I Civich torinesi

Tutti conoscono i Civich di Torino, alcuni apprezzano il loro lavoro, altri li odiano perché fanno le multe altri ancora li vedono solo come impiegati comunali. Pochi però forse conoscono la gloriosa storia del Corpo che ha radici lontane e che li lega da sempre alla storia e alla tradizione torinese.

Il Corpo di Polizia Municipale di Torino trova infatti le proprie radici già addirittura nel lontano 1360, all'epoca cioè in cui era Principe di Piemonte il Conte Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde. Dalla lettura di alcuni documenti contenenti "ordinati", giacenti negli archivi municipali e riferentisi al contenuto degli Statuti della Città di Torino, si apprende che già prima del 1360 le "persone di servizio" della città erano elette dal Consiglio Generale.

Nell'Archivio Storico del Comune esiste un documento, datato 1° gennaio 1546, in cui si fa esplicito riferimento al fatto che le guardie del Vicariato (Cavalieri dell'Urbe della Città di Torino) dovessero gestire direttamente anche un carcere. Era un segno della continuità : i Cavalleri dell'Ordine erano diventati Cavalieri dell'Urbe. La gestione delle carceri sarà uno dei servizi tipici delle guardie civiche fino all'Ottocento.

Nel 1576, il 17 maggio, appare la creazione "per conto del Comune" di un Cavaliere di Virtù, retribuito con dodici fiorini al mese per provvedere ai poveri, reprimere i vagabondi, sorvegliare le persone sospette.

Non esistono molti riscontri che consentano di verificare e seguire lo sviluppo delle attività di quella istituzione relativa ai successivi tre secoli. Essa riappare negli atti ufficiali della vita torinese nel 1679 quando, regnante la duchessa Maria Giovanna Battista di Nemours, vedova di Carlo Emanuele Il e reggente le sorti del Piemonte in nome del figlio Vittorio Amedeo Il, con uno speciale editto veniva stabilito in sostituzione dei precedenti Cavalieri dell'Ordine, un organico di "Otto Cavalieri Politici" per i quali, dovendo essi vestire una divisa, si provvedeva a spese della Città all'acquisto di armi e vestimenta.

Anticamente i civich sono stati fianco a fianco dei soldati per difendere Torino dall'assedio francese del 1706 (l'assedio reso famoso dal gesto eroico di Pietro Micca) e devono aver dimostrato gran valore se sono stati insigniti, subito dopo, della bandiera del Corpo.

Con uno speciale editto, Re Vittorio Amedeo II prescrive che venga istituito il Corpo delle Guardie del Vicariato. Il 20 maggio del 1724, Re Vittorio Amedeo II cede alla città di Torino l'uso delle Torri Palatine con l'obbligo di trasformarle a carcere ad uso del Vicariato, senza alterarne la forma. Nel 1725, le Guardie del Vicariato vengono accasermate nell'edificio sito fra le due Torri Palatine, pagando un canone di pigione. Nel 1760 Re Carlo Emanuele IIIordina l'aumento dell'organico delle guardie, da 8 a 12.
Nel 1777 le Guardie del Vicariato vengono definitivamente accasermate a titolo gratuito presso le Torri Palatine. Oltre ad alcune indennità, ai sussidi ed alla somministrazione di carne in caso di malattia, fruiscono tutte di una razione giornaliera di pane.

Con una disposizione sovrana, il 12 novembre 1791 il re Vittorio Amedeo III decise di riorganizzare il "servizio di polizia, politica e di sicurezza", nonché l'ufficio del Vicariato, di sciogliere le Guardie del Vicario e di creare un nuovo Corpo detto delle "Guardie Civiche" (da qui l'appellativo "Civich") a cui affidò mansioni speciali e ben, determinate. Si legge nel regolamento: "art. 3. Niuno potrà essere ammesso ed arruolato nelle Guardie Civiche se non sarà munito di sufficienti certificati comprovanti la di lui buona voce e fama, che non sia stato processato e non abbia esercitato mestiere vile ... e sia nativo dei Regi Stati e non oltrepassi l'età di anni trenta".

Al fianco di queste, costituì pure un altro Corpo nuovo detto "degli Arcieri", a cui assegnò mansioni tutte proprie ed esclusive di polizia giudiziaria. Con questo provvedimento Vittorio Amedeo III, per primo, comprese la necessità di definire le attribuzioni ed i compiti degli addetti alla polizia urbana ed a renderli più partecipi della vita e dei problemi cittadini, nonché una notevole affermazione verso una definizione di Polizia Municipale.

Fu solo con il raggiungimento della libertà statutaria (1848) e, successivamente, con la promulgazione della prima legge Comunale e Provinciale (25 ottobre 1859) che si ebbe una prima regolamentazione che permise al Comune, come ente autonomo, di crearsi gli strumenti per l'esecuzione dei suoi deliberati. Pertanto, nel 1849, con Regio Biglietto, Vittorio Emanuele II ritoccava ancora l'organico delle Guardie portandole a 40 unità agli ordini di un ufficiale comandante (Pietro Guerci) e, nello stesso tempo, sanzionava il diritto alla Città di Torino di scegliere le sue guardie fra i sottoufficiali dell'esercito. La Città Conservò tali privilegio fino al 31 dicembre 1851.

Nel volgere di pochi anni, con successivi provvedimenti a cadenze abbastanza ravvicinate, la forza organica del Corpo raggiunse il numero di 290 unità per poi incrementarsi sino a 420 unità nel 1912 a conclusione della grande Esposizione Internazionale svoltasi l'anno precedente nel Parco del Valentino.

Durante la Grande Guerra (1915-1918) le Guardie municipali di Torino si dimostrano degne delle gloriose tradizioni del Corpo. 114 agenti vestono il grigio-verde. Un agente consegue il grado di capitano, altri quelli di sottufficiale. Sette guardie municipali di Torino cadono sul campo di battaglia.

Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, il Corpo contava 600 elementi e, a seguito della deliberazione podestarile del 18 marzo 1938, assume la denominazione di "Corpo dei Vigili Urbani" al quale in aggiunta agli altri servizi, vennero pure assegnati i controlli in materia annonaria e particolari servizi di informazione.

Negli anni 60 il Corpo raggiunse le 1.000 unità per arrivare ai giorni nostri con un organico di circa 1.900 uomini. Nel 1986 con la legge quadro sull'ordinamento della Polizia Municipale 65/86 viene istituita la Polizia Municipale.

Sebbene le funzioni siano cambiate nei secoli è rimasto sempre lo spirito che contraddistingue i Civich torinesi che li vuole al servizio della cittadinanza, ora come tre secoli fa. L’attuale configurazione del Corpo rappresenta una eccellenza nel panorama nazionale ed accanto ai compiti “classici” della viabilità sono stati istituiti negli ultimi decenni numerosi nuclei specializzati. In particolare i Nuclei che si occupano di Polizia Giudiziaria che con il loro continuo e silente lavoro contrastano la criminalità cittadina ottenendo di anno in anno sempre più successi. I dati del 2015 dicono che dall’inizio dell’anno i Civich torinesi hanno arrestato 94 persone e proceduto ad identificare più di 500 persone che si erano rese autori di reati. Un lavoro spesso oscuro e non molto pubblicizzato ma che dovrebbe far riflettere tutti coloro che pensano che i Civich sono capaci solo a fare le multe.

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Articolo pubblicato il 17/10/2015