Le Startup Fintech e la Finanza insieme per creare innovazione

Se non puoi combattere contro il nemico alleati con lui

Le Startup sono le imprese nella fase iniziale della loro attività spesso rischiosa ma anche molto innovativa e con possibili risvolti di interessanti profitti; in particolare le Startup Fintech (SF) si propongono di mutare radicalmente il mondo finanziario.

Questo tipo di SF sembra essere entrato nelle mire del Venture Capital (VC) che è normalmente definito come l’apporto di capitale di rischio da parte di un investitore fisico (venture capitalist) per finanziare o cofinanziare l’avvio o la crescita di una attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo. Ma il VC può essere anche un istituzionale, ad esempio un Fondo di VC che investe in via prioritaria nel capitale finanziario delle imprese che hanno un livello di rischio troppo elevato per il sistema bancario e per i mercati finanziari in genere.

Poiché le SF hanno come obiettivo principale quello di cambiare alla radice il mondo finanziario e in particolare di ridimensionare il ruolo delle banche e il loro strapotere attuale, ha destato sorpresa l’aver constatato che le SF stanno ricevendo i maggiori finanziamenti proprio dal settore bancario.

Negli ultimi due anni le banche americane hanno iniziato a sostenere questo nuovo tipo di Startup, evidentemente al fine di entrare nelle loro dinamiche interne per un auspicabile controllo, piuttosto che combatterle dall’esterno. Inoltre le banche si sono accorte che possono aprirsi nuove vie operative tramite le SF di minori dimensioni che hanno una libertà di azione assai superiore rispetto agli istituti bancari e quindi possono seguire meglio i clienti investitori nell’area digitale.

Nella primavera del 2015, il valore dei servizi finanziari tradizionali era stimato sui quattromila e settecento miliardi di dollari, un valore che potrebbe quasi azzerarsi in tempi brevi con l’avvento dei nuovi strumenti tecnologici e delle piattaforme digitali che realizzano soluzioni innovative per i servizi di finanziamento,  pagamenti e gestioni di patrimoni. Ecco perché si sentono da qualche tempo voci e si leggono articoli sulla prossima scomparsa delle banche tradizionali entro i prossimi 20 anni. Grazie invece al connubio con le piccole SF, le banche possono iniziare ad ottenere una visione di quello che potrebbe diventare il prossimo modello di investimento e anticipare il futuro operativo. E’ da questo concetto che probabilmente ha preso il via la recente alleanza tra Goldman Sachs e Bitcoin.

Bitcoin è una innovativa rete di pagamento e un nuovo tipo di denaro: usa la tecnologia peer-to-peer per non operare con alcuna autorità centrale o con i sistemi bancari. Le transazioni, la gestione e l’emissione di bitcoin viene effettuata collettivamente dalla rete. Il sistema è open-source in quanto la sua progettazione è pubblica, nessuno possiede o controlla Bitcoin e ognuno può prendere parte al progetto.

Questo è possibile grazie alla tecnologia peer-to-peer che in informatica indica una architettura di rete ove i nodi non sono sotto forma gerarchica di clienti o server, ma sotto forma di nodi paritari che possono fungere sia da cliente che da servente; in tal modo ogni nodo è in grado di avviare o completare una transazione.

Si spiega così il recente investimento da 50 milioni di dollari da parte di Goldman Sachs in Circle Internet Financial, una SF di pagamenti in bitcoin, con la motivazione del potere dirompente dei bitcoin e altre tecnologie di pagamento stante la loro capacità di poter interrompere i servizi tradizionali di trasferimento di denaro fornite da Western Union e altri.

Astutamente, l’obiettivo di Circle è far si che i clienti possano visualizzare bitcoin non come una nuova valuta per sostituire il dollaro USA, ma come una rete di pagamento su internet che consente operazioni sicure, globali, istantanei in libertà.

Se siamo di fronte ad una nuova frontiera lo vedremo molto presto.

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Articolo pubblicato il 23/10/2015