Casimiro Sperino: chi era?

Breve storia dell’Ospedale Oftalmico di Torino

Martedì 13 ottobre, a sostegno del mantenimento dell’Ospedale Oftalmico, nell’attuale struttura di via Juvara, alla riunione del Consiglio Regionale del Piemonte era presente anche una delegazione del comune di Scarnafigi (CN), con il sindaco Riccardo Ghigo, il consigliere Mauro Bollati e il gonfalone comunale, in rappresentanza della comunità che nel 1812 diede i natali al fondatore dell’Oftalmico, Casimiro Sperino.

«Non siamo qui per una battaglia campanilistica – ha osservato il sindaco Ghigo -, ma per opporci a tagli indiscriminati che, come nel caso dell’Oftalmico, non tengono più conto della qualità e dell’importanza dei servizi sanitari, che devono restare accessibili a tutti, come li aveva intesi chi li ha voluti e ottenuti con grandi sacrifici».

 La delegazione di  Scarnafigi non è stata accolta da nessun rappresentate della Giunta Chiamparino. La consigliera Gianna Gancia, capogruppo della Lega Nord, ha avuto modo d’incontrarla e di ringraziarla per la partecipazione e per la solidarietà manifestata nei confronti di coloro che, con ruoli specifici e differenti, si oppongono alla chiusura dell’Ospedale.

 Civico20news, che ha seguito e seguirà l’evolversi della vicenda, propone ai lettori la storia di questa nobile e lungimirante istituzione fondata da Casimiro Sperino.

Casimiro Sperino (1812-1894): pioniere dell'oftalmologia a Torino nel XIX secolo e fondatore dell'Ospedale Oftalmico ("lo Sperino" 1838)

Casimiro Sperino (1812-1894) è stato il precursore nel XIX secolo dell'oculistica torinese. Nella sua veste di medico militare si distinse durante l'epidemia di colera del 1835, che era scoppiata con particolare virulenza a Genova, prodigandosi nell'assistenza alle vittime del morbo. Grazie ad una borsa di studio si recò a Parigi , ove si specializzò in oftalmologia ed al suo ritorno mise in atto l'arte medica acquisita.
  

La prima cattedra di oculistica venne fondata a Parigi nel 1765, e successivamente tale specializzazione trovò spazio nelle Facoltà di Medicina di Vienna e di Montpellier. Grazie all'invenzione di nuovi ed importanti strumenti diagnostici, come l'oftalmoscopio di Helmholtz (1851) e la "lampada a fessura" di Gullstrand, la nuova disciplina medica assunse una sua ben precisa connotazione clinica nello studio dell'occhio e delle patologie correlate. 

Sperino al suo ritorno dalla Francia organizzò nel 1838 il primo ambulatorio di oculistica (Dispensario oftalmico) in un fabbricato (casa Quartero) sul viale del Re a Porta Nuova. Nel 1843 il Dispensario venne inserito nell'Opera benefica dell'Ospe-daletto Infantile sito in via dei Pescatori.

  Dopo alcuni anni (1851) l'ambulatorio si trasformò in Opera Pia, gemmando successivamente l'Ospedale Oftalmico di via Juvarra al n. 19, grazie ai generosi aiuti messi a disposizione dalla Pia Compagnia di San Paolo di Torino, fondamentali per il finanziamento del nuovo complesso ospedaliero.

L'edificazione del nuovo nosocomio iniziò solo nel 1864 quando il Parlamento Subalpino donò un terreno, adiacente all'area della Cittadella fortificata (in prossimità dei preesistenti bastioni abbattuti dopo la Restaurazione). Il nuovo Ospedale, progettato dal Prof. Angelo Marchini, per un costo di oltre mezzo milione di lire , disponeva di 250 posti letto e si sostituì ben presto al servizio assistenziale per l'infanzia ammalata garantito fino ad allora dall'Istituto Sanitario per l'Infanzia; pia istituzione promossa nel 1843 da un comitato di filantropi giudato dal Conte Luigi Franchi ed ospitata in casa Asteri sul viale del Re.

Casimiro Sperino diresse la prima cattedra di Clinica Oculistica presso l'Università degli Studi di Torino dal 1859 al 1871, dietro nomina diretta da parte del Ministro dell'Istruzione Pubblica per altissimi meriti scientifici. Il valente medico era altresì interessato agli studi sulla sifilide e dopo alcuni anni di direzione congiunta delle due Cliniche universitarie, quella oculistica e quella sifilitica appunto, lasciò la prima ed optò per la seconda. Nello stesso periodo il medico Antonio Maria Secondo Laura (1869) fondò una piccola casa di cura in un edificio situato in corso Dante al n. 12, quale Ospedaletto Oftalmico ed Infantile.

