A Torino, il convegno “Gianna Baltaro: Agatha Christie italiana o Simenon subalpino?”

Alla Biblioteca Civica “Natalia Ginzburg” un gruppo di estimatori e amici della giallista subalpina ne ha considerato l’opera che ha trovato una continuazione con gli “apocrifi” di qualità scritti da Bartolone & Messi

A Torino, martedì 22 settembre, alla Biblioteca Civica “Natalia Ginzburg”, si è tenuto il Convegno “Gianna Baltaro: Agatha Christie italiana o Simenon subalpino?”.

I lavori sono stati aperti dal benvenuto di Cecilia Cognini, a nome delle Biblioteche Civiche torinesi. Cecilia Cognini ha tra l’altro sottolineato che i libri di Gianna Baltaro, appartenenti alla Biblioteca Ginzburg ed esposti sul tavolo dei relatori, dimostravano, con il loro evidente stato di usura, le letture molto numerose da parte dell’utenza.

Ha condotto Daniela Messi, autore con Enzo Bartolone di tre libri che continuano le imprese del commissario Andrea Martini, il personaggio creato da Gianna Baltaro. Daniela Messi ha ricordato in esordio che Gianna Baltaro ha scritto diciotto romanzi polizieschi ambientati negli anni Trenta del ‘900 che si svolgono prevalentemente a Torino. Per questo motivo si è augurata che qualche luogo istituzionale torinese venga dedicato a questa scrittrice tanto legata alla nostra città.

Il convegno ha visto le relazioni di estimatori e amici della giallista subalpina e, dai loro interventi, sono affiorati elementi vissuti, anche se un poco disordinati, della sua biografia e del personaggio dei suoi polizieschi.

Marina Rota, giornalista e consulente artistica, ha esordito col ricordo dell’ultima apparizione pubblica di Gianna Baltaro nel dicembre del 2007 (la scrittrice è mancata nel gennaio 2008), poi ha illustrato le caratteristiche tipicamente subalpine del commissario Martini, che indaga nella Torino degli anni Trenta.

Gianna Baltaro, nata nel 1926, non conosceva questa epoca per esperienza vissuta ma l’aveva vagheggiata e accuratamente ricostruita, utilizzando un linguaggio che suggeriva al lettore più che descrivere.

Il critico letterario Vincenzo Jacomuzzi, secondo relatore, ha idealmente intitolato il suo intervento “I misteri di Gianna”. Ha proposto il recupero degli articoli scritti da Gianna Baltaro come cronista di nera per i vari qualificati giornali. Questo lavoro, svolto per una tesi di laurea, potrebbe illuminare sulle fonti di ispirazione per i suoi romanzi polizieschi.

Nel suo lungo intervento, tenuto con qualche civetteria, Jacomuzzi ha anche ricordato l’amore per il buon cibo di Gianna Baltaro, più volte componente di giurie di premi gastronomici.

Tutte le sue esperienze di giornalista sono confluite nella sua scrittura dove ha sapientemente evocato il mondo torinese degli anni Trenta, senza vana nostalgia. Jacomuzzi ha ampiamente ricordato come nelle storie del commissario Martini emergano luoghi e quartieri di Torino, personaggi reali, come l’attore Amedeo Nazzari, e persino dettagli come le sigarette Africa e il Centro Studi Africani. Il clima dell’epoca fascista si coglie in alcuni romanzi.

Dopo alcune considerazioni sul suo rapporto di odio-amore per quelli che ha definito “spot di carattere storico” (descrizioni di palazzi e siti storici torinesi che evocano la guida turistica), Jacomuzzi ha detto di propendere per la vicinanza di Gianna Baltaro al Maigret di Simenon. La  sorella di Martini gli ricorda la signora Maigret interpretata da Andreina Pagnani, e, soprattutto, è evidente come nel lettore prevalga l’interesse per gli ambienti e i personaggi rispetto alla trama poliziesca che, talora, nei romanzi di Simenon può apparire improponibile.

Nella seconda parte del convegno, dedicato alla sopravvivenza del personaggio del commissario Martini alla sua autrice, il giornalista e critico Claudio Ozella con lucido rigore ha spiegato, sulla scorta delle nozioni ormai consolidate per il personaggio di Sherlock Holmes, cosa si intende con i termini di “Canone” e di “apocrifi”.

Si definisce “Canone”, con linguaggio che ricalca quello teologico, l’insieme dei libri scritti dall’autore originale mentre sono detti “apocrifi” i libri elaborati da altri scrittori che, dichiaratamente, ripropongono il protagonista del “Canone” in nuove indagini. Gli autori degli “apocrifi” rimangono nei limiti stabiliti dalle indicazioni offerte dal “Canone” ma arricchiscono il protagonista anche con qualche verosimile elemento elaborato dalla loro creatività.

È questo il caso dei tre libri scritti da Bartolone & Messi che hanno fatto sopravvivere il commissario Martini: “Un marito per Jolanda” (19ma indagine), “Il commissario Martini e i delitti senza determinante causa” (20ma indagine) e “Il commissario Martini si arrabbia!” (21ma indagine).

Si tratta di veri “apocrifi” - ha affermato Claudio Ozella – non di imitazione pedissequa, perché fortunatamente vi è originalità da parte degli autori che, in particolare ne “Il commissario Martini si arrabbia!” si emancipano con una loro impronta personale.

Ozella ha poi confermato la vicinanza all’opera di Simenon da parte di Gianna Baltaro, anche per il periodo da lei trascorso in Francia, benché qualche elemento possa avvicinarla ad Agatha Christie.

Il commissario Martini è un investigatore che opera cogliendo l’atmosfera psicologica in cui ha agito l’assassino, che vuole capire le motivazioni che lo hanno spinto al delitto, non sempre di natura economica: un classico esempio viene dal romanzo di Simenon “Maigret e la vita di un uomo”.

Quelli di Bartolone & Messi sono quindi “apocrifi” baltariani, scritti alla luce di una creatività personale, che presentano scene di tipo pittorico che permettono di cogliere l’animo del luogo e dei protagonisti. Ozella, in conclusione, si è augurato di poterne leggere altri.

Nel corso del convegno vi è stato anche un breve intervento della pittrice Angela Sepe Novara che ha esposto “Immobili profumi”, la sua opera dedicata a Gianna Baltaro e ispirata al romanzo “Poker di donne”.

Vi sono state inoltre letture di passi dei libri di Gianna Baltaro: l’incipit de “Il mistero di Linda”, letto da Luciana Navone Nosari e un brano de “Nelle nebbie del Gambero d’oro”, letto da Rita Hokai Piana. Daniela Messi ha concluso l’incontro con la lettura della “Nota” di Bartolone a “Un marito per Jolanda” di Bartolone & Messi.

Gli “apocrifi” di Gianna Baltaro già esistenti ma anche altri futuri, e non soltanto di Bartolone & Messi, daranno ulteriore vitalità all’opera di questa scrittrice torinese.  

Lunga vita al commissario Andrea Martini!

Si ringrazia la signora Angela Sepe Novara per le foto.

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Articolo pubblicato il 25/09/2015