partito come risposta all’invasività dell’Unione Europea e «all’ondata migratoria che preoccupa sempre più la gente. In Svizzera la problematica dell’asilo non è risolta. La questione dei c.d rifugiati politici e dei rifugiati economici non è stata regolata». Sulle Alpi il sole splende.

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Articolo pubblicato il 22/10/2015