Dialogo tra un giornalista e un matematico

Andrea Scanzi e Pierluigi Odifreddi spaziano tra vari temi, dall’incoerenza televisiva, ai problemi giornalistici, fino alla presunta macchinizzazione di Papa Francesco

Un giornalista tra i più in auge del momento ed un matematico che non disdegna di scrivere libri sui “suoi” ma anche su altri argomenti, parlano apertamente di spettacolo, religione ed informazione. Succede al Circolo dei Lettori di Torino dove Andrea Scanzi e Piergiorgio Odifreddi hanno dato vita ad un dialogo protrattosi per oltre due ore.

La ragione di questo incontro non può che non riguardare i due loro libri in uscita, “La vita è un ballo fuori tempo” di Scanzi e “Il giro del mondo in 80 pensieri” di Odifreddi. Ma di questi volumi poco si è parlato, tra due intellettuali di due diverse generazioni il confronto è stato spontaneo e i temi trattati sono usciti di conseguenza, coinvolgendo il pubblico fino a terminare l’incontro solo quando ci si è accorti dei dolori di scomodità comportati dal troppo star seduti.

Due caratteri molto forti che infatti hanno avuto numerosi scontri e alterchi. I più famosi dei quali avvenuti all’interno della regina dei media, la televisione. L’aretino Scanzi non può fare a meno di affermare: “Quando ti trovi davanti ad un personaggio come la Santanchè è difficile riuscire a seguire un discorso serio”. Rincara la dose il cuneese Odifreddi che rivela: “Purtroppo in tv  c’è un livello di falsità molto elevato. Vorrei che poteste vedere la differenza di quei signori prima e dopo l’accensione della lucina rossa della telecamera”.

Entrambi collaborano per testate giornalistiche di notevole importanza. Scanzi è arrivato a “Il Fatto Quotidiano” con qualche rimpianto: “Mi è dispiaciuto perdermi i primi passi del giornale, sarei potuto arrivarci un paio di anni prima al ‘Fatto’. Due anni in cui invece sono rimasto a ‘La Stampa’. Nel 2005 ci arrivai con Giulio Anselmi direttore, allora era uno dei giornali più liberi in circolazione, poi con l’ingresso di Mario Calabresi la musica è cambiata ed io ero finito a seguire il Motomondiale”. Anche Odifreddi, firma de “La Repubblica” ha avuto non pochi problemi: “Del giornale per cui scrivo ci sono delle cose che amo e delle cose che detesto. Mi hanno chiuso in paio di occasioni il blog che mi avevano affidato, ma tra alti e bassi il nostro sodalizio continua”.

Interessante anche come Andrea Scanzi spieghi di essere diventato un volto televisivo: “Per ‘La Stampa’ ho seguito il primo V-day di Beppe Grillo, per cui nei mesi successivi, siccome nessuno si era curato dell’evento, venni invitato in varie trasmissioni a raccontare di questo fenomeno”. E sui grillini aggiunge: “Alcuni esponenti dei cinque stelle sono cresciuti, altri sono rimasti dei dilettanti allo sbaraglio. Per questo non credo a Grillo quando dice che uno vale uno”. Poi una punta di amarezza verso chi negli anni si è fatto portavoce di una sinistra che ora si rispecchia in Renzi: “Mi piacerebbe sapere da Roberto Benigni, da Michele Serra e da altri se sono contenti dell’attuale premier. Se fino a che punto siano disposti a sostenere il governo o meno”.

Piergiorio Odifreddi suo malgrado, è diventato noto per le sue posizioni sulla Chiesa, così una domanda su Papa Francesco sorge spontanea: “Di lui penso che sia molto abile. Dice alcune cose per farsi amare, ma so che c’è un autore che lavorava per la Fox che gliele scrive. Dalle frasi che pronuncia ripreso sull’aereo ai modi in cui si pone mi sembra tutto molto finto. D’altra parte io sono un matematico, e la matematica e l’ateismo sono due facce della stessa medaglia. Basti pensare che tra gli scienziati mediamente solo il 7% è credente”.

Un incontro franco e pulito in cui dunque non ci si è sottratti di certo a parlare di temi considerati scomodi. Dei libri poca traccia, anche perché per Scanzi “va da sé”, mentre per Odifreddi: “Ho diviso i capitoli in tanti argomenti diversi, ma tanto si parlerà solo di quello sulla religione…”.

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Articolo pubblicato il 15/10/2015