Torino - Il Regalo del Papa

Conferenza Stampa dell’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia

Giovedì 17 settembre 2015 presso il Seminario Metropolitano di Torino l'Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, nel corso di una conferenza stampa, ha presentato la lettera Pastorale "La casa sulla roccia" e il regalo di Papa Francesco, frutto delle offerte dei pellegrini per l'Ostensione 2015.

Come si ricorderà, era stato deciso di donare al Papa il denaro raccolto con le offerte dei pellegrini della Sindone.

Il Papa, il giorno stesso della Messa, ha chiesto di destinare quanto raccolto per un’azione concreta di sostegno e di accompagnamento ai poveri, alle famiglie e ai giovani in diffi-coltà.

“Nella lettera che mi ha inviato dopo la visita, afferma l’Arcivescovo il Papa ha scritto: «Non posso dimenticare la generosa partecipazione alle necessità dei più bisognosi, da parte dei pellegrini che hanno venerato la Sindone» (2 luglio 2015).

Il denaro – un milione e duecentomila euro – proviene dalle offerte raccolte in Duomo, nelle bussole al termine del percorso, dalle offerte delle parrocchie per la Giornata della carità del papa di domenica 7 giugno e dalle altre offerte pervenute direttamente all’Arcivescovo.

Da ricordare che dopo l’annuncio fatto in diretta durante la Messa del 21 giugno, alcune diocesi e parrocchie, che erano già venute in pellegrinaggio alla Sindone, hanno voluto contribuire ancora.

Come verrà usato questo dono del Papa a Torino? “Fra le tante “povertà” di cui si soffre oggi, prosegue Nosiglia, si è scelto di mirare gli interventi non solo alle emergenze, ma a problemi strutturali di famiglie e persone; problemi sempre presenti, ma che la crisi economica ha reso più gravi e diffusi.

Proporremo servizi per un’attenzione “non passeggera”, ma continuativa nel tempo: per le famiglie che debbono sottostare allo sfratto incolpevole o bisognose di aiuto per situazioni particolari di disagio, per la casa, il lavoro e il sostegno per i minori, per le cure sanitarie a propri congiunti e per i giovani senza lavoro”. Saranno le “case dell’Amore più grande”, che ci ricorderanno sempre il dono di Francesco e l’ostensione del 2015, prosegue Nosiglia. 

Famiglie, casa, lavoro, salute – Non andiamo a inventarci qualcosa di nuovo, ma partiamo dai servizi in atto nei programmi di Caritas, Migrantes e Fondazione “Operti”, pastorale del lavoro e della salute, ci precisa l’Arcivescovo Nosiglia.

“Questo anche per poter essere subito operativi, senza dover cercare nuovi percorsi burocratici anche nei rapporti con le istituzioni. Il progetto partirà da una rete di mini-alloggi già esistenti o da reperire, per metterli a disposizione di famiglie sfrattate o comunque in difficoltà per la casa. Sistemazioni non definitive, in modo che si garantisca una rotazione.

 La mancanza di case disponibili è un problema ricorrente, una piaga sempre presente e di cui si parla troppo poco perché ormai gli sfratti non fanno notizia… Inoltre, i disagi sul tema casa sono spesso collegati alla man-canza di lavoro: per questo si promuoverà un accompagnamento per gli inoccupati in modo da trovare sbocchi concreti. Infine, ci sono anche famiglie in difficoltà per situazioni di malattia o disabilità di propri congiunti che necessitano di un sostegno particolare anche se temporaneo.

Un pool di soggetti diocesani coordinati appunto dalla Caritas (Migrantes, Ufficio di pastorale del Lavoro, Ufficio di pastorale della Salute e Fondazione “Operti”) definirà i criteri e le assegnazioni e seguirà poi passo passo le successive fasi di sostegno e accompagnamento di cui avessero bisogno.

Le risorse saranno pertanto interamente destinate per offrire un aiuto concreto a chi è nel bisogno e non per servizi, personale od organizzazione. Il servizio delle “case dell’Amore più grande” ovviamente proseguirà anche dopo l’esaurimento delle risorse legate al regalo del Papa.

Le borse lavoro per giovani – Criteri analoghi sono stati individuati per l’altra branca del pro-getto, rivolta a fornire ai giovani – e in particolare ai cosiddetti “neet” – accompagnamento e inserimento effettivo nel mondo del lavoro, in stretta intesa e collaborazione con le aziende interessate e responsabilizzate a questo scopo. Anche qui, si lavora su un terreno già consolidato e appoggiandosi sulla qualificata esperienza da parte dei soggetti del pool coinvolti.

In chiusura l’arcivescovo conferma che queste somme sono destinate esclusivamente alle povertà dell’Archidiocesi e non agli immigrati.

Per l’accoglienza dei rifugiati , sulla scia delle esortazioni del Papa, anche a Torino è partito il coinvolgimento di parrocchie, istituti religiosi e cittadini per ospitare i migranti, in stretto collegamento con le autorità civili. 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 19/09/2015