Oftalmico di Torino - "Salvare il nostro ospedale, è un dovere"
Il Direttore del Dipartimento Savino D'amelio introduce gli interventi

Venerdì 25 settembre si è svolto il presidio organizzato dal Comitato costituito contro l'annunciata chiusura

Venerdì 25 settembre, dinanzi all’ingresso dell’Ospedale Oftalmico e in via Juvarra, il Comitato per l’Ospedale Oftalmico, composto da medici, operatori sanitari e cittadini, ha indetto un presidio per illustrare e sensibilizzare la cittadinanza, sul pericolo di chiusura prossima della struttura, messo in opera dall’Assessore Saitta.

Le parole e le accorate prese di posizione che si sono succedute nelle due ore di confronto, devono doverosamente essere precedute da cifre eloquenti.

In questa struttura di fama europea, ogni anno si compiono 6500 interventi di cataratta, 5000 interventi per il trattamento della maculopatia, 1200 trapianti di cornea, 53000 passaggi al Pronto Soccorso.

Questa struttura è tutt’altro che parassitaria, in quanto nel 2014 ha portato alla casse del disastrato sistema sanitario regionale ben unmilione e duecentomila euro di utili e, se il calcolo si estende agli ultimi anni, quando già amministratori improvvidi ne paventavano la chiusura, si superano i cinque milioni.

Particolare da non tralasciare, nell’ultimo decennio l’ospedale è stato interessato da una totale ristrutturazione ed oggi è all’avanguardia in materia ambientale e di sicurezza, con le 6 camere operatorie attive e funzionanti. Eppure la Regione Piemonte, a partire dal 2016, lo esclude dal novero delle strutture sanitarie funzionanti.

Il Comitato presieduto da Carlo Perrouquet ha già raccolto in pochi mesi ben 36400 firme di utenti e cittadini indignati per il piano di Saitta.

Dopo l’introduzione degli organizzatori, hanno preso la parola il Direttore del Dipartimento Savino D’amelio ed il Professor Federico Grignolo.

Hanno ovviamente parlato da clinici per affermare pochi, chiari e inoppugnabili concetti.

-L’Oftalmico è sede di specialità Universitaria e del corso di Specializzazione in oculistica. Da qui operano ed escono i futuri oculisti.

- E’ sede di un laboratorio all’avanguardia, citato dalla riviste mediche internazionali ed indispensabile per le attività dell’intero nosocomio e, ironia della sorte, sarebbe il primo reparto a dover chiudere.

-  E’ sede di diverse discipline oculistiche per cui è indivisibile.

- Il progetto regionale di smembrarlo in due tronconi, partorirà una cosa diversa e non assimilabile.

- Le conseguenze sul piano clinico e sociale sono inimmaginabili.

- Si disperderanno professionalità ed i cittadino utente, oltre a subire i disagi dell’allungamento delle liste d’attesa, sarà, in molti casi, disorientato nell’individuazione di una diagnosi, perché, i clinici del futuro troncone Molinette dovranno trasferirlo a quelli del troncone Giovanni Bosco, o viceversa per competenza, con dispersione di tempo, esami ripetuti e disagi.

- La conclusione dei clinici è ampiamente pessimista e si citano i casi di Losanna, Londra e parecchi negli Stati Uniti, ove gli Ospedali monospecialistici sono all’avanguardia e tutti in collegamento con questa preziosità di Torino.

Con rispettive motivazioni prendono la parole rappresentanti di associazioni di utenti, e di pazienti, del personale sanitario, di lavoratori di servizi che perderebbero il posto di lavoro e del sindacato del cittadino contribuente.

L’appello di tutti, con le rispettive e specifiche motivazioni, è orientato alla difesa del nosocomio, nell’interesse del cittadino utente, oltre che di chi lavora.

Nel corso delle diverse esposizioni, non sono mancati riferimenti negativi al mondo politico. Infatti, tutti i consiglieri regionali e comunali di maggioranza e opposizione, sono assenti, tranne coloro che da anni, pur con amministrazioni di colore politico contrapposto, si battono per la salvaguardia dell’Oftalmico.

