Torino: Ospedale Oftalmico, ultimo atto
Foto di Francesco Del Bo

Saitta sbatte la porta in faccia ad ogni ipotesi mediatoria

Martedì mattina era convocato in sessione straordinaria il Consiglio regionale del Piemonte per discutere una mozione firmata da quasi tutti i consiglieri di opposizione relativa alla situazione dell’Ospedale Oftalmico.

In via Alfieri, sede del consiglio regionale, si era intanto radunata una cospicua delegazione del Comitato per la difesa dell’Oftalmico, capeggiata da Piercarlo Perruquet, medici, personale sanitario, associazioni che a titolo diverso da mesi seguono il problema, nonché cittadini, colpiti e indignati dal paventato provvedimento di chiusura.

In apertura di seduta il consigliere Gianluca Vignale di Forza Italia, ha riepilogato, anche a nome degli altri consiglieri firmatari le motivazioni e i dati per cui, a sostegno d’istanze e proteste di medici e cittadini, si chiede la revoca del provvedimento e la ridiscussione di termini e fattibilità, che cerchiamo di sunteggiare.

L’ospedale di via Juvarra ha fatto più di 14mila interventi chirurgici, oltre 60mila visite e oltre 50mila passaggi in pronto soccorso. I beneficiari delle cure, per il 22% sono residenti Asl 1, 21% residenti Asl2, 22% della To3, 14% della To4, 9% della To5, quindi provengono da tutta la provincia di Torino.

I dati del 2013 (mai aggiornati dall’attuale Giunta) dicono che ci vogliono oltre 300 giorni per una visita specialistica oculistica, in Piemonte.

 Per il consigliere “la tesi dell’esecutivo e dell’assessore Saitta è quella di chiudere gli ospedali monospecialistici. Invece nel mondo le più prestigiose strutture sono oculistiche. Da Losanna a Miami a Londra, anche a Roma. I più importanti interventi vengono effettuati in strutture monospecialistiche, qui vogliamo chiudere l’Oftalmico.

Siamo favorevoli al trasferimento nella Città della Salute, perché sarebbe un centro d’eccellenza all’interno di una nuova grande struttura, non allo smembramento in diversi ospedali”.

 

E’ poi intervenuta la consigliera Stefania Batzella del M5S, per contestare l’illogicità della chiusura dell’ospedale e l’antieconomicità dello spezzatino tra i reparti residui. A sostegno delle sue tesi ha evidenziato gli aspetti specifici e maggiormente distintivi dell’attività chirurgica, oltre all’assoluta sicurezza degli interventi eseguiti, in quando l’indice delle infezione (0,013%) è di gran lunga inferiore a quello europeo (0,7%).

L’altro aspetto in palese contraddizione consiste nei costi di trasferimento verso locali ignoti, nei quali, né i consiglieri regionali e tanto meno i clinici dell’Oftalmico ,son potuti accedere.

Batzella si appella inutilmente all’intelligenze di Saitta nell’imbarcarsi in un’avventura dagli esisti incerti e dalle prospettive di funzionalità e di sicurezza, aleatoria e conclude  ribadendo che “L’assessore Saitta, quando interviene, distrugge tutte le cose che funzionano”.

Quanto ai costi, “lo scorso anno la struttura ha risparmiato un milione di euro. Chiuderlo è assurdo”.

Tesi sostenute anche dalla consigliera Porchietto assessore della Giunta Cota che ha enumerato le diversità tra il provvedimento ipotizzato da Cota e l’opacità del deliberato di Saitta che si contraddice con le prese di posizione sostenute, a suo tempo, dallo stesso.

Tesi ribadite dai consiglieri Maurizio Marrone(FdI) e Daniela Ruffino che hanno ancora ricordato gli ingenti recenti stanziamenti dedicati dalla Giunta per apportare sostanziali migliotamenti ambientali e di dotazione all’Oftalmico.

Tolto un intervento benedicente del consigliere Allemano, di cui non si è capito bene il contenuto, peraltro forzatamente allineato al diktat della Giunta, è toccato a Gianna Gancia concludere il dibattito.

La presidente del gruppo della Lega Nord, ha ribadito la centralità dei servizi a vantaggio del cittadino ed ha evidenziato la qualità, l’efficienza e l’economicità dell’attività specialistica svolta all’Oftalmico.

