Torino - Oncologia: il primo percorso pet dedicato ai bambini in Italia
Angelina Cistaro, medico nucleare

Inaugurato ieri al centro di medicina nuclaeare Irmet di via Onorato Vigliani 89

Non ne esisteva uno prima d’ora, ma a Torino, primo in Italia, è oggi un progetto reale. Si tratta del primo percorso Pet, l’esame per la diagnosi del tumore e per monitorare lo stato della cura della malattia, dedicato interamente ai piccoli pazienti oncologici, il primo “a misura di bambino”.

Dall’accettazione  alla consegna del referto, il percorso è stato inaugurato ieri al centro di medicina nuclaeare Irmet di via Onorato Vigliani 89, già centro di eccellenza per la Pet per adulti e che conta 200 pazienti di età pediatrica l’anno che si sottopongono a questo esame.

E’ un percorso speciale agli occhi di un bambino, perché qui i piccoli pazienti, che arrivano dagli ospedali di Torino e del Piemonte e dall’Italia, vengono accompagnati prima nella sala di attesa, che ha le sembianze di un’isola nell’oceano, per poi proseguire nella sala Pet, dove il macchinario è un sottomarino che naviga nelle acque limpide e piene di pesci che sorridono.   

I bambini si immergono in un vero e proprio acquario fino ad entrare all’interno di un sottomarino immerso nel mare. «Il piccolo paziente viene prenotato al mattino presto permettendo di sfruttare il fatto che è addormentato e, dall’accettazione, viene preso in carico, portato in una saletta apposita, separata dalla sala di attesa degli adulti, ed eseguire la Pet – spiega le fasi del percorso Angelina Cistaro, medico nucleare –. Ad oggi i piccoli pazienti non hanno mai avuto bisogno di anestesia per fare questo esame».

Oltre ai giovanissimi pazienti oncologici, negli ultimi anni arrivano alla Irmet anche pazienti neurologici dove la Pet può essere incisiva per un corretto approccio terapeutico. «Nella complessità – continua Cistaro - il 10% dei pazienti è pediatrico, arriva dalla rete oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta e da altre regioni come Sicilia, Calabria e Basilicata».

«I nostri medici hanno sempre avuto l’attenzione di separare i bambini dagli adulti e questo allestimento può rendere il loro percorso meno gravoso visto che, piccoli, devono affrontare grandi fatiche» prosegue Elisabetta Salza, ad. «Era giusto quindi – incalza Vincenzo Arena, direttore sanitario - avere una attenzione speciale per loro».

Negli Stati Uniti, al Miller Children di Long Beach e all’Advocate Lutheran General Children’s Hospital di Philadelphia esiste un percorso simile a questo, così come all’ospedale Bambin Gesù di Roma dove è stata allestita una Ludo Tac che fa giocare i bambini prima di sottoporsi a un esame diagnostico.

Ogni anno in Italia si ammalano circa 1.600 bambini tra 0 e 14 anni e circa mille adolescenti tra i 15 e i 19.

 

                                                                                           Liliana Carbone

 

 

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Articolo pubblicato il 11/10/2015