Partecipa una delegazione di Forza Italia, con Gianluca Vignale, Daniela Ruffino, vice Presidente del Consiglio Regionale,  Andrea Tronzano e Mino Giachino. Per il Movimento Cinque Stelle, Davide Bono e Stefania Batzella.

Interviene Stefania Batzella , consigliere regionale del M5Stelle. “Basta con le chiacchiere è ora di passare ai fatti nella difesa degli Ospedali, afferma. L’arroganza di Saitta si manifesta con l’uso di motivazioni politiche che non reggono alle prove dei fatti. L’impegno del M5S, che anche nella legislatura precedente si era battuto contro i provvedimenti immotivati di riduzione di strutture proseguirà.

Accogliendo la proposta del Comitato, Stefania Batzella annuncia che come altri partiti di opposizione il M5S ha presentato una mozione e ci sarà il massimo impegno per sostenerla con ogni sforzo, tenendo presente che i numeri della minoranza non possono essere determinanti.

Prende poi a parola Gianluca Vignale  consigliere Regionale di Forza Italia,” Se oggi l'ospedale é ancora operativo lo si deve ad un emendamento a mia firma al piano socio-sanitario 2012-2015 , che inizialmente ne prevedeva la chiusura. Come tre anni fa difesi il presidio contestando la maggioranza di cui ero parte, così oggi, con la stessa coerenza di ieri, difendo un ospedale fondamentale per la nostra regione".

Vignale fa riferimento all'emendamento al piano socio sanitario che prevedeva di  subordinare il trasferimento dell'Oftalmico alla realizzazione della Città della Salute di Torino.
"La chiusura di un presidio - spiega il consigliere - che ogni anno registra migliaia di prestazioni  ed interventi é una scelta antieconomica e immotivata. Vignale ha ricordato che il Presidio dell'Oftalmico non è solo un servizio fondamentale per i cittadini torinesi, ma di tutta la regione e in particolar modo della provincia di Torino. Il 45% delle operazioni chirurgiche, infatti, sono a favore di cittadini della provincia e di questi il 23% dell'ASL comprendenti le Valli di Susa, Sangone e del Pinerolese.

" La chiusura dell'Oftalmico - ha spiegato Vignale-  porterà quindi ad un aumento delle liste d'attesa nei presidi di Pinerolo, Susa, Ivrea, Ciriè, Chivasso".
"Considerando i dati e che ancora non si sa quanto costerà attrezzare la struttura di via Cherasco, l'unica soluzione possibile ed economicamente sostenibile - ha concluso-  é trasferire interamente l'attuale presidio nella nuova Città della Salute quando sarà costruita, esattamente come prevedeva l'emendamento di cui fui promotore tre anni fa".

Da più parti viene paventato il rischio di speculazione edilizia  e la speranza di disperdere i malati, da parte di quest’amministrazione.

Conclude l’incontro Massimo Calleri, direttore responsabile di Civico20News.

Il nostro direttore evidenzia innanzitutto l’attenzione del giornale per questa ed altre battaglie contro una gestione incomprensibile della Sanità ed a difesa dei diritti del cittadino.

Come cittadino poi si sente personalmente partecipe:

"A Torino, oltre all’Oftalmico, annoveriamo il Regina Margherita, il Cto e il Centro di Candiolo. Sono tutte strutture all’avanguardia e, per gli operatori e gli utenti rappresentano un fiore all’occhiello, meno per questa Giunta che invece di valorizzare il meglio, intende distruggere un patrimonio creato da generazioni di clinici che negli anni hanno contribuito ad elevare e distinguere il nome di Torino, oggi purtroppo città bistrattata e minimizzata, anche in altri campi, da chi in maniera assai discutibile ci governa".

Gli Organizzatori del Comitato per l’ospedale Oftalmico invitano la cittadinanza ad una manifestazione pubblica che si terrà l’8 ottobre, con modalità in via di definizione.

 

 

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Articolo pubblicato il 26/09/2015