L’eccidio dei Catari

Papa Innocenzo III: "Affrettatevi ad abolire la perfidia eretica, attaccando i suoi seguaci con maggiore sicurezza che i Saraceni, perché sono peggiori di essi"

Chissà se stamattina Papa Francesco alle sue preghiere solite ne ha aggiunta un'altra rivolta a quello lassù per chiedere il perdono di un suo lontano predecessore, Innocenzo III. Chissà. O chissà se invece sempre il Santo Padre nel suo intimo abbia pensato che quello che aveva combinato il collega del medioevo era cosa brutta ma che andava fatta comunque per il bene della Chiesa.  Macchiavelli al proposito non ha nessun diritto di primogenitura.

"Orsù, soldati di Cristo,
orsù valorosi cavalieri della milizia cristiana.
Vi muova il generale gemito della Santa Chiesa,
vi accenda il pio zelo di punire una così grande ingiuria recata al vostro Dio!
Affrettatevi ad abolire la perfidia eretica, attaccando i suoi seguaci con maggiore sicurezza che i Saraceni, perché sono peggiori di essi"

Con queste parole nel marzo del 1208 il Papa Innocenzo III spronò il mondo cattolico alla Crociata contro l’eresia Catara. Venuta meno la speranza di riportare alla fede ortodossa la popolazione della Provenza, si decise di applicare la pratica del massacro di massa, già espressa dalla tradizione della crociata palestinese. In questo modo ogni garanzia giuridica verso i sospetti di eresia veniva meno, rimettendo tutto al giudizio inflessibile della spada.

Così, circa ottocento anni fa, si arrivò al massacro di Béziers del 22 luglio 1209 raccontatoci e trionfalmente rivendicato dai legati pontifici Milone e Arnaud Amaury (capo della spedizione):

«la città di Béziers fu presa e poiché i nostri non guardarono né a dignità, né a sesso né a età, quasi ventimila uomini morirono di spada. Fatta così una grandissima strage di uomini, la città fu saccheggiata e bruciata: così la colpì il mirabile castigo divino».

Spf

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Articolo pubblicato il 14/10/2015