Partiranno armati i nostri quattro Tornado?

Lo sapremo il giorno prima a reti unificate.

Venti di guerra annunciati dalla televisione. L'aviazione italiana verrà impegnata in azione contro il Califfato?

La notizia non è fresca, già imperversava un anno fa alla voce: "l'Italia in guerra" contro l’Isis. L'aula approvò; il costo: € 1 milione.

Gli aerei, 4 Tornado posti sotto il comando del Combined air and Space Operation Center decollarono alla volta della base Amhed al Jaber, insieme a 140 uomini, con l'unica configurazione di Intelligence Sourvelillance Reconeissance (per dirla in italiano: ricognizione). Sono là da un anno, ma adesso il ruolo sembra poter essere cambiato

Martedì 7 ottobre 2015, notizia di giornata: i nostri aerei potrebbero essere impiegati anche in azioni di guerra contro le postazioni dell’Isis.

Si accavallano le dichiarazioni. La ministra della difesa Pinotti, non conferma; si sta valutando: ma non è un’opzione per chi cerca un posto al tavolo dei grandi. Brunetta è certo che i giochi siano fatti. All'opposizione insorgono i 5 stelle, chiedono un chiarimento in Parlamento, Pier Casini il trasformista, stavolta si rinnova bellicoso, ci ricorda che siamo un'alleanza e dobbiamo assumere impegni più ampi, quindi assicura che nessuna scelta verrà presa senza che…. Parlano tanto, parlano tutti.

Toni altisonanti che squillano dalle tv esaltano l'infallibile, satellitare tecnologia italiana, arma definitiva nella soluzione della guerra al terrorismo islamico. Sembra cosa già fatta e quasi giusta. Potere dell'informazione a senso unico, così come capita quando deve accendere il consenso popolare e servire il comodo del potere.

Nel frattempo, lo scacchiere si scalda  pericolosamente. La flotta russa mostra i muscoli e spara sulle postazioni Isis?!... i nuovi missili 3M-54 dal Mar Caspio fino in Siria, la Turchia non gradisce il sorvolo dei Mig di Putin e sta perdendo la pazienza, gli USA temono un accordo russo-siriano. Tira una brutta aria, ma noi ci siamo! In attesa delle decisioni politiche prossime a venire, i soliti 4 Tornado sono in stato di allerta nelle loro nuove basi in Iraq.

Una cosa sembra certa, se dovessero entrare in azione, cambieranno le sorti dello scenario mediorientale, argomento sul quale pare non vi siano dubbi né in Parlamento, né al centro della rassicurante propaganda bellica che, a reti unificate, rassicura ad orario di cena.

La prova di tanta sicurezza sta nel cambiamento di abitudini ormai superate, brutte scortesie nel confronto dei nemici. Quando eravamo selvaggi e primordiali, in caso di sgradevoli conflitti c'era il silenzio radio, gli ambasciatori in fermento, i piani segreti,  l'effetto sorpresa. Oggi ci distinguiamo da un drappello di esaltati terroristi che colpiscono a tradimento.

Oggi possiamo contare sul bombardamento intelligente, e perciò è un: forse che si, forse che no, magari chissà, bombarderemo, ma non temete, si voterà e poi, faremo sapere per tempo dove, come e quando.

Questa è evoluzione, è civiltà, è un nuovo regolamento di buon comportamento che ancora non era stato scritto, ma presto si farà, ci sono le prove generali in Parlamento. C'è zuffa sulle riforme costituzionali, su quell'articolo 11 e quella vecchia storia dell'Italia che ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo di risoluzione di controversie internazionali...

News! D'ora in poi sarà tutto più chiaro. L'articolo 17 sullo stato di guerra è passato; guerra "difensiva" preventiva o cos'altro sarà? Qualcuno sostiene che è solo un imbroglio dall'odore stantio di sudditanza internazionale, di vergogna e dipendenza. L'ultimo atto di chi non conta niente, obbedisce agli ordini $uperiori, ma non vuol farlo sapere alla sua gente.

E' lecito sperare che nel putiferio della Siria, si trovi un punto di equilibrio e che i venti di guerra si assopiscano un po'. Non è bello esprimere sarcasmo in questo momento, ma dal nostro litigioso Parlamento non perviene un grande esempio.

L'Italia è una grande nazione che ha degli impegni verso il mondo, verso il proprio popolo e verso gli alleati. Questo ha detto il Renzi alla tv. Ho sentito per la strada qualche ironico commento: certamente nella guerra di Equitalia contro i minuscoli evasori non ci batte nessuno.

I tempi cambiano e Totò, che faceva il verso al duce, chissà se oggi avrebbe di che far sorridere? Non mancano i nuovi volti. Mentre lo penso, immagino l'anima del principe e del comico intenta a commentare la notizia dei quattro cacciabombardieri chiamati a decollare: ma mi faccia il piacere!

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 09/10/2015