Costituzione Italiana: Articolo 139

Il Presidente dell’Unione Monarchica Italiana chiede un incontro con il Ministro Boschi

Come a tutti è noto il Parlamento Italiano è stato impegnato in lunghe sessioni per un’ampia riforma della Carta Costituzionale, vertente principalmente nella modifica delle legge elettorale per il rinnovo della Camera dei Deputati, l’abolizione delle Province e del Senato Elettivo.

Il Senato della Repubblica, istituzione basilare di ogni regime costituzionale, sarà trasformato in un albergo a ore, nel quale, con l’attribuzione di pochissime materie, i delegati dei consigli regionali e delle città Metropolitane designati, si soffermeranno, per il tempo di permanenza in carica, determinando una via vai vorticoso di pseudo senatori.

Ma, oltre a queste tematiche che sono state costantemente seguite dai giornali, altre istanze, nel frattempo sono pervenute al Governo, pur senza suscitare clamori mediatici.

Lo scorso marzo l'Unione Monarchica Italiana ha mandato unappello, rivolto ai vertici dello Stato repubblicano, per l'abrogazione dell'articolo 139 dell'attuale Costituzione che, in sprezzo ai più elementari fondamenti democratici, impone agli italiani un’immutabile forma istituzionale.

Il Presidente dell’Unione Monarchica Italiana,Avv. Alessandro Sacchi,dopo l'appello di marzo ha scritto alMinistro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento, On. Maria Elena Boschi, chiedendo di fissare un incontro per discutere del tema.

Le attività di confronto con le altre forze politiche che l'U.M.I. da mesi sta portando avanti a livello nazionale hanno testimoniato che l'Articolo 139 sia ritenuto oggettivamente un ostacolo alla democrazia del nostro Paese, ma ancora non vi è stata una tangibile risposta politica per metterlo nei fatti in discussione.

L'U.M.I. auspica che l'On. Boschi possa intavolare un discorso concreto per mettere in discussione la norma impostaci dai padri costituenti, ormai completamente superata, e in contrasto persino con i trattati internazionali atutela dei dirittidel cittadino.

Quella contro l'articolo 139 non è una battaglia monarchica, è innanzitutto una battaglia di libertà per poter tornare quantomeno a potersi pronunciare su un assetto così importante del nostro Paese.

La Costituzione sancisce che la sovranità appartiene al popolo, con l'Art. 139 è Essa stessa a limitare questa sovranità. Si faccia chiarezza, si cambi ciò che non va.

IL TESTO DELLA LETTERA

Signor Ministro,

rappresento un’associazione fondata nel 1944, che raccoglie italiani i quali, al di là della collocazione politica di ciascuno, guardano l’Istituto monarchico come un alternativa possibile alla Istituzione repubblicana.

Sono settant’anni che impieghiamo il nostro tempo e le nostre personali risorse per ricordare agli italiani, che la Monarchia è un meccanismo costituzionale che funziona perfettamente, come dimostrano le più belle democrazie parlamentari del mondo, dove esso è tuttora applicato.

Riteniamo che la Carta Costituzionale entrata in vigore il 1° gennaio 1948, nello statuire la sacrosanta sovranità popolare, espressa e tutelata dall’Art.1, ne comprima insopportabilmente la portata con l’Art.139, secondo cui “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”.

Al fine di sostenere questo desiderio di Libertà di espressione e di libera scelta, nel momento storico in cui il Legislatore pone mano ad un’ampia riforma della Costituzione, impensabile fino a pochi anni fa, sono a domandarLe un incontro, al fine di meglio precisare l’opinione di molti italiani su questo principio, che è condiviso anche da molti repubblicani: il principio di autodeterminazione, che comprende la libertà di scegliersi la Istituzione in cui credono, votando democraticamente. Molti cordiali saluti.

Avv. Alessandro Sacchi


Roma, 15 ottobre 2015

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Articolo pubblicato il 20/10/2015