La consigliera ha ricordato che nel corso dell’assemblea era intervenuto anche il sindaco di Scarnafigi, Riccardo Ghigo. Scarnafigi é il comune natio di Casimiro Sperino che nel 1851, con fondi propri, sottoscrizioni popolari, donazioni del terreno e contributi della Compagnia San Paolo, aveva fondato l’ospedale di via Juvarra con l’impegno che in futuro fossero sempre curati gratuitamente gli indigenti, mentre ora Saitta chiude.

C’è pure stato un intervento vibrante del capogruppo del PD, Davide Gariglio, a difesa del diritto alla salute. Si è poi passati a votare due ordini del giorno.

Il primo presentato da Alfredo Monaco invitava la Giunta a  valutare l’opportunità di inserire in blocco le attuali strutture dell’Ospedale Oftalmico in una idonea struttura che possa garantire l’emergenza, l’urgenza, la condivisione delle strumentazioni e sale operatorie dedicate.

Il secondo presentato da Gianluca Vignale a nome delle opposizioni; Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord e M5S, considerata l’eccellenza dell’Oftalmico,ne chiede il mantenimento delle attività nell’attuale sede.

La maggioranza che governa il Piemonte respinge con un voto pubblico, entrambi gli ordini del giorno. Ciò significa assicurare ampia libertà di azione al  piano di smantellamento previsto da Saitta.

Seguiva poi, nella Sala Viglione, un confronto aperto con la Giunta, coordinato dal presidente del consiglio Mauro Laus.

Sono intervenuti i clinici Grignolo e D’Amelio, il presidente del Comitato per la difesa dell’Oftalmico, medici, rappresentati dell’Unione ciechi e cittadini. Con diverse angolature e competenze, sono stati sviluppati ed esposti gli argomenti cui Saitta non aveva mai dati risposta.

Le conclusioni non si sono discostate dall’esito del voto in consiglio. In più Saitta ha bacchettato i medici che, a suo dire avevano infangato l’attività delle altre unità oculistiche operanti nei nosocomi piemontesi.

L’assessore ha ignorato che particolari tipo d’intervento sono effettuati esclusivamente all’Oftalmico. Ultima perla è riservata al Governo Renzi che, a dire di Saitta ci lega le mani per quanto concerne le scelte da operare.

Forse abbiamo tratto una lezione. Ritenevamo che il governo imponesse dei vincolo contabili e non qualitativi. Ciò significa che Renzi è un impiccione o che la giunta Chiamparino deve essere condotta per mano. In conclusione dei due incontri i consiglieri Stefaina Batzella e Davide Bono del M5S ci hanno dichiarato:

“Chiusura dell'Oftalmico, smembramento delle attività in locali ancora non definiti e nessuna garanzia su eventuali risparmi dell'operazione. Questa è la pessima strategia di Saitta e della Giunta Chiamparino portata avanti in solitudine senza ascoltare operatori del settore, cittadini ed opposizioni.

Una prospettiva preoccupante alla quale abbiamo detto NO in piazza e ribadito oggi in aula in occasione del Consiglio regionale straordinario dedicato all'Oftalmico.

Il trasferimento delle divisioni oculistiche presso due sedi separate (Città della Salute e Giovanni Bosco) comporterebbe investimenti a livello strutturale, per lo spostamento di attrezzature ed assunzioni di personale tali da essere in controtendenza con tutti i programmi regionali. Il trasferimento comporterebbe inoltre l'allungamento delle liste d'attesa ed il rischio di un aumento delle infezioni ospedaliere. Occorre inoltre considerare gli interventi di ristrutturazione effettuati sull'attuale sede di via Juvarra, l'ultimo di circa 6 milioni di euro.

L'Oftalmico rappresenta un centro d'eccellenza in campo oculistico a livello regionale che deve essere tutelato e salvaguardato, sul modello dei grandi ospedali monospecialistici mondiali (Londra e Miami su tutti).

Già mesi fa, con un nostro ordine del giorno a prima firma Batzella, avevamo chiesto alla Giunta di mantenere attive tutte le specialità dell'ospedale ed a garantire, in caso di chiusura della sede di via Juvarra a Torino, il trasferimento in toto presso una sola sede ospedaliera al fine di mantenere la medesima qualità del servizio. Documento respinto, oggi come allora”


La palla ora torna ai comitati di utenti e ai cittadini. La presa di posizione di Saitta, sta producendo ripercussioni nelle altre situazioni di riordino dell’attività ospedaliera ancora aperte in Piemonte. Circola voce, in queste ore, che sarebbero imminenti altre radicalizzazione della protesta.

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Articolo pubblicato il 14/10/2015