Lo stile sarcastico e bizzarro di Charles Fort, un pensatore alternativo di fine 800

Quanti  sanno cosa si intende quando si utilizza l'aggettivo “fortiano”?  Ilritr termine è ' riferito ad una persona, Charles Fort, la cui principale caratteristica è quella di aver utilizzato uno stile graffiante, beffardo per descrivere eventi strani e inspiegabili che ritrovava in riviste scientifiche e giornali della sua epoca. Con il termine "fortiano", si intende indicare numerosi fenomeni anomali o inspiegabili.

Fort è stato uno dei  primi studiosi che si è dedicato agli studi relativi ai fenomeni paranormali,  utilizzando  un approccio molto particolare, concentrandosi su pochi e fondamentali punti di vista , frequentemente dimenticati nelle discussioni , con un approccio sempre al limite fra  scienza e pseudoscienza.  Questi sono  indefiniti, mal delimitabili, e tali limiti mutano con il mutar del tempo, laddove vi sia una forte influenza sociologica su ciò che è considerato 'accettabile' o  "dannato", ovvero non accettabile.

Per tutta la vita Fort raccolse decine di migliaia di annotazioni: si dice che ne abbia compilate almeno 40.000, ma probabilmente sono molte di più.  Queste venivano addirittura raccolte su scatole da scarpe. Vi sono anche annotazioni prese su piccoli fogliettini  di carta, scritti in una forma particolare,  inventata dallo stesso Fort. Queste annotazioni sono ancora oggi visibili, raccolte in una collezione dell'Università della Pennsylvania. 

Fort documentò numerosi rapporti di OOOPART, od oggetti anacronistici, di difficile collocazione storica, che gli accademici si sforzano di etichettare e di assegnare loro un'epoca di appartenenza precisa, senza essere in possesso di sicure certezze, almeno alla sua epoca, per poterle  inquadrare nelle teorie comunemente accettate.  Molti di questi fenomeni sono ormai, citati come fenomeni forteani, da questi, altri autori hanno derivato la loro  scuola di pensiero, per esempio nel caso degli UFO 

Di  Charles Fort ci restano alcuni libri: Il libro dei dannati (1919), Nuove terre (1923), Lo! (1931) e Talenti selvaggi (1932); uno dei libri fu scritto tra Nuove Terre e Lo!, ma fu abbandonato e assorbito in quest'ultimo. Potremmo disporre di molto materiale in più, ma Fort distrusse buona parte dei suoi elaborati facendo si che andassero perduti per sempre.

La sua vita, i suoi studi e gli episodi che hanno reso celebre il personaggio sembrano  tratti da un romanzo; eccone una  estrema sintesi. Charles Fort nacque  nel 1874 ad Albany, New York;  la famiglia era di origini olandesi, aveva due fratelli più giovani, Clarence e Raymond. Suo padre era titolare di una drogheria, un uomo molto autoritario e violento, caratteristiche queste che hanno condizionato notevolmente il giovane Charles, facendogli perdere la fiducia nell'autorità, e inducendo in lui un forte senso di indipendenza. 

Da ragazzo sosteneva di voler diventare naturalista, raccoglieva  conchiglie, minerali.  Descritto come curioso e intelligente, il giovane Fort non eccelleva a scuola, anche se era considerato molto intelligente. La sua voglia di ridere, la sua arguzia, il carattere scherzoso vennero fraintesi facendolo scambiare per un innocuo buontempone. A diciotto anni lasciò la casa paterna per tentare nuove esperienze , si spostò attraverso gli Stati Uniti occidentali, in Scozia e Inghilterra, fino a quando si ammalò durante una permanenza in Sud Africa. 

Fu amorevolmente curato da Anna Filing, una ragazza più vecchia di lui di quattro anni che  conosceva fin dalla sua infanzia. Si sposò  il 26 ottobre 1896 e  la coppia si trasferì  a Londra per due anni. In questo periodo  Charles approfondì le sue ricerche, dedicandosi alla scrittura di racconti, cominciando a produrre alcuni lavori.  Nel tempo libero lui e la moglie si recavano al cinema, essendo entrambi amanti di tale spettacolo.

librIl suo successo come scrittore di racconti fu  intermittente e la coppia attraversò un periodo  di terribile povertà e depressione fino a che, nel  1916, l'eredità di un suo  parente, giunta inaspettata,  permise a Charles di abbandonare il lavoro e dedicarsi  alla attività per cui si sentiva portato, quella di scrittore  a tempo pieno. Cominciò così ad incanalare tutta la sua energia verso lo studio del sopranaturale con uno stile di scrittura unico e memorabile, permettendo di poter comprendere appieno la sua personalità ed il suo modo di pensare, singolare e poco comune per l'epoca .  

