Cronaca dai quartieri di Torino - Via Garibaldi: tentata rapina in tabaccheria

La microcriminalità dilaga in maniera esponenziale

La cronaca ci porta a rivisitare la brutta avventura vissuta da Celestina Beloire, titolare della tabaccheria di via Garibaldi 53 bis: il tentativo di rapina da parte di un “solitario” che fa parte dell’ormai dilagante fenomeno di microcriminalità come ella stessa ci ha dichiarato.

“E’ la prima volta che mi capita dopo 25 anni; ma quello che è successo a me fa parte di una situazione che è precipitata da quando sono andati via il Tribunale e tanti uffici che c’erano nelle vie laterali, il che garantiva un altro tipo di tessuto sociale, una sicurezza per noi commercianti”. 

Celestina Beloire ha insistito ricordando via Garibaldi come ” il salotto buono di Torino” al tempo in cui iniziò la sua attività, oggi purtroppo degenerato con presenze equivoche che di fatto hanno creato un clima di incertezza e, talvolta, di paura.

I fatti risalgono a venerdì della settimana scorsa, alle 18,30 e quindi vicino all’orario di chiusura:

“Stavo servendo due clienti, un ragazzo ed una ragazza, quando è entrato un individuo con il volto mascherato con una calzamaglia ed un maglione grigio lungo che ha bisbigliato di dargli tutti i soldi. Subito non ho realizzato cosa stesse accadendo e gli ho persino chiesto cosa volesse”.

A quel punto il malvivente ha estratto una pistola puntandola verso Celestina Beloire dicendo che era una rapina e che voleva tutti i soldi:

“A quel punto, mi è venuto spontaneo di afferrare la canna della pistola apostrofandolo  malamente per ciò che stava compiendo. Il peso dell’arma ha prodotto in me un attimo di esitazione di cui lui ha approfittato per tirarmi il braccio, riprendere l’arma e darmela con violenza sul capo. Poi ha desistito visto anche l’atteggiamento dei due clienti che si stavano rendendo conto di ciò che stava accadendo. Per coprirsi la fuga, ha perciò rovesciato tutto ciò che c’era sul banco ed è fuggito nella via sfilandosi gli indumenti probabilmente per non essere identificato dal sistema di sorveglianza”.

Sicuramente una pericolosa esperienza assorbita nel tempo e che ha lasciato una traccia profonda:

“Adesso, a distanza di pochi giorni, sto vivendo una sorta di reazione a scoppio ritardato; sto rivivendo quegli attimi che sul momento non avevo realizzato nella giusta dimensione. Oggi, tutte le volte che si apre la porta ed entra qualcuno con una certa irruenza sopravviene in me uno stato di ansia preoccupante che poi si dissolve, per fortuna, in breve tempo”.

Celestina Beloire ha voluto infine ricordare la prontezza di uno dei due clienti che è andato nella gioielleria attigua; di li è stato attivato il sistema antirapina che in brevissimo tempo ha visto l’intervento delle Forze dell’Ordine ancor prima del 118 allertato per la ferita al capo prodotta dal colpo inferto dal rapinatore.

Abbiamo infine invitato Celestina Beloire all’invio, tramite Civico20News, di un messaggio in proposito  al Sindaco Piero Fassino:

“Occorre affrontare con maggior determinazione la microcriminalità; inoltre desidero anche affermare che la chiusura di molti negozi rende meno sicuro il centro, il quartiere soprattutto a causa delle minore frequentazione della via. A me è venuto istintivo reagire al tentativo di rapina: non si può lavorare 12 ore al giorno e poi vedersi portare via tutto in un attimo”.

Abbiamo concluso l’incontro con Celestina Beloire porgendo il nostro messaggio di solidarietà al quale ha risposto chiosando:

“Se le maglie della giustizia fossero un po’ più serrate nei confronti di questi delinquenti probabilmente si otterrebbero risultati più efficaci; le Forze dell’Ordine mi paiono a volte frustrate nella loro opera in quanto vedono vanificato il loro forte impegno dall’immediata ricomparsa sul territorio di chi meriterebbe sicuramente il carcere. Sarebbero segnali importanti, un deterrente per chi si sente quasi in “dovere” di commettere un reato tanto le conseguenze sono minime”.  

Voci dalla città, voci dai quartieri che troppo spesso non godono del giusto riscontro. Voci della gente, di chi lavora onestamente anche rischiando la propria incolumità.

Voci che devono far riflettere e non essere accantonate o seguite da impegni che vengono disattesi accampando  giustificazioni difficili da sostenere ed altrettanto difficili da assorbire.

 

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Articolo pubblicato il 19/10/2015