Torino, l’autunno della consapevolezza

Dopo il PD, anche Lega Nord e il M5S aprono le danze

In Agosto il PD di Torino, in quel di piazza d’Armi, nel corso della consueta, un tempo “Festa dell’Unità”, ora del PD, aveva alternato la degustazione di salamelle e piadine con la sfilata di ministre abbronzate per dibattere i tormentoni del Governo Renzi in materia elettorale, andamento dell’economia e Unioni Civili.

Nel prossimo week end è invece la volta della Lega Nord e del M5S che non esibiranno gli spacchi vertiginosi ed i decolté promettenti di Maria Elena Boschi e Marianna Madia, ma si prepareranno ad affrontare l’autunno politico, con lo sguardo rivolto anche alle prossime scadenze piemontesi.

La Festa di Torino della Lega Nord si terrà a partire dalle ore 18 di Sabato 19, per riprendere  il pomeriggio successivo,  presso l'area dedicata nel parco della Tesoriera a Torino. In entrambe le serate si assisterà a dibattiti politici per pensare la Torino del futuro e Domenica 20 sarà presente il Segretario Federale della Lega Nord, Matteo SALVINI che alle 21, dovrebbe concentrare e rivolgere i suoi messaggi, in modo particolare alla realtà piemontese.

Ma la vera attenzione, non sarà solamente rivolta al palco degli oratori, perché, oltre a Salvini, partirà, come ci confermano Cota e Benvenuto, in modo ufficiale e trasparente, il confronto con le componenti politiche che nel centro destra non si riconoscono in Renzi e tantomeno auspicano un conferma di Fassino, per individuare il candidato sindaco ideale che potrebbe liberare Torino dal giogo della sinistra che dura ormai da 24 anni.

I militanti, lontano dall’ufficialità, cercheranno poi di capirci qualcosa in merito alle prossime scadenze all’interno del movimento che dovrebbero consumarsi in autunno. L’elezione del Segretario nazionale, dopo i 14 anni ininterrotti di Cota e il rinnovo della segreteria cittadina, dopo il capitombolo di Domenico Morra.

Cariche che potranno determinare le candidature leghiste alle elezioni amministrative a Torino e la spartizione del sottogoverno, in misura più o meno significativa, a secondo dell’andamento del voto. Avanzerà così, in modo sempre più scoperto, quel fiume carsico che già da mesi divide e anima i supporters dei possibili candidati.

Ma c’è un altro tema, emerso quasi improvvisamente nel dopo vacanze, che unisce l’attenzione del militante con l’osservatore politico che vedrebbe di buon grado il passaggio di Sergio Chiamparino dalla sede aulica di Piazza Castello, alla più prosaica raccolta di cicche tra le panchine un po’ divelte di qualche giardino pubblico della periferia.

Stiamo parlando della ripresa, per il momento solo virtuale della cd. causa delle “firme false” raccolte da esponenti del PD principalmente, prima delle ultime elezioni regionali.

Pare opportuno ricapitolare per sommi capi la vicenda. Dopo il trionfo di Chiamparino nella primavera del 2014, iniziava il percorso solitario di Patrizia Borgarello, leghista doc ed ex. Consigliere provinciale e di Mario Borghezio che rispettivamente in sede amministrativa e penale, ricorrevano alla magistratura denunciando la conta di presunte firme false relative alle liste del PD e assimilate in diverse province del Piemonte, oltre che a circostanze che potrebbero presentare risvolti penali.

Percorso solitario perché, come più volte denunciato dai due protagonisti, non si avvertiva una compatta presenza della Lega Piemontese a sostegno dei ricorrenti.

Il sospetto emerse in modo lampante il 9 luglio quando i giudici del Tar del Piemonte  hanno respinto i ricorsi presentati dalla leghista Patrizia Borgarello contro le firme a sostegno delle liste del centrosinistra, Non c’erano notabili, né le consuete truppe cammellate con slogan e bandiere, a sostegno delle tesi cassate. Senza mezzi termini, in dichiarazioni pubbliche Patrizia Borgarello denunciò pubblicamente doppiezze e ritrosie.

I segni premonitori della svolta non tardarono ad arrivare. Matteo Salvini , nei giorni immediatamente successivi, promuoveva una pubblica manifestazione, dinanzi alla sede del Tar, con il ghota regionale del partito al completo che, forse, obtorto collo, abbozzava unità d’intenti.

La notizia dello spint, arriva poi ai primi di settembre.  Sarà addirittura un principe del foro, il professor Francesco Saverio Marini a proseguire la battaglia, sostenendo tesi, in apparenza vincenti, dinanzi al Consiglio di Stato. I bene informati (e la cosa è evidente), sostengono che dietro tale scelta, ci sia l’imprimatur ufficiale di Matteo Salvini, per dimostrare che la Lega ci crede sino in fondo a promuovere un’istanza pro veritate.

Poiché la curiosità non è soltanto femmina, chissà se emergeranno le motivazioni della sostruzione, nel collegio di difesa del legale che, si dice avrebbe voluto confermare Roberto Cota per non essere estromesso al momento della probabile vittoria ?

C’era qualche presupposto che andasse al di là dell’iter difensivo da far dimenticare?

Roberto Cota, in più occasioni, ha manifestato il suo pieno sostegno al proseguo della causa e il desiderio di vedere finalmente Chiamparino fuori dalle scatole. E’ questa la sensazione percepita anche da Patrizia Borgarello e Mario Borghezio?  Civico 20 cercherà di saperne di più?


Intenso il programma del “MOVIFEST, per costruire insieme la Torino 5 Stelle”, organizzato dal M5S nell’area exTeksid in via Borgaro ang. C. Mortara. L’inizio è previsto per le ore 12,30 di sabato, sino a notte, per poi proseguire a partire dalla 9 di domenica sino a sera.

Vengono toccati tutti i temi oggetto dell’attività regionale con confronti tra i consigliere regionali piemontesi, esponenti delle Associazioni e della vita economica cittadina. Non manca la presenza di amministratori nelle realtà ove il M5S è al governo delle città.

E’ anche in scaletta l’incontro “Costruiamo insieme la Torino a 5 Stelle”. Oltre agli imprescindibili programmi, un nome è già stato fatto per succedere a Fassino. Se dalle voci si giungesse ad ipotesi perlomeno ufficiose, potrà nascere dalle due occasioni di festa contestuali, uno stimolante  confronto atto a coinvolgere i Torinesi sul dopo Fassino?

Seguiremo gli sviluppi e, in attesa che altri soggetti politici si pronuncino, ben venga se vincerà il migliore, mentre le ultime notizie ci dicono che Fassino stia nuovamente pensando all’ONU.

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Articolo pubblicato il 18/09/2015