Nel 1884 Laura trasformò il suo studio privato in Ospedale Oftalmico ed Infantile e nel 1886 venne a lui affidata la direzione del libero corso universitario di malattie dei bambini. Nel 1884 fondò l'omonima Opera Pia, ricoprendone l'incarico di Presidente.

L'undici novembre del 1884 venne posta la prima pietra del nuovo Ospedale Infantile Regina Margherita in via Menabrea. Da quel momento in poi le cure oftalmiche lasciarono il posto a quelle pediatriche, in un processo di specializzazione e di separazione di competenze.
Nel 1872 alla direzione della Clinica Oculistica giunse l'allievo di Sperino Carlo Reymond (1833-1911), che lo sostituì anche alla direzione dell'Ospedale.

Reymond fu tra i primi a introdurre nella chirurgia oculare il metodo antisettico, riducendo i casi di insuccesso delle operazioni di cataratta, come venne dimostrato al Congresso internazionale di oftalmologia di Milano nel 1880 ed al Congresso internazionale di Londra nel 1881.

Sperino continuò ad essere presente nella gestione della sua "opera", in qualità di componente del Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale Oftalmico. Egli si adoperò affinchè le cure presso l'Ospedale fossero gratuite per gli indigenti, diversamente da quanto pensava Reymond.

Motivato da questa sua spinta filantropica, Sperino riuscì ad organizzare all'interno dell'Ospedale un secondo reparto, affidato alla direzione del dott. Bono, ove i pazienti potevano essere curati gratuitamente, grazie ad importanti lasciti e donazioni affidate all'Opera Pia.

Nella sua qualità di sifilopata, Sperino istituì la Cattedra universitaria in via dei Mille, successivamente unificata all'Ospedale San Lazzaro ad opera di Enzo Bizzozzero (1936), in occasione del trasferimento nei locali del nuovo complesso delle "Molinette".

Dal 1877 al 1888, Sperino ricoprì l'incarico di Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università quale coronamento alla sua intensa attività accademica. Sperino morì a Torino nel 1894 lasciando alla città l'importante patrimonio scientifico di conoscenze sull'oftalmologia, disciplina da lui introdotta in terra subalpina.

Pietro Bajardi - già allievo di Giulio Bizzozzero - nel 1911 subentrò alla direzione universitaria dell'Ospedale, cattedra diretta a suo tempo da Reymond, già allievo dello Sperino. Nel 1923 Filippo Speciale Cirincione vinse il concorso ordinario universitario, incarico ricoperto fino al 1927 dopo la sua tragica scomparsa.

Dopo un breve periodo di gestione transitoria affidata prima al pediatra G. Battista Allaria (1927-28) e poi a Siro Piccaluga (1928-29), l'incarico universitario venne definitivamente affidato a Luigi Guglianetti (1929-1950). Nel 1951 giunse alla direzione Riccardo Gallenga, titolare della cattedra universitaria fino al 1974.

Successivamente la direzione della Clinica venne affidata a Bruno Boles Carenini (1974-1998) e dal 1998 a Federico Grignolo, attuale titolare dell'insegnamento universitario presso l'antico Ospedale Oftalmico.

La scuola oftalmica torinese è stata nel tempo un viatico per illustri studiosi, poi diventati a loro volta titolari di cattedre universitarie in varie sedi italiane, tra i nomi più noti ricordiamo i Professori: P. Matteucci, Antonio Rossi, Giorgio Alfieri e Pier Enrico Gallenga.

Accanto alla Clinica universitaria si sono altresì distinti illustri primari ospedalieri, tra i più noti citiamo: Federico Grignolo, Antonio Corrado, Angelo Vannini, Giorgio Diotti, Italo Faraldi, Gian Marco Gastaldi, Giorgio Bellone, Bruno Bellan, Franco Furlotti, Franco Bartoli, Paola Vaona, Claudio Panico. Questi professionisti ed i loro valenti collaboratori hanno contribuito negli anni alla fama del centro oculistico ospedaliero subalpino, un tempo conosciuto dai torinesi come lo "Sperino".

 

                                                                Franco A. Fava – Savino D’Amelio

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 16/10/2015