Il rapporto con l’utenza e le difficoltà di relazione. Osservatorio sulle tensioni ed eventuale autodifesa da aggressioni

Interessante incontro organizzato dalla Cisl di Alessandria - Asti

Capita sovente che, a prescindere dalle buone intenzioni degli organizzatori, un convegno di approfondimento, si tramuti in un boccone quasi indigesto ove il puro nozionismo, non incontra le aspettative degli uditori che, se attenti, si pongono domande precise e certe, non ottenendo che risposte fumose o avulse dal contesto.

Questo non è capitato sabato mattina ad Alessandria, all’apertura di una serie d’incontri promossi dal sindacato Cisl, Funzione Pubblica.

Il tema del giorno svolto in collaborazione con l’Associazione Nazionale Esperti Sicurezza Pubblica e privata, rivolto in modo particolare al pubblico femminile, toccava una piaga della nostra epoca. La mancanza di sicurezza ed il cinico disprezzo con il quale soprattutto le donne sono trattate e considerate nella nostra società.

Tema spinoso introdotto da relazioni svolte dal Criminologo Professor Massimo Bianco e dal dottor Corrado Macrì, ufficiale della sicurezza esperto in sicurezza personale, nonché Vice presidente dell’A.N.E.S.PP (Associazione Nazionale Esperti Sicurezza Pubblica e privata).

Viene rappresentato lo stato della situazione con tante nubi, pochissime luci e prospettive ancor più incerte.

La risposta, o meglio il contesto nel quale operano il legislatore, le Forze dell’ordine ed il magistrato, oltre ad intuibili considerazioni politico ambientali di stretta attualità, si desume dalla lucida ed esaustiva trattazione “Aspetti legislativi e penali”, svolta dall’Avv. Giada Mingroni del foro di Torino.

L’avvocato Mingroni, senza giri di parole ha esaminato le origini della nostra legislazione, con particolari riferimento al fenomeno del femminicidio e dello stalking.

Normative che certamente hanno risentito degli aneliti della società civile e del vissuto di reati in precedenza misconosciuti o trattati da un legislatore il cui sommo principio in materia risiedeva nel riconoscimento del “delitto d’onore”.

Tanta acqua è passata, ma nonostante parole, convegni ed impegno di molti, prevale ancora una mentalità ed un comportamento sessista che soffoca e inibisce, tra gli altri aspetti negativi, la libertà della donna di poter denunciare abusi ed ingiustizie e portare sul banco degli imputati i violentatori più cinici e crudeli, soprattutto quando queste nefandezze avvengono in famiglia o sul posto di lavoro.

A far intravedere uno spiraglio di luce al fondo del tunnel ci ha magistralmente pensato il maestro Carlo Emanuelli, esperto di discipline di autodifesa personale con dimostrazioni di tecniche Kraw Maga.

E’ stato confortante assistere ad una dimostrazione pratica di autodifesa da parte dei suoi allievi di ambo i sessi. Si parte delle neutralizzazioni di accostamenti un po’ arditi a vere e proprie difese e neutralizzazioni nei confronti di aggressori.

Il propagarsi di queste iniziative in ogni regione, non può che rasserenare donne che ad ogni ora del giorno e in ogni località, per mantenere e difendere la propria indipendenza, devono poter uscire di casa e camminare indisturbate  e in sicurezza per le strade e in luoghi pubblici.

“Dopo il femminismo, la donna”. Con queste parole, Gianna Gancia, ex presidente della provincia di Cuneo e attuale consigliere regionale del Piemonte, ha concluso il convengo.

Gancia parte da situazioni vissute e considera l’insicurezza, un malessere sociale. Nel confronto con prefetti e magistrati si è sempre sentita citare statistiche rassicuranti, mentre la situazione del vissuto, per la donne è ogni giorno più problematica, anche in Piemonte. L’impegno e la sensibilizzazione ad ogni livello non dovrebbero fermarsi

L’elogio e la speranza di Gianna Gancia risiede anche nella consapevolezza che iniziative analoghe a questa possano fornire alle donne, da un lato, maggior fierezza e sicurezza, dall’altro rappresentare uno stimolo che impegni Forze dell’ordine e magistratura nel sentirsi maggiormente coinvolte nel trattare casi estremamente delicati ove il burocratismo rischia, a volte, di provocare danni maggiori delle violenze fisiche.

Non è mancato un doveroso ricordo di Oriana Fallaci che riportiamo con partecipazione “Essere una donna è un’avventura che richiese coraggio: una sfida che non annoia mai”.

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Articolo pubblicato il 05/10/2015