Regione Piemonte: Il malato Sanità

Nostra intervista a Gianna Gancia, capogruppo della Lega Nord al Consiglio Regionale

- Presidente Gancia, cosa ne pensa della Sanità piemontese?

La Sanità piemontese rappresenta la continuità della Scuola che, sin dall’ottocento ha formato Mimo Carle, Ottorino Uffreduzzi, Achille Mario Dogliotti e molti pionieri ancora viventi che hanno tenuto alto quel modello, con sacrifici personali, perseveranza ed abnegazione ed in molte specialità portando Torino e il Piemonte all’avanguardia in Europa.

Sul piano organizzativo e delle strutture sanitarie, ovviamente oggi sono necessari aggiustamenti e razionalizzazioni che non sempre incontrano i favori dei cittadini, ma se improntati nella direzione della salvaguardia della salute e della qualità della vita, potrebbero risultare positivi.

- Ha ragione, ma razionalizzazione non significa privare i cittadini e in particolare le categorie deboli, dei servizi essenziali, non le pare?

I servizi per i cittadini debbono rappresentare la conditio sine qua non, dell’ottimale organizzazione sanitaria. Le razionalizzazioni vanno sempre  spiegate e, se le soluzioni appaiono sotto l’aspetto tecnico e sociale impercorribili, dovrebbero necessariamente essere riviste.

Nel caso dell’Oftalmico, smembrare l’ospedale significherebbe esporre i pazienti a rischi sanitari non indifferenti e disagi, a causa dei trasferimenti da una sede all’altra a cui sarebbero sottoposti.

- Chiamparino e Saitta hanno le loro responsabilità e per loro sta iniziando una lunga serie di confronti, direttamente con i territori, con Comitati istituiti ad hoc, senza mediazioni politiche. Però, anche il suo presidente Cota, non è andato giù a cuore leggero in visioni e decisioni, poi rivelatesi catastrofiche. Non le pare? Con il senno di poi, quali conclusioni trae?

Sono pragmatica e deva la mia formazione alla scuola di Giovanni Giolitti e di Luigi Einaudi, al senso della concretezza e della responsabilità. Non mi nascondo dietro alle sigle. Svolgo serenamente il ruolo dell’opposizione convinta alla Giunta Chiamparino. Non mi sottraggo a considerazioni anche scomode sull’immediato passato. In molti aspetti, Cota ha peccato di ottimismo e superficialità, scegliendo collaboratori non all’altezza della situazione, che poi hanno implicitamente favorito il suo declino e alzato il muro dell’impopolarità.

- Mercoledì in commissione Sanità, c’è stato un confronto burrascoso tra medici che ogni giorno sono in contatto con malattie mentali e senili e Saitta. Al prossimo consiglio Regionale dovrebbero partecipare ampie delegazioni del Comitato per la difesa dell’Oftalmico e la mobilitazione di coloro che si oppongono alle scelte di Saitta è solo all’inizio. Quali posizioni assumerà?

Sono molti sensibile alle tematiche della salute dei cittadini e, di fronte a richieste o proteste motivate, non guardo in faccia a nessuno ed obbedisco alla mia coscienza di cittadina e di madre.

Nel merito considero una scelta antieconomica, illogica e pregiudizievole alla salute del paziente, dividere l’Oftalmico in due tronconi. Se proprio Chiamparino vuole fare l’immobiliarista, invece del Presidente del Piemonte, abbia la cautela di attendere la costruzione della Città della Salute, non uccidendo l’Oftalmico con scelte improprie,

C’è in me, la rivolta della coscienza nei confronti di abusi di potere e scelte malevole. Che si tratti di Saitta o di persone della parte politica cui appartengo che hanno mantenuto posizioni riprovevoli o controproducenti, non fa differenza.

- Quali sensazioni prova quando incontra delegazioni o popolazioni locali? Ci sono problemi ambientali, di strutture sanitarie e ospedaliere, di trasporti, d’incuria in opere pubbliche essenziali non completate, di sprechi vistosi ecc. Tutti campi in cui Cota non ha certo brillato, anche se Chiamparino sta facendo peggio. Cosa risponde solitamente ai suoi interlocutori?

Non mi nascondo dietro a un dito ed esamino serenamente ogni situazione, cercando di approfondire gli aspetti specifici. Se, come in molteplici occasioni non c’è demagogia o speculazione politica, da parte dei miei interlocutori, cerco di occuparmene con serietà e non provo alcun disagio nell’affrontare le situazioni.

Del resto il partito cui appartengo, o che almeno io  concepisco, dovrebbe essere improntato dall’impegno personale e dalla serietà. Non intendo coprire i pelandroni , incapaci o disonesti che, sotto le varie casacche  hanno anteposto i propri interessi, a scapito delle legittime aspettative dei piemontesi.

- Qual’é l’aspetto più importante per lei, nello svolgere il ruolo di presidente del Gruppo regionale della Lega Nord in Piemonte?

Quello di non avere scheletri nell’armadio. Sostenere il ruolo del Piemonte che vorrei federalista in un’Europa dei Popoli.

Mi sento impegnata a difendere prerogative e diritti di un popolo operoso, cercando di poter, con politiche mirate che con questa Giunta non intravedo neppure, non ostacolare con burocrazie ormai inconcepibili, ma vigenti, lo sviluppo e il consolidamento delle attività imprenditoriali e il conseguente impiego lavorativo delle nuove generazioni.

In Italia l’assistenzialismo parassitario e l’erogazione dei  contributi a pioggia ci ha già fornito esempi terrificanti. Il Piemonte non dovrebbe mai più seguire questa strada. Sotto questo aspetto, la nostra regione è diventata la vergogna del Nord.

Grazie Presidente Gancia.

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Articolo pubblicato il 10/10/2015