Charles Fort  si riteneva  un autentico  scettico, nella piena accezione del termine,  una  persona che intende opporsi  a tutte le forme di dogmatismo, che non crede a nulla , e non prende alcuna posizione su nulla. E' stato un personaggio anti-dogmatico che si è dedicato  alla  raccolta di  storie strane e bizzarre per tutta la durata della sua vita,  buona parte della quale, la trascorse  nella biblioteca pubblica di New York City esaminando giornali, riviste e riviste scientifiche, alla ricerca  di eventi i strani o  misteriosi che mal si adattavano  alle  teorie scientifiche della sua epoca. 

Come ricercatore non sembrava particolarmente interessato a fornire  una spiegazione alla sua raccolta di racconti strani. Però il suo interesse principale per le ipotesi scientifiche è stato quello di criticare e ridicolizzare il processo stesso di teorizzazione. Il suo vero scopo sembra essere stato quello di mettere in imbarazzo gli scienziati attraverso la raccolta di storie sul tema del  " confine tra realtà e fantasia", eventi che la scienza non è stata in grado di  spiegare, o per cui ha fornito spiegazioni che talvolta paiono poco convincenti. 

Fort era scettico circa le spiegazioni scientifiche perché sosteneva che gli scienziati, talvolta, giungono a conclusioni solo in base alle proprie convinzioni, piuttosto che su prove reali basate su autentiche verità scientifiche. Sosteneva inoltre, attirandosi le ire degli ambienti accademici, che certi sperimentatori sopprimono, o tendono a ignorare, i dati scomodi. Fornisce poi l'impressione  di aver capito che le teorie scientifiche sono modelli, e non riflessi della  realtà; lui le considerava poco più che  superstizioni e miti permettendo di giungere alla conclusione che avesse avuto una profonda incomprensione della natura delle teorie scientifiche. 

Provava particolare soddisfazione  quando coglieva gli errori degli scienziati ,fort 2 alcune loro previsioni errate, attaccando  quello che definiva  il "clericalismo" della scienza, rimarcando come sia  realmente la scienza: fallibile, umana e sperimentale, capace di fornire probabilità, piuttosto che certezze assolute. Il suo pensiero, apparentemente semplicistico,rifletteva l'assunto che, dal momento che  la scienza non è infallibile, una teoria è buona come qualsiasi altra. Però Fort trascorse buona parte della sua vita adulta nella biblioteca pubblica di New York City esaminando giornali, riviste e pubblicazioni  scientifiche alla ricerca di  cronache,  di eventi strani o misteriosi che non si adattavano  alle convinzioni, ai dogmi come lui li chiamava, degli scienziati della sua epoca. 

Esaminò e descrisse  cronache in cui si parla di  rane, pesci e altri strani oggetti che piovono dal cielo, o cronache della comparsa di fantasmi. Postulò l'esistenza  di un Super-Mare dei Sargassi al di sopra della Terra (che chiamò Genesistrine) dove hanno origine gli esseri viventi. Periodicamente questi vengono gettati sulla Terra da esseri intelligenti comunicanti con società terrestri segrete, che raggiungono forse  utilizzando il teletrasporto.

Fu  uno dei primi a descrivere la comparsa di strani oggetti volanti, a fare la cronaca  di casi di  combustione umana spontanea, e ad esaminare il problema delle stimmate in relazione alla psiche. Pubblicò numerose opere ed in queste  non sembra interessato a mettere in discussione l'attendibilità delle sue fonti, il che è singolare, dato che aveva lavorato come giornalista per un certo numero di anni, prima di intraprendere la sua missione per raccogliere storie strane e bizzarre. 

Per avere un'idea del suo insolito modo di approcciare determinate notizie diffuse ai suoi tempi, è sufficiente ricordare quel che disse a proposito di una voce che voleva vi fosse un cane parlante e che era misteriosamente scomparso in una nuvola di fumo verde. Fort si dichiarò dubbioso solo del fatto che il cane fosse scomparso in un nuvola verde, senza mettere  in discussione la sua capacità di parlare.

Alcune sue note sono state pubblicate, dal Fortean Society rivista "Il dubbio" e, dopo la morte del suo editore Tiffany Thayer nel 1959, la maggior parte sono state donate alla Biblioteca di New York Public, dove sono ancora a disposizione di ricercatori . 

Di lui restano dunque il pensiero ed i suoi libri. Non  gli importava granchè se i suoi libri non erano precisi, Fort voleva soltanto offrire una visione alternativa, dotata di una consistenza tale da poter essere paragonata ad una ipotesi offerta dalla scienza ufficiale.  I libri di Fort sono soprattutto un compendio di anomalie, ma sono anche ricchi di speculazioni e commenti spiritosi, divertenti, e dissacranti. Non si limita a fornire liste di fenomeni, ma elabora una sua  filosofia sui dati che definisce "maledetti", perché vengono "esclusi" dalla teoria scientifica ortodossa. Un autore insolito, le cui teorie possono talvolta far sorridere, ma al tempo stesso invitano a ricercare una visione diversa da quella offerta dalla scienza convenzionale, su cui non è mai sbagliato soffermarsi con spirito critico, cercando ipotetiche soluzioni anticonformiste,  che non è detto non possano esistere.

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Articolo pubblicato il 13/10/2015