La 500, il Papa e la Volkswagen.

Solite ciance da bar

Papa Francesco è atterrato negli USA e, dopo avere incantato le folle con sagge parole di cristiano, ha stupito tutti salendo a bordo di una Fiat 500 L rigorosamente nera e targata Vaticano, scortata da mastodontici SUV. Un fantastico spot in mondovisione!   

È stata una super promotion per l'ex marchio torinese anche se qualche malizioso, parafrasando il fu Giulio nazionale "a pensar male si fa peccato, ma sovente ci si azzecca", dopo aver notato la sfilata a Washington sopra una Jeep tagliata ad hoc, ha insinuato che Mr. Marchionne poteva aver anche rifilato una busta al Vaticano, che a una carità non dice mai no.

Solite dicerie! C'è sempre chi s’inventa dei discorsi da bar, anche se i due modelli appartengono al medesimo marchio: FCA. Nondimeno, tra le male lingue e i pettegolezzi, s’insinua che lo scandalo Volkswagen, scoppiato proprio adesso negli U$A, per un po’ di CO2 in più di cui erano tutti al corrente, non sia frutto caduto per caso.

I soliti maldicenti seduti al bar si se la contano sul fatto che in terra americana ci sono almeno 40 centrali nucleari di vecchia costruzione, potenziali minacce atomiche assai più pericolose. I ragazzi poi, affermano che l'America è la potenza industriale che ha contribuito di più al riscaldamento globale e rincarano la dose insinuando un sospetto: e se fosse un piano elaborato per dare una mazzata alla vecchia Europa?

Pettegolezzi sì, ma se fosse così, niente di strano: il fine giustifica i mezzi. Si tratterebbe solo di normale, sleale, machiavellica, monopolistica concorrenza.

L'America dal capitalismo saturo soffre l'avanzare di nuove, asiatiche manifatture, occorre ritagliarsi spazio, un po' di respiro. Il nuovo gruppo FCA sta andando bene: più 4% annuo e la Volkswagen è una grossa concorrente a livello mondiale. In effetti le improvvisate chiacchiere da fantapolitica sono da giustificare, non mancano i protagonisti per un giallo da bar.

In ordine di apparizione: il Papa argentino, l'utilitaria italo-americana sotto i riflettori e le tedesche sotto scacco, la vecchia Renault 4 rinnegata da Sua Santità, gli intrighi vaticani e ipotetici complotti degli illuminati, la Jeep e lo spot dello scandalo mondiale; frode, stupore, la Merkel, la borsa in calo, il risarcimento da capogiro, e infine, cosa ci faceva veramente là lo sbugiardato sindaco Marino?

Misteri! La verità, come sempre, è compressa da un guscio chiuso e il giallo è celato come dentro l’uovo: carne fresca per tutte le tv.

Forse non c'è niente di vero in quel che si ironizza intorno a un tavolino, ma intanto, il buon Papa Francesco, che ha fatto un giro su tutte le tv del mondo con la limousine mezza italiana, di tedeschi ne aveva già messo da parte uno.

Papa Ratzinger, ex portavoce di Pietro, prega in disparte, però questa è un'altra storia già trattata a suo tempo dai ragazzi del bar e dai talk show. 

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Articolo pubblicato il 30/